Torrione Magnaghi Settentrionale
Via I° Maggio
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Una via pochissimo frequentata su una parete pochisimo frequentata, probabilmente sacrificata alla popolarità delle vie Lecco e Normale sul versante meridionale del torrione. Le difficoltà non sono banali, più facile la prima metà, meno la seconda, dove il IV/IV+ rimangono costanti per l'intera lunghezza. L'arrampicata si svolge su roccia eccezionalmente lavorata, sempre pronta ad offrire soluzioni di progressione sicura, anche dove ad una lontana osservazione appare più ostile. La prima metà della via è quella meno interessante, con qualche tratto un po' friabile, mai ripulito dalle scarse ripetizioni di salita, ma la seconda metà con la sua verticalità e continuità diventa molto divertente. La chiodatura è sempre ottima, interamente rifatta a fix; solo in un paio di tratti un po' distanti, ma le difficoltà contenute e le possibilità di integrazioni date dalla roccia escludono ogni problema. Singolare l'arrampicata a pochi metri dagli escursionisti che sbucano sulla Sinigalia dal Saltino del Gatto. |
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Difficoltà: |
AD+ (IV continuo, tratti di IV+) |
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Sviluppo: |
2 lunghezze, 70 m |
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Esposizione: |
E |
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Chiodatura: |
ottima |
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Materiale: |
8 rinvii, 1 corda |
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Salite: |
08.05.05 Mirko, Andrea
11.06.06 Mirko, Andrea
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AvvicinamentoI sentieri d'avvicinamento alla via sono diversi: è possibile salire lungo il Canalone Porta o lungo la Cermenati (sentiero n.7) e il Traverso dei Magnaghi (n.3) fino al Canalone; dall'incrocio tra Cermenati, Porta e Senigalia (cartelli) ci si porta alla Bocchetta dei Prati e quindi, sempre per sentiero, ci si alza parallelamente alla Cresta Senigalia; in alternativa è possibile salire integralmente la Senigalia (n.1). Si arriva a costeggiare a Est i Torrioni Magnaghi. Lungo la Senigalia si continua fino ad avvicinare il torrione settentrionale. A poco più di una cinquantina di metri dallo spigolo del saltino del gatto si nota, sul Magnaghi, un pronunciato sperone che delimita a sinistra l'ampia parete sotto alla verticale della vetta. Alla base della parete, verso sinistra, si trova una grosso avancorpo staccato. Alla base dell'avancorpo si troverà scritto il nome della via.
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Prima lunghezza, dall'attacco |
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L1Si attacca alla base di uno speroncino, a sinistra del profilo di una spaccatura, a una cinquantina di metri dal Saltino del Gatto; al punto di attacco non ci sono chiodi di sosta (ci si deve adattare ad un'assicurazione ventrale), ma il punto preciso è comunque segnalato dal nome stesso della via, verniciato in rosso sullo sperone. Dal punto di attacco si vedono già i primi fix di assicurazione: li si dovrà seguire in modo abbastanza diretto, senza deviazioni, per tutto lo sviluppo dell'avancorpo sovrapposto alla parete principale del torrione. In alto preferire la parte destra, più semplice; non lasciarsi tentare dal profilo sinistro dell'avancorpo. Fare attenzione a qualche tratto un po' friabile, dove qualche blocco mobile e un po' di ghiaietta tra cenge e fessure possono togliere un po' di sicurezza. Si raggiunge la sosta proprio in cima all'avancorpo, dove questo forma, appoggiato alla parete, un bel terrazzino molto comodo; ci si trovano un fix e un robustissimo anellone appaiati. [30 m]
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Inizio della L2 |
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L2Si prosegue tenendo sempre ben presente la linea indicata dai fix di assicurazione, sempre perfettamente in linea con la direzione di arrampicata migliore. In partenza non farsi ingannare dalla facilità del profondo canale che sale a destra: non è attrezzato e non c'entra con la via; si dovrà invece risalire lo spigolo - proprio sopra alla sosta - di un poco evidente sperone, che prima in verticale e poi un po' in diagonale a sinistra porta fino ad una bella cengia e a due altri fix di assicurazione; un resinato è attrezzato con un grosso anellone. Volendo si può usare il punto come sosta aggiuntiva - o alternativa alla prima - o come punto di calata per chi ha bisogno di ridiscendere velocemente in doppia lungo questo stesso versante. Da qui parte il tratto di parete vero e proprio, dove l'arrampicata si svolge definitivamente su terreno aperto ed esposto, sempre verticale e a volte faticoso, nonostante le difficoltà non eccessive, perchè è raro trovare punti di riposo. La successione dei fix è sempre ben visibile, questo tratto di parete è perfettamente attrezzato da un buon numero di ancoraggi piuttosto ravvicinati. Non lasciarsi scoraggiare dall'aspetto della parete, che dal punto di osservazione della cengia può apparire complicata, ma che in realtà offre sempre delle ottime manigliette lavorate. Si seguono i fix in linea quasi retta fino sotto ad uno strapiombino, dove il IV+ lascia posto a terreno decisamente più difficile. Qui si vedono un altro paio di fix sulla sinistra: li si dovrà ignorare, si tratta dei fix di uscita della Via delle Guide, di VI. La linea della I° Maggio invece vuole che lo strapiombo venga aggirato sulla destra, su roccia decisamente più semplice. Sulla destra dello strapiombo, più o meno alla stessa altezza dell'ultimo ancoraggio, parte una profonda fenditura, oltre la quale si trova uno speroncino che offre maniglie perfette: può apparire un po' distante, ma può essere un punto chiave per il passaggio. Si sfrutta una bella scaglieta obliqua per il movimento di traverso fino alle maniglie dello speroncino; una volta raggiunte le manigliette (ottimo uno spuntoncino nel mezzo della spaccatura) la risalita diventa più facile. Oltre lo strapiombo si piega in decisa diagonale a sinistra su rocce facili, lungo una marcata rampetta; attenzione solo all'equilibrio durante l'ultimo traverso perchè l'assenza di appigli sulla parete di destra può spiazzare un po'. Una volta in cima al tratto strapiombante è visibile la catena di sosta - e calata volendo - un paio di metri più in alto. Si conclude la via con pochi passi su roccia elementare. [30 m]
DiscesaSecondo necessità, è possibile ripercorrere in doppia la linea di salita, utilizzando come punti di calata l'anello della catena di uscita e l'anello raggiunto all'inizio del secondo tiro. In alternativa è possibile scendere semplicemente per sentiero: dalla cima del torrione si scende sulla Senigalia, quindi si può proseguire per cresta verso la cima della Grignetta, oppure scendere, attraverso il canalino e il Saltino del Gatto, verso la base della parete appena salita.
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