In altri casi gli stami ed i pistilli
sono ricoperti da petali opportunamente ripiegati in modo che solo insetti
sufficientemente pesanti riescano a farli scattare come molle per coprirsi di
polline o per depositare quest’ultimo sui pistilli. È il caso delle leguminose
e delle labiate.
Ad esempio in una
leguminosa come la ginestra (Spartium junceum L.) il fiore non presenta
una simmetria raggiata, bensì bilaterale. I suoi cinque petali hanno forme diverse
e sono chiamati con nomi differenti: in alto c’è il “vessillo”, ai lati le due
“ali”, e, tra di loro, i due petali in basso sono fusi insieme e formano la
cosiddetta “carena” che racchiude al suo interno stami e pistillo.
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Soltanto un in-setto sufficientemente
pesante, posandosi al di sopra della carena, può farla aprire e così
raggiungere il nettare celato in profondità al suo interno, ma allo stesso
tempo fa scattare in alto stami o pistillo e, di con-seguenza, si sporca il
ventre di polline, oppure deposita sul pistillo il polline rac-colto in un
altro fiore. |
Lo stesso succede
con i fiori delle piante appartenenti alla famiglia delle labiate: qui i due
petali superiori sono fusi in uno solo detto “labbro superiore” ed i tre petali
inferiori sono concresciuti a formare un “labbro inferiore”.
Posandosi al di sopra del labbro inferiore, un insetto piuttosto pesante, ad esempio un ape o un bombo, fa aprire il fiore e può così suggere il nettare, che altrimenti è irrag-giungibile, ma, allo stesso tempo fa scattare stami o pi-stilli, situati in alto, in corrispondeza delle sue parti dorsali (come l’ape su un fiore di rosmarino raffigurata qui sotto). |
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In qusta situazione, poi, dato che gli
stami ed i pistilli sono molto vicini, i fiori debbono evitare di autofecondarsi! Solitamente in
queste piante l’apparato riproduttore maschile
e quello femminile giungono a maturazione in tempi differenti (proterandria,
se il maturano prima gli stami e le antere, e proteroginia, se invece matura
prima l’ovario ed il pistillo).
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