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home arrampicata Torrione del Cinquantenario - Via Normale precedente successivo

Torrione del Cinquantenario

Via Normale

La via non è divertente quanto la fama del luogo lascerebbe sperare; non la facilità, ma l'untuosità del tracciato ne è la causa: l'orientamento della parete d'attacco e la spaccatura che la caratterizza tengono il primo tiro della via quasi sempre nascosto ai raggi del sole e la roccia ne risulta costantemente ricoperta da un sottile strato di umidità e di impercettibile muschio scivoloso. L'assenza di difficoltà tecniche salva l'arrampicatore dagli altrimenti inevitabili disagi psicologici. La roccia della spaccatura è generalmente buona, più di quanto suggerirebbe una semplice ossevazione; ci si può fidare dei pochi spuntoni più di quanto non si possa del piccolo chiodino d'assicurazione nel centro del tiro. Una storia a sè è l'ultimo tiro; la compatta placchetta granulosa che adduce alla cima merita d'essere visitata; gli unici metri dell'intera via di difficoltà non elementari, da superare d'aderenza, solo poco tecnici ma da non sottovalutare. Attenzione all'esposizione: in primo luogo l'esposizione al vuoto, che nell'ultimo tratto d'aderenza si lascia avvertire; in secondo luogo l'esposizione al pubblico: attenzione a non scivolare sulle rocce umide del primo tiro se non si vuole suscitare l'ilartità dei numerosi osservatori raccolti davanti al rifugio Rosalba.

Difficoltà: AD- (III, un tratto di IV)
Sviluppo: 3 lunghezze, 100 m
Esposizione: O/NNE
Chiodatura: sufficiente, soste su anelli cementati
Materiale: 4 rinvii, 1 corda
Salite: 09.11.96    Mirko, Silvano
29.05.99    Mirko, Silvano
19.09.99    Mirko, Andrea, Michele
25.04.02    Mirko, Andrea

AvvicinamentoIl Torrione del Cinquantenario può essere raggiunto comodamente dal rifugio Rosalba, in pochi minuti: basta scendere lungo i pendii erbosi sottostanti e portarsi in prossimità del torrione, ultimo (quello più in basso) del gruppo composto da Campaniletto, Torre del Rifugio, Torre Cecilia e Cinquantenario, che delimita i pendii erbosi a Est. Dai Resinelli, il più comodo e veloce è l'avvicinamento per il sentiero delle Foppe (n.9) che, partendo dal rifugio Alippi, porta senza giri viziosi fino ai pendii del Rosalba; ancora più diretto il sentiero dei Morti che si stacca dal sentiero delle Foppe e risale ripido fino al gruppo di torri; evidenti cartelli segnalano l'intero percorso. Per il sentiero dei Morti ci si avvicina al Torrione del Cinquantenario dal basso e lo si individua immediatamente, appena usciti dal bosco. Il sentiero prosegue lungo i crinali che delimitano il canalone ghiaioso al di sotto delle torri. Per portarsi all'attacco si deve raggiungere il canalone alcune decine di metri più in alto della base del torrione, dove un sentierino si stacca dal crinale per addentrarsi nel canale. Si scende pochi metri fino ad uno spiazzo, quindi si può decidere se proseguire immediatamente verso l'attacco vero e proprio o iniziare a legarsi in cordata perchè il resto del percorso è di arrampicata, sebbene elementare: si segue uno stretto canalino segnato da evidenti bolli rossi, si sale per una decina di metri, si raggiunge una catena (a volte utilizzata per calarsi al ritorno lungo questa via), si prosegue in alto, quindi si obliqua in basso a destra, verso il torrione, sempre seguendo una traccia di bolli. Si arriva ad un ampio spiazzo al di sotto del grande strapiombo dove attacca la via Ottolini; pochi metri più a sinistra - si segue il profilo della parete lungo l'ovvio canale - ha inizio la via normale. L'attacco non è segnato né attrezzato, ma la facile spaccatura di attacco è facilmente individuabile.

L1Si attacca alla sinistra dell'evidente spaccatura che segna la parete a sinistra del profondo antro in cui si inoltra la Ottolini; non si trovano chiodi sul posto, ma a volte un cordino assicurato ad una piccola clessidra può indicare il punto. La spaccatura sale obliqua verso destra, ampia e priva di difficoltà. Sarà solo necessario prestare attenzione alla roccia quasi sempre umida. La chiodatura è scarsa ma non necessaria; frequenti le possibilità di assicurazione su spuntoni. La sosta, su un massiccio anellone, è su una cengia fin troppo comoda.

L2Il secondo tiro di corda è un semplice trasferimento; l'arrampicata necessaria è ridotta a qualche passo di secondo grado, più in orizzontale che in verticale, e porta dalla prima sosta, su cengia molto comoda, alla seconda su terrazzo eccezionalmente comodo.

Testa del torrione, dove si sviluppa la L3 (dall'attacco della Marimonti)

L3L'ultimo tiro non è più banale e la singolare placchetta finale vale da sola la via. Dal terrazzo si seguono i fix sulla parete di sinistra; in pochi passi di III / III+, dapprima sulla parete N, verticale, poi su terreno più abbattuto, si raggiunge un nuovo terrazzino dove spesso non si nota un chiodo cementato di assicurazione. Si rimonta un masso e ci si innalza lungo la placca finale, granulosa, d'aspetto granitico; la struttura a conglomerati della roccia non si intona con il liscio calcare del torrione, ma i passi d'aderenza nell'esposizione della parete NE sono emozionanti. Il vecchio chiodino con anello che si trovava in prossimità del termine della placca è stato sostituito da due fix nuovissimi e l'aspetto psicologico del passaggio ne è stato notevolmente ridimensionato; in ogni caso le difficoltà non superano il IV grado. Un'avvertenza: appena giunti in cima fare particolare attenzione alla campanella che vi si trova; suonarla è diritto di chi la raggiunge, ma la sonorità dello strumento è impressionante, del tutto inaspettata per una campana di quelle piccole dimensioni. Non sarà un caso che il batacchio ne è stato asportato, ma tutti i frequentatori del luogo provvedono con mezzi metallici propri: accostare con delicatezza un moschettone alla campana basta per farsi udire per tutta la Grigna; un colpo deciso significa compromettere l'integrità dei propri timpani e quella della roccia del torrione.

DiscesaChi raggiunge la cima dovrà per prima cosa fare una doppia in direzione dell'ultima sosta: la calata è fattibile con una sola corda ma attenzione alla misura della metà perchè l'intera lunghezza è di poco inferiore ai 25 metri. Da qui si può scegliere tra due possibilità: si potrà scendere con una calata da 50 metri direttamente da questa sosta lungo la linea del "Camino dei Trentini", fino al canalone sottostante (attenzione al recupero), oppure si potrà scegliere la catena che si trova una ventina di metri spostata in direzione del Ceilia (la seconda della Normale), da cui la calata da 40 metri è più comoda (ed emozionante, completamente nel vuoto per tutta la lunghezza del grande strapiombo). Chi possiede una sola corda dovrà adattarsi a calarsi lungo i due tiri della normale.

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