Fungo
Spigolo del Fungo (spigolo sud)
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Una delle vie più famose della Grignetta ed anche una delle più belle, specie nell'ultimo tiro dove difficoltà ed esposizione passano in secondo piano davanti all'estrema eleganza dell'arrampicata. Il Fungo è forse la struttura più caratteristica della Grignetta e la salita si svolge interamente lungo lo spigolo sud in un ambiente fantastico, che spazia dal lago sottostante ai lontani quattromila. Roccia ottima, anche se recentemente un piccolo franamento ha interessato lo strapiombino alla fine del primo tiro, mettendo in luce una liscia placchetta tecnica di roccia chiara. Nel 2003, peraltro, la chiodatura è stata integrata da qualche nuovo fix. Da ricordare che la discesa in doppia nel vuoto dalla "cappella" del Fungo è quanto mai entusiasmante! |
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Difficoltà: |
D+ (V/A0; 6a in libera) |
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Sviluppo: |
3 lunghezze, 120 m |
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Esposizione: |
S |
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Chiodatura: |
buona |
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Materiale: |
12 rinvii, 2 corde |
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Salite: |
15.06.97 Mirko, Andrea
23.08.98 Mirko, Silvano, Andrea
14.05.06 Mirko, Andrea
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AvvicinamentoSi segue il sentiero della direttissima (n.8) fino al Canalone dei Piccioni, da dove sono ben visibili le guglie del gruppo del Fungo, ed in modo particolare la parete Est della Torre. Superato il Canalone dei Piccioni e raggiunto il crinale tra questo e il Canalone di Val Tesa, in corrispondenza di una selletta, si prende il sentierino che si stacca sulla sinistra e scende ripido per costeggiare la Torre Maria e la Portineria; raggiunto il Campaniletto lo si supera a sinistra continuando a scendere. Si raggiunge una piazzola sotto alla Torre (dove si trova l’attacco della via Corti, la più frequentata della guglia), quindi si segue la rampa a destra, che porta alla selletta tra questa e il Campaniletto. Sulla parete della Torre si trova una coppia di fix resinati, da utilizzare come assicurazione per il tiro di corda che segue: questo altro non è che il primo tiro comune alla via normale alla Torre e alla normale al Lancia e deve essere obbligatoriamente superato per portarsi all'attacco del Fungo, se non si vuole, in alternativa, superare la via Corti alla Torre (soluzione peraltro spesso adottata in uno dei più comuni concatenamenti di vie del gruppo, il famoso "Giro del Fungo"). Si inizia ad arrampicare, perciò, alla base della spaccatura che divide Torre e Lancia. Il tratto è ovvio ed obbligato: si segue la spaccatura per tutta la sua lunghezza, fino a raggiungere il terrazzo nell'intaglio tra Lancia e Torre; il tiro non supera il IV, ma è spesso umido e scivoloso. Il tratto più delicato si trova proprio all'inizio. Due resinati nuovissimi permettono un'assicurazione a prova di bomba (non come il vecchio e provato cuneo di legno che fino a qualche anno fa si lasciava vedere nel mezzo della fessura). Raggiunto il terrazzino si fanno due calate dalla parte opposta, lungo uno stretto e lunghissimo canale. Due calate da 20 metri sono l'ideale - sosta intermedia su un comodo terrazzino; è possibile cavarsela con una singola calata lunga, ma si possono trovare problemi di scorrimento in recupero (è quasi impossibile che i nodi di giunzione non si incastrino in qualche fessura del canalino). Dopo le due calate si arriva in un tratto del canale quasi pianeggiante, in prossimità dell'attacco alla via normale del Fungo. Si prosegue sempre lungo canale su terreno più facile ma instabile; attenzione alla ghiaia e ai numerosi massi instabili. E' necessario discendere il canale fino a dove non riacquista la sua originale ripidità; portandosi alla base dello spigolo si notano i primi fix di assicurazione. Chi invece arriva dalla Torre può scegliere tra un paio di alternative per raggiungere l'attacco dello spigolo del Fungo: dalla cima è possibile, con una calata corta (20 m), arrivare al terrazzino dell'intaglio torre-lancia, dove partono le due calate descritte per la discesa nel canale; più comode e veloci sono però le calate che portano direttamente all'attacco: si segue la cresta sommitale della Torre verso sud, fin quasi al suo termine, dove si incontrano una catena e un anellone nuovissimi. Da qui parte una prima calata (40 m) che porta nel mezzo della parete ovest; con una seconda calata (35 m) si arriva al termine della parete, dove il canale si fa stretto, in prossimità della base del Fungo; fare attenzione per individuare, scendendo, la cengia di attacco al Fungo.
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La prima lunghezza, dall'attacco |
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L1Il punto di attacco è alla base di una placchetta verticale solcata da una profonda spaccatura, un po' defilato rispetto al fondo del canale: è necessario seguire per qualche metro una picoola cengetta. Si attacca direttamente la paretina sfruttando le maniglie scavate nella spaccatura o sulla sua sinistra; nel mezzo si trova il primo resinato di assicurazione (se si è tralasciato di sfruttare il chiodo arrugginito dei primi salitori, mezzo metro più in basso). Il passaggio raggiunge il V grado; si supera il muretto, quindi ci si sposta sul filo dello spigolo, sulla sinistra, e si prosegue in verticale fino ad un nuovo fix. Questo è il punto in cui si complicano le cose: da qui parte verso destra una fessura consumata e molto faticosa, attrezzata da numerosi chiodi ravvicinati, arrugginiti ma funzionali; è il punto in cui si può decidere di abbandonarsi alla semplicità di una salita in artificiale (soluzione obbligata per chiunque non possa permettersi di arrampicare in libera su difficoltà di 6a, prolungate e faticose). Si inizia col seguire la fessura diagonale, quindi si prosegue per tacchette lungo la linea segnata dai chiodi originali e da un fix. Ci si avvicina progressivamente ad uno strapiombo, che dovrà essere aggirato sulla sinistra. Una volta la linea dei chiodi proseguiva in diagonale in questa direzione, ma di recente una piccola frana ha eliminato gli ultimi tre ancoraggi, insieme ad un buon pezzetto di Fungo; è stata liberata una piccola placchetta liscia, oggi attrezzata con due solidissimi fix, che permettono di continuare con l'artificiale fino all'uscita dallo strapiombo. Passato il secondo fix si tornerà a preferire il materiale roccioso a quello metallico, per il completamento del tiro. Quello che manca non è banale: si deve proseguire in verticale lungo il filo dello spigolo, sfruttando manigliette che permettono di quotare le difficoltà non superiori al IV+, ma l'arrampicata è faticosa, nel primo tratto ancora strapiombante, e non concede tregua fino alla sosta. Si sosta su un angusta cengetta aerea. [30 m]
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Fessura iniziale della L2 |
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L2Il secondo tiro inizia fin da subito con i passaggi più complicati. Al di sopra della sosta si alza un muro liscio di qualche metro spaccato a metà da una fessura: chi ne capisce dice che si tratta di 6b; gli altri tornano a cimentarsi con l'artificiale. E' facile alzarsi per i primi due metri dalla sosta, quindi, raggiunto il primo chiodo, inizia la parte faticosa. Il secondo chiodo è un metro più in alto in una fessurina secondaria un po' più a destra; un metro ancora e si raggiunge il terzo e ultimo chiodo della placca. La parte faticosa non si conclude prima di qualche altro passaggio: dall'ultimo chiodo si dovrà proseguire sempre in verticale sfruttando un paio di manigliette, una di poco a sinistra della fessura e una parecchio più a destra, fino a superare l'ultimo strapiombino e a uscire sui gradini oltre il muro. Da qui si prosegue in verticale per roccette articolate decisamente più facili (IV) tenendosi sempre in prossimità del filo dello spigolo. In origine si doveva proseguire in verticale solo per qualche metro, prima di incontrare la sosta; oggi invece la via è stata modificata, i lavori di riattrezzatura hanno interessato anche questo punto, e la sosta è stata eliminata (non solo come sosta: oggi non si trova più nemmeno un chiodo dove una volta si trovava una solida catena). Si prosegue quindi nel concatenare in un tiro unico quelli che sarebbero stati il secondo e il terzo tiro della via originale. Sempre in verticale lungo lo spigolo si raggiunge la base di una profonda spaccatura verticale, attrezzata alla base da un chiodo arrugginito, e qualche metro più in alto da un fix nuovo. Si tratta della linea di salita suggerita dalla nuova riattrezzatura della via, un tratto di V+ che supera direttamente il risalto verticale che in origine si sarebbe aggirato sulla sinistra. La linea di salita originale (sempre percorribile) prevedeva infatti - dalla base della spaccatura - un deciso traverso a sinistra, in orizzontale, lungo un sistema di sottili cengette, quindi la risalita di una facile rampa diagonale a sinistra (fin qui niente che superi il III grado), e infine la risalita di un ultimo sistema di roccette articolate molto divertente, di difficoltà variabile mai superiore al IV. Si raggiunge la sosta sotto ad un muro e ad un imponente strapiombo, su un terrazzo ampio e comodissimo, curiosamente estraneo alla verticalità che ha accompagnato per tutta la lunghezza della salita. [40 m]
L3Si abbandona il terrazzo per doppiare lo spigolo sulla destra e tornare a sentire l'esposizione di questa struttura verticalissima; l'aggiramento dello spigolo raggiunge il IV+, ed è il passaggio puù impegnativo del tiro. Immediatamente oltre lo spigolo, nel punto esatto dell'uscita, si trova ancora un vecchio chiodo arrugginito, fino a pochi anni fa il solo chiodo del tiro. Un paio di metri più in alto oggi si raggiunge invece un fix nuovo; se ne incontrerà un secondo a metà altezza; per il resto chi vorrà troverà facilmente il modo di integrare le protezioni con mezzi propri. Per tutta la lunghezza del tiro si sale in verticale o in leggera diagonale a destra, lungo una parete di roccette articolate lavoratissime, un interminabile sistema di clessidre e maniglie, che mantengono contenute (III e IV) le difficoltà della salita e che fanno di questo tiro uno dei più divertenti tra quelli di queste nostre vie per comuni mortali. [40 m]
DiscesaDall'anello di calata si fa una breve doppia - una decina di metri, la maggior parte nel vuoto - fino al terrazzo di partenza dell'ultimo tiro della via normale. Da qui si prosegue in arrampicata (delicata a causa delle roccette friabili) scendendo lungo il secondo tiro della normale, fino alla sella tra Fungo e Lancia. Il primo che scende può essere calato facilmente da chi assicura alla sosta; il fittone di metallo a metà tiro può essere utile durante la discesa dell'ultimo. Una valida alternativa, seguita da alcuni, può essere quella di effettuare una unica lunga doppia dalla cima fino alla sella; ci si deve adattare a passeggiare per un po’ scomodi con la doppia in mano. Una volta alla sella, il modo più semplice e veloce per concludere il ritorno consiste nel proseguire attraverso la via Accademici (IV+) fino in cima al Lancia e quindi calarsi da qui con un altro paio di doppie corte fino al punto d’attacco. L'alternativa consiste nel scendere di nuovo sul fondo del canale e quindi nel risalirlo in arrampicata, ma l'impresa è decisamente più complicata, lenta, lunga e pericolosa, a causa dei sassi mobili che lo infestano e del traffico decisamente maggiore che generalmente lo attraversa.
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