Dom
4545 m
|
|
|
|
|
|
|
Versante nord |
|
L'imponente Dom è la più alta montagna che sorge interamente in territorio svizzero, oltre ad essere il punto culminante della catena dei Mischabel. La sua via normale lungo il versante nord è nota come una lunga e piuttosto monotona camminata su neve e ghiaccio, non difficile tecnicamente ma decisamente impegnativa dal punto di vista fisico per via della quota raggiunta (siamo pur sempre su una delle montagne più alte delle Alpi) e degli oltre 3000 metri di dislivello complessivi da superare dal fondovalle alla vetta, non facilitati da nessun impianto meccanico di risalita; per l'ascensione si richiedono quindi allenamento e acclimatazione ottimali. Nonostante l'impegno fisico richiesto, la salita risulta essere decisamente frequentata (la Domhutte è spesso sovraffollata), per cui si può contare quasi sempre su una traccia ottimamente battuta. Bisogna però prestare attenzione ai crepacci nella parte iniziale del Festigletscher e al crollo di seracchi sull'Hohberggletscher; inoltre, un eventuale strato di neve fresca che ricopra la traccia nella parte alta della salita (eventualità non così rara, anche a causa del vento impetuoso che qui è spesso presente) può costringere a un notevole e non preventivato supplemento di fatica. Con buone condizioni di visibilità, il panorama è impressionante in ogni direzione: spiccano in particolare Weisshorn, Cervino, Nadelgrat ed il vicino Taschhorn. |
|
Difficoltà: |
PD ( II / 40° ) |
|
Dislivello: |
1500m + 1650m |
|
Tempo: |
4h-5h + 5h-7h |
|
|
|
|
Da Randa (1493 m) si segue il sentiero che sale nel bosco nei pressi del torrente Dorfbach. Dopo aver attraversato il corso d'acqua, si prosegue per radi boschi di larici, prati e magri pascoli sino a raggiungere la deviazione per l'Europahutte sulla sinistra. Da qui si sale verso destra raggiungendo una barriera rocciosa che si risale lungo il sentiero attrezzato con cavi metallici, sino ad uscire su un pianoro roccioso ingombro di detriti e sfasciumi. Lungo la traccia (ometti) si guadagna la morena laterale del Festigletscher, risalendo la quale si giunge infine alla Domhutte (2940 m). [4h-5h]
Dal rifugio si risale la traccia lungo la morena (ometti) sino a mettere piede sul Festigletscher. Lo si risale normalmente lungo una buona traccia, stando nei pressi della sua sponda sinistra e facendo attenzione ai crepacci presenti nella parte iniziale (specie in stagione avanzata); si prosegue più facilmente nella parte superiore del ghiacciaio sino a raggiungere il pendio di rocce rotte che sulla sinistra conduce al Festijoch. Si seguono tracce di sentiero lungo le cengie (qualche passaggio di facile arrampicata) aiutati dai numerosi ometti presenti (punti di II, a volte è presente una corda fissa nel tratto più impegnativo) sino a guadagnare il Festijoch (3723 m). [2h-3h] Da qui si scende sull'Hohberggletscher per un breve pendio nevoso abbastanza ripido (40°, attenzione al ghiaccio ed alla crepaccia terminale); si traversa velocemente il plateau seguente in direzione dell'Hohberghorn compiendo un ampio giro sulla sinistra a causa del pericolo di caduta blocchi di ghiaccio dai minacciosi seracchi soprastanti. Si sale per il facile ghiacciaio (possibile incontrare qualche crepaccio, normalmente non troppo pericoloso) sino a raggiungere la conca nevosa ai piedi del Lenzjoch (3960 m). Si deve ora seguire l'evidente traccia che sulla destra prosegue verso il Dom, lasciando quella (eventuale) che a sinistra si dirige alla Lenzspitze; risalendo lunghi e monotoni pendii di neve e ghiaccio non particolarmente ripidi (decisamente faticosi con neve fresca) e quindi con un'ultima traversata ascendente, ci si porta alla sella (Gabel) tra il Dom e la sua anticima ovest (4480 m), punto di innesto della Festigrat. Da qui si risale sulla sinistra il breve tratto di cresta, facile ma piuttosto ripido (40°, attenzione in caso di ghiaccio), che conduce alla croce di vetta. [3h-4h] In discesa normalmente si segue la via di salita (3h-4h sino alla Domhutte), oppure si può scegliere di scendere lungo la Festigrat (vedi sotto).
|
|
|
|
Cresta nord-ovest (Festigrat) |
|
La Festigrat, oltre ad essere la via di salita dei primi salitori del Dom, rappresenta una valida alternativa alla via normale lungo il versante nord: pur essendo leggermente più impegnativa, risulta essere decisamente meno monotona di quest'ultima ed è anche piuttosto frequentata. Dopo una parte iniziale rocciosa, la cresta diviene nevosa con un tratto abbastanza ripido, per poi proseguire più facilmente sino a scavalcare l'anticima ovest e a raggiungere la traccia della via normale (che ovviamente si può poi percorrere in discesa) a poca distanza dalla vetta. Occorre prestare attenzione, oltre ai crepacci nella parte iniziale del Festigletscher, all'eventuale presenza di ghiaccio sulla cresta che può complicare la salita, ed alle condizioni meteo: in caso di maltempo le bufere a queste quote possono essere particolarmente violente.
|
|
Difficoltà: |
PD+ ( II / 45° ) |
|
Dislivello: |
1500m + 1600m |
|
Tempo: |
4h-5h + 6h-7h |
|
|
Da Randa (1493 m) si segue il sentiero che sale nel bosco nei pressi del torrente Dorfbach. Dopo aver attraversato il corso d'acqua, si prosegue per radi boschi di larici, prati e magri pascoli sino a raggiungere la deviazione per l'Europahutte sulla sinistra. Da qui si sale verso destra raggiungendo una barriera rocciosa che si risale lungo il sentiero attrezzato con cavi metallici, sino ad uscire su un pianoro roccioso ingombro di detriti e sfasciumi. Lungo la traccia (ometti) si guadagna la morena laterale del Festigletscher, risalendo la quale si giunge infine alla Domhutte (2940 m). [4h-5h]
Dal rifugio si risale la traccia lungo la morena (ometti) sino a mettere piede sul Festigletscher. Lo si risale normalmente lungo una buona traccia, stando nei pressi della sua sponda sinistra e facendo attenzione ai crepacci presenti nella parte iniziale (specie in stagione avanzata); si prosegue più facilmente nella parte superiore del ghiacciaio sino a raggiungere il pendio di rocce rotte che sulla sinistra conduce al Festijoch. Si seguono tracce di sentiero lungo le cengie (qualche passaggio di facile arrampicata) aiutati dai numerosi ometti presenti (punti di II, a volte è presente una corda fissa nel tratto più impegnativo) sino a guadagnare il Festijoch (3723 m). [2h-3h] Da qui si attacca la Festigrat salendo inizialmente per rocce non troppo difficili (passaggi di II) ma a volte innevate o ghiacciate; raggiunta la nevosa parte superiore della cresta si trova subito un tratto ripido (45°, attenzione all'eventuale presenza di ghiaccio), al termine del quale si prosegue più facilmente mantenendosi però sulla sinistra del filo di cresta per evitare una zona di seracchi. Dopo aver scavalcato l'anticima ovest (4480 m) aggirando sulla sinistra il gendarme sommitale si raggiunge la sella nevosa sottostante (Gabel), punto di innesto della via normale lungo il fianco nord. Da qui non resta che risalire il breve tratto di cresta, facile ma piuttosto ripido (40°, attenzione in caso di ghiaccio), che conduce alla croce di vetta. [4h] In discesa normalmente si segue la via normale lungo il versante nord (3h-4h sino alla Domhutte, vedi sopra), oppure si può scegliere di ripercorrere la via di salita.
|