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Durrenhorn

4035 m

Cresta sud-est (per il canalone dell'Hohbergjoch)

Il Durrenhorn è la vetta più bassa e più settentrionale della Nadelgrat, il tratto di cresta che unisce la Lenzspitze al Durrenhorn attraverso le vette di cinque quattromila, quindi quella con cui si inizia o si conclude la traversata. Il modo più veloce per raggiungerne la vetta consiste nel risalire l'evidente canalone nevoso che dal Riedgletscher conduce all'Hohbergjoch, per poi proseguire lungo la rocciosa cresta sud-est. Nel caso la neve nel canalone non si presentasse nelle condizioni migliori (ghiaccio) o mancasse del tutto, eventualità piuttosto frequente a stagione avanzata, si deve salire restando sulle rocce di destra, piuttosto rotte ma non troppo difficili e bene attrezzate con fittoni metallici ai punti di sosta. Attenzione nell'avvicinamento al canalone ai crepacci presenti sull'Hohbalmgletscher e sul Riedgletscher, in particolare alla terminale sotto al Windjoch, e a qualche pericolo di caduta sassi risalendo il canalone stesso. Dalla vetta si gode un bel panorama, in particolare sulle altre vette della Nadelgrat; per chi non avesse voglia di ritornare per la via di salita l'ascensione può continuare fino al Nadelhorn, ma la gita si farebbe decisamente più lunga.

Difficoltà: AD- ( II+ / 45° )
Dislivello: 1000m + 900m (Mischabelhutte) o 1250m + 1200m (Bordierhutte)
Tempo: 2h-3h + 4h-5h (Mischabelhutte) o 3h30-4h + 4h30-5h (Bordierhutte)

Per raggiungere la Mischabelhutte da Saas Fee (1792 m) si può salire in funivia alla Hannigalp (2349 m). Da qui si segue il sentiero segnalato per la Mischabelhutte che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l'Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più). Lo si segue (segnalazioni) su terreno elementare quindi si sale alla cresta rocciosa sulla destra, ignorando un'evidente deviazione (vecchio sentiero, sbarrato) verso sinistra. Occorre risalire lungo un sentiero attrezzato con infissi, cavi metallici ed una scaletta, sino a raggiungere le due costruzioni della Mischabelhutte (3340 m).
Per salire alla Bordierhutte invece da Gasenried (1659 m) si segue il sentiero che si inoltra nella valle del Riedbach, da attraversare più a monte. Si prosegue per il bosco, si oltrepassa un bivio per S.Niklaus, quindi su terreno più aperto si raggiungono le baite di Alpja (2099 m). Da qui, lungo un avvallamento, si raggiunge la cresta di una morena e la si segue sino a mettere piede sul Riedgletscher (2770 m). Ora si deve risalire il ghiacciaio, facendo attenzione a qualche crepaccio; lo si attraversa in direzione della sponda opposta (segnalazioni) da dove si può già vedere il rifugio; un ultimo tratto su sentiero porta alla Bordierhutte (2886 m).

Dalla Mischabelhutte si seguono le tracce di sentiero lungo la facile cresta rocciosa (evidenti segnalazioni all'inizio; si supera anche una scala metallica), sino a raggiungere il punto dove si stacca verso destra la traccia sull'Hohbalmgletscher, diretta verso il Nadelhorn. All'inizio la traccia può non essere molto evidente a causa del ghiaccio scoperto e dei numerosi crepacci attraverso i quali è necessario districarsi (attenzione col buio di prima mattina) per raggiungere la parte di ghiacciaio più tranquilla dove la traccia è solitamente ben marcata. Con percorso facile e quasi pianeggiante, ma facendo sempre attenzione all'eventuale presenza di crepacci, ci si porta ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch. Superata la crepaccia terminale lo si risale in diagonale verso destra in direzione dell'Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3850 m, 1h-1h30).
Da qui, se le condizioni del ghiacciaio lo permettono (generalmente ad inizio stagione), si scende direttamente sul Riedgletscher superando a volte con difficoltà la terminale (meglio spostarsi un po' verso il Nadelhorn) lungo un pendio piuttosto ripido per un breve tratto; si taglia poi a mezza costa in leggera discesa il ghiacciaio, si passa sopra ad una serraccata e, facendo molta attenzione ai numerosi crepacci presenti, si raggiunge la base dell'evidente canalone che scende dall'Hohbergjoch. In alternativa, dal Windjoch si deve scavalcare il vicino Ulrichshorn (3925 m) salendo a destra lungo una breve e stretta cresta nevosa; si scende poi per un facile pendio nevoso in direzione del Riedpass (3565 m), si taglia sulla sinistra attraverso il Riedgletscher (qualche crepaccio) e si raggiunge infine la base del canalone; soluzione che richiede un po' più di tempo e 200 metri in più di dislivello, ma oggettivamente più sicura.
Dalla Bordierhutte, invece, dopo aver ripercorso per un breve tratto il sentiero che arriva al rifugio, si traversa a sinistra (segnalazioni), per portarsi sulla morena laterale del Riedgletscher, che occorre percorrere interamente sino a mettere piede sul ghiacciaio. Compiendo un ampio giro verso sinistra per evitare una zona crepacciata, ci si dirige verso la base di uno sperone roccioso che scende dal Balfrin. Dopo averlo raggiunto si può proseguire direttamente risalendo il ghiacciaio lungo un tratto ripido e ricco di crepacci, oppure spostarsi sulle rocce rotte dello sperone e proseguire su questo per guadagnare i facili pendii soprastanti del ghiacciaio. Da qui, attraversando in direzione sud-ovest la distesa glaciale (qualche crepaccio) e lasciando sulla sinistra una serraccata, ci si porta alla base del canalone proveniente dall'Hohbergjoch.
Superata la crepaccia terminale, che può creare qualche problema specie a stagione inoltrata, si risale direttamente il ripido canalone nevoso (45°, caduta sassi) sino all'Hohbergjoch (3916 m); se la neve scarseggia o è presente ghiaccio vivo ci si sposta sulle rocce rotte della sua sponda destra, non molto solide ma nemmeno troppo difficili (II e passaggi di II+) ed attrezzate con solidi fittoni metallici nei punti che lo necessitano. Risalendo ora la cresta sud-est del Durrenhorn, si superano blocchi rocciosi e qualche salto più ripido (II) restando sempre nei pressi del filo di cresta, sino a guadagnarne la vetta. [3h-3h30]
In discesa si segue la via di salita, oppure per chi fosse alla ricerca di altri quattromila è possibile attraversare le cime della Nadelgrat sino al Nadelhorn, per poi scendere per la via normale di quest'ultimo (vedi Nadelhorn) alla Mischabelhutte, mentre per tornare alla Bordierhutte dal Windjoch si deve scavalcare l'Ulrichshorn per portarsi sul sottostante Riedgletscher e quindi al rifugio.

Cresta sud-est (traversata della Nadelgrat dal Nadelhorn al Durrenhorn)

La Nadelgrat è senza dubbio una delle più classiche traversate per cresta d'alta quota delle Alpi e pur non essendo troppo impegnativa tecnicamente, non è da sottovalutare per via della lunghezza e della varietà di situazioni da affrontare (roccia, neve e terreno misto spesso ghiacciato). Normalmente si preferisce iniziare la traversata dal Durrenhorn lasciando la facile e relativamente sicura discesa lungo la cresta nord-est del Nadelhorn alla fine dell'ascensione, ma è anche possibile percorrerla in senso inverso, lasciando per ultima la salita del Durrenhorn lungo la sua facile cresta sud-est. In questo caso la discesa si dovrà compiere lungo il ripido canalone nevoso (qualche pericolo di caduta sassi) che dall'Hohbergjoch scende sul Riedgletscher, oppure sfruttando le rocce rotte della sua sponda sinistra (scendendo). Occorre inoltre prestare attenzione ai crepacci sia sull' Hohbalmgletscher che sul Riedgletscher, specie nelle ore pomeridiane.

Difficoltà: AD ( II+ / 45° )
Dislivello: 1000m + 1250m (Mischabelhutte) o 1250m + 1750m (Bordierhutte)
Tempo: 2h-3h + 6h30-7h30 (Mischabelhutte) o 3h30-4h + 9h30-10h30 (Bordierhutte)

Per raggiungere la Mischabelhutte da Saas Fee (1792 m) si può salire in funivia alla Hannigalp (2349 m). Da qui si segue il sentiero segnalato per la Mischabelhutte che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l'Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più). Lo si segue (segnalazioni) su terreno elementare quindi si sale alla cresta rocciosa sulla destra, ignorando un'evidente deviazione (vecchio sentiero, sbarrato) verso sinistra. Occorre risalire lungo un sentiero attrezzato con infissi, cavi metallici ed una scaletta, sino a raggiungere le due costruzioni della Mischabelhutte (3340 m).
Per salire alla Bordierhutte invece da Gasenried (1659 m) si segue il sentiero che si inoltra nella valle del Riedbach, da attraversare più a monte. Si prosegue per il bosco, si oltrepassa un bivio per S.Niklaus, quindi su terreno più aperto si raggiungono le baite di Alpja (2099 m). Da qui, lungo un avvallamento, si raggiunge la cresta di una morena e la si segue sino a mettere piede sul Riedgletscher (2770 m). Ora si deve risalire il ghiacciaio, facendo attenzione a qualche crepaccio; lo si attraversa in direzione della sponda opposta (segnalazioni) da dove si può già vedere il rifugio; un ultimo tratto su sentiero porta alla Bordierhutte (2886 m).

Dalla Mischabelhutte si seguono le tracce di sentiero lungo la facile cresta rocciosa (evidenti segnalazioni all'inizio; si supera anche una scala metallica), sino a raggiungere il punto dove si stacca verso destra la traccia sull'Hohbalmgletscher, diretta verso il Nadelhorn. All'inizio la traccia può non essere molto evidente a causa del ghiaccio scoperto e dei numerosi crepacci attraverso i quali è necessario districarsi (attenzione col buio di prima mattina) per raggiungere la parte di ghiacciaio più tranquilla dove la traccia è solitamente ben marcata. Con percorso facile e quasi pianeggiante, ma facendo sempre attenzione all'eventuale presenza di crepacci, ci si porta ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch. Superata la crepaccia terminale lo si risale in diagonale verso destra in direzione dell'Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3850 m, 1h-1h30).
Per giungere qui dalla Bordierhutte, invece, dopo aver ripercorso per un breve tratto il sentiero che arriva al rifugio, si traversa a sinistra (segnalazioni), per portarsi sulla morena laterale del Riedgletscher, che occorre percorrere interamente sino a mettere piede sul ghiacciaio. Compiendo un ampio giro verso sinistra per evitare una zona crepacciata, ci si dirige verso la base di uno sperone roccioso che scende dal Balfrin. Dopo averlo raggiunto si può proseguire direttamente risalendo il ghiacciaio lungo un tratto ripido e ricco di crepacci, oppure spostarsi sulle rocce rotte dello sperone e proseguire su questo per guadagnare i facili pendii soprastanti del ghiacciaio. Per evitare problemi coi numerosi e pericolosi crepacci che difendono la salita diretta al Windjoch, si prosegue lungo il ghiacciaio restando sulla sinistra sin nei pressi del Riedpass (3565 m), quindi lungo facili pendii nevosi si giunge in vetta all'Ulrichshorn (3925 m); si scende poi al Windjoch lungo la sua nevosa, breve e stretta cresta sud-ovest. [4h-4h30]
Ci si rivolge ora alla nevosa cresta nord-est del Nadelhorn, che inizia con un tratto piuttosto ripido ma largo dove la traccia è solitamente comoda e ben marcata, per proseguire poi più aerea ed affilata, inizialmente quasi pianeggiante poi più ripida. In caso di neve dura o ghiaccio, la traccia (che taglia il ripido pendio poco sotto il filo di cresta) si fa più stretta e delicata e può richiedere attenzione. Un paio di affioramenti rocciosi possono essere superati direttamente oppure aggirati sulla destra su neve anche ripida, sino a raggiungere il roccioso tratto finale della cresta. Nel primo tratto si può scegliere se stare a destra del filo su neve (40°, sconsigliabile con ghiaccio) oppure a sinistra su rocce rotte e sfasciumi (punti di II-), a tratti sfruttando cengie e tracce di sentiero. E' possibile ma non necessario proseguire anche lungo l'ultimissima parte di cresta, dove la via si fa un più ripida, fino alla vetta del Nadelhorn (4327 m): si risale prima sul filo roccioso della cresta, quindi ci si sposta leggermente a sinistra in un vago canalino (II-), da seguire fino alla cima; si dovrà poi ridiscendere quest'ultimo ultimo tratto per tornare al punto in cui risulta conveniente piegare in direzione della cresta di collegamento allo Stecknadelhorn. [2h-2h30]
Si attraversa un ripido pendio nevoso (molto delicato in caso di ghiaccio) lasciando sulla propria sinistra il filo della cresta nord-ovest, dove spicca un evidente gendarme roccioso, fino a raggiungere la sella nevosa sottostante lo Stecknadelhorn; se le condizioni del pendio nevoso non sono buone ci si mantiene sul filo di cresta, si scavalca il gendarme (II+) e si prosegue quindi su terreno più facile sino alla sella. Per neve e un breve salto di roccette (II-) si guadagna la vetta dello Stecknadelhorn (4241 m, 1h).
Se ne discende la cresta nord-ovest, irta di spuntoni e gendarmi, sfruttando le cengie e i salti rocciosi sulla sinistra del filo (anche abbassandosi parecchio sul versante occidentale; graffi di ramponi sulle rocce come riferimento), piuttosto ripidi nella prima parte e meno allontanandosi dalla vetta (II, passaggi di II+) sino a raggiungere lo Stecknadeljoch (4142 m). Da qui, percorendo la facile e nevosa cresta est dell'Hohberghorn, se ne guadagna la vetta. [1h]
Si scende lungo la cresta nord-ovest, inizialmente per terreno facile (roccette e neve), poi superando sulla destra (scendendo) un tratto verticale su blocchi e rocce non del tutto solide (II). Si arriva alla sottostante cresta nevosa, lungo la quale (si supera alla fine qualche facile roccetta) si raggiunge la sella dell'Hohbergjoch (3916 m). Ora non resta che risalire la cresta sud-est del Durrenhorn superando blocchi rocciosi e qualche salto più ripido (II); si resta sempre nei pressi del filo di cresta, fino alla vetta. [1h30]
In discesa si ripercorre la via di salita solo fino all'Hohbergjoch; da qui si scende a sinistra (est) lungo il ripido canalone nevoso (45°, caduta sassi) che porta sul sottostante Riedgletscher. Se le condizioni della neve non sono buone, ci si può spostare sulle rocce della sua sponda sinistra (scendendo), piuttosto rotte ma non difficili (II e passaggi di II+) ed attrezzate con alcuni fittoni metallici, utili per l'assicurazione. Raggiunta la conca nevosa del Riedgletscher, per tornare alla Bordierhutte lo si attraversa verso nord-est (crepacci) lasciando sulla destra una serraccata. Per la Mischabelhutte, si può scegliere se risalire direttamente in direzione del Windjoch (3850 m) passando sopra alla serraccata (dovendo però attraversare dei tratti con numerosi e pericolosi crepacci ed una terminale spesso non facile da superare) oppure come alternativa abbassarsi (qualche crepaccio) verso il Riedpass (3565 m) da dove, risalendo facili pendii nevosi, si arriva in vetta all'Ulrichshorn (3925 m); se si scende lungo la sua breve e stretta cresta sud-ovest si arriva al Windjoch (soluzione che richiede un po' più di tempo e 200 metri in più di dislivello rispetto alla prima, ma certamente più sicura, specie nel pomeriggio). Si prosegue ora lungo l'intinerario già percorso in salita attraverso l'Hohbalmgletscher ed il facile crestone roccioso che conduce alla Mischabelhutte (4h-5h dal Durrenhorn).

Cresta nord-ovest (Nadelgrat integrale dal Durrenhorn al Nadelhorn)

La piramide rocciosa del Durrenhorn può anche essere salita lungo la cresta nord-ovest creando i presupposti per l'interessante traversata integrale della Nadelgrat. La cresta nord-ovest è leggermente più impegnativa della cresta sud-est, sia per l'avvicinamento più lungo attraverso il crepacciato Riedgletscher ed il ripido canalone del Durrenjoch che per le difficoltà tecniche che si incontrano, ma è soprattutto molto meno frequentata. Infatti, presentando roccia decisamente friabile e spesso dei tratti ghiacciati piuttosto insidiosi e delicati (specie ad inizio stagione), non risulta molto attraente per la gran parte degli alpinisti che percorrono la Nadelgrat e viene perciò spesso trascurata, ma proprio per questo regala a chi la sale la possibilità di apprezzare maggiormente quasi sempre in solitudine l'ambiente circostante e la soddisfazione di compiere una salita di questo genere. Consigliabile portare con sè qualche fettuccia, un paio di viti da ghiaccio ed alcuni dadi o friends.

Difficoltà: AD+ ( III / 50° )
Dislivello: 1000m + 1600m (Mischabelhutte) o 1250m + 1650m (Bordierhutte)
Tempo: 2h-3h + 8h-10h (Mischabelhutte) o 3h30-4h + 8h30-10h (Bordierhutte)

Per raggiungere la Mischabelhutte da Saas Fee (1792 m) si può salire in funivia alla Hannigalp (2349 m). Da qui si segue il sentiero segnalato per la Mischabelhutte che taglia a mezzacosta le morene sottostanti l'Hohbalmgletscher sino a raggiungere il sentiero proveniente direttamente da Saas Fee (che richiede 1h-2h e 550 m di dislivello in più). Lo si segue (segnalazioni) su terreno elementare quindi si sale alla cresta rocciosa sulla destra, ignorando un'evidente deviazione (vecchio sentiero, sbarrato) verso sinistra. Occorre risalire lungo un sentiero attrezzato con infissi, cavi metallici ed una scaletta, sino a raggiungere le due costruzioni della Mischabelhutte (3340 m).
Per salire alla Bordierhutte invece da Gasenried (1659 m) si segue il sentiero che si inoltra nella valle del Riedbach, da attraversare più a monte. Si prosegue per il bosco, si oltrepassa un bivio per S.Niklaus, quindi su terreno più aperto si raggiungono le baite di Alpja (2099 m). Da qui, lungo un avvallamento, si raggiunge la cresta di una morena e la si segue sino a mettere piede sul Riedgletscher (2770 m). Ora si deve risalire il ghiacciaio, facendo attenzione a qualche crepaccio; lo si attraversa in direzione della sponda opposta (segnalazioni) da dove si può già vedere il rifugio; un ultimo tratto su sentiero porta alla Bordierhutte (2886 m).

Dalla Mischabelhutte si seguono le tracce di sentiero lungo la facile cresta rocciosa (evidenti segnalazioni all'inizio; si supera anche una scala metallica), sino a raggiungere il punto dove si stacca verso destra la traccia sull'Hohbalmgletscher, diretta verso il Nadelhorn. All'inizio la traccia può non essere molto evidente a causa del ghiaccio scoperto e dei numerosi crepacci attraverso i quali è necessario districarsi (attenzione col buio di prima mattina) per raggiungere la parte di ghiacciaio più tranquilla dove la traccia è solitamente ben marcata. Con percorso facile e quasi pianeggiante, ma facendo sempre attenzione all'eventuale presenza di crepacci, ci si porta ai piedi del ripido pendio che sale in direzione del Windjoch. Superata la crepaccia terminale lo si risale in diagonale verso destra in direzione dell'Ulrichshorn (40°), quindi si traversa meno ripidamente a sinistra sino a raggiungere il Windjoch (3850 m, 1h-1h30).
Da qui, se le condizioni del ghiacciaio lo permettono (generalmente ad inizio stagione), si scende direttamente sul Riedgletscher superando a volte con difficoltà la terminale (meglio spostarsi un po' verso il Nadelhorn) lungo un pendio piuttosto ripido per un breve tratto; si taglia poi a mezza costa in leggera discesa il ghiacciaio, passando sopra ad una serraccata e facendo molta attenzione ai numerosi crepacci presenti. Dopo aver oltrepassato il canalone proveniente dall'Hohbergjoch, si scende un altro po' fino a raggiungere la base di quello che scende dal Durrenjoch, a nord del Durrenhorn. In alternativa, dal Windjoch si deve scavalcare il vicino Ulrichshorn (3925 m) salendo a destra lungo una breve e stretta cresta nevosa; si scende poi per un facile pendio nevoso in direzione del Riedpass (3565 m), si taglia sulla sinistra attraverso il Riedgletscher (qualche crepaccio) e si raggiunge infine la base del canalone; soluzione che richiede un po' più di tempo e 200 metri in più di dislivello, ma oggettivamente più sicura.
Dalla Bordierhutte, invece, dopo aver ripercorso per un breve tratto il sentiero che arriva al rifugio, si traversa a sinistra (segnalazioni), per portarsi sulla morena laterale del Riedgletscher, che occorre percorrere interamente sino a mettere piede sul ghiacciaio. Compiendo un ampio giro verso sinistra per evitare una zona crepacciata, ci si dirige verso la base di uno sperone roccioso che scende dal Balfrin. Dopo averlo raggiunto si può proseguire direttamente risalendo il ghiacciaio lungo un tratto ripido e ricco di crepacci, oppure spostarsi sulle rocce rotte dello sperone e proseguire su questo per guadagnare i facili pendii soprastanti del ghiacciaio. Da qui, attraversando in direzione sud-ovest la distesa glaciale (qualche crepaccio) ci si porta alla base del canalone proveniente dal Durrenjoch. Si risale il ripido canalone nevoso (45°) inizialmente sul suo fondo o sulle rocce rotte (II) della sua sponda destra (salendo); nella parte alta dove la pendenza aumenta (50°) se la neve come spesso accade non è in buone condizioni, conviene spostarsi sulle rocce di destra. Si sale inizialmente per una successione di canalini, diedri e roccette non difficili (II e passaggi di II+) ma di roccia decisamente instabile, sfruttando per le assicurazioni qualche raro spuntone più solido. Raggiunta sulla sinistra una rampa di rocce ancora friabili si arriva, dopo una breve spaccata tra due grossi massi, alla sommità di un terrazzo; si sale prima in verticale poi leggermente a destra attraverso una breccia tra massi incastrati (II) ed infine lungo un facile canalino di rocce rotte, giungendo in un’ampia nicchia al di sotto di un grande diedro verticale più impegnativo ma di roccia leggermente migliore. Il diedro è sbarrato da un grosso masso, e va superato salendo lungo la sua parete di destra (III); al suo termine si segue una più semplice rampa di rocce rotte e cengette erbose (II) che porta sul punto culminante di un poco pronunciato crinale, da dove per rocce rotte ed un ultimo canalino di rocce liscie (II) si guadagna la cresta poco sotto la vetta del Klein Durrenhorn. Da qui si scende facilmente al Durrenjoch, dove giunge da sinistra il ripido canalone nevoso. Qui si può anche arrivare dalla Bordierhutte evitando il canalone: dal rifugio si ridiscende lungo la via di salita riattraversando il Riedglescher (segnalazioni) per tagliare poi verso sinistra in direzione di un torrente a destra di un evidente canalone. Si risalgono le rocce della sponda sinistra dell'incassato torrente (II) per poi guadagnare, lungo pendii detritici e nevosi, la cresta soprastante poco a destra del Galenjoch (3303 m); seguendo quindi la cresta nei pressi del filo (II) e spostandosi un po' sulla destra solo per evitare dei rilievi più impegnativi, si giunge in vetta al Klein Durrenhorn (3890 m), da dove si scende al Durrenjoch, dapprima con una brevissima doppia su un ripido salto e poi lungo facili rocce. Dal colle si attacca la cresta nord-ovest del Durrenhorn per rocce friabili inizialmente non difficili ma che richiedono la massima attenzione; specie ad inizio stagione è facile incontrare tratti ghiacciati. Scavalcata una punta secondaria si scende brevemente ad un colletto, da dove si riprende a salire su rocce rotte sempre più ripide (II) con un paio di risalti più evidenti, seguiti da un piccolo sperone ben pronunciato di roccia marcia. Dopo un altro tratto di roccette nella parte alta della cresta si sale dapprima un tratto spesso ghiacciato, poi si segue un sistema di placcone inclinate ricche di lame e fessure (II+), quindi, arrivati in prossimità della vetta, si aggira a sinistra uno sperone roccioso e si risale una grossa placca fin sotto ad un salto verticale, da aggirare sulla sinistra (III). Superate le ultime facili roccette, si giunge in vetta al Durrenhorn (4035 m, 3h30-4h30).
Dal qui si scende lungo la sua cresta sud-est superando blocchi rocciosi e qualche salto più ripido (II) e restando sempre nei pressi del filo di cresta, fino all'Hohbergjoch (3916 m). Da qui si attacca per facili roccette la cresta nord-ovest dell'Hohberghorn. Si supera un tratto nevoso che porta alla base di un salto roccioso verticale, da superare sul suo lato sinistro per blocchi e rocce rotte (II); da qui non restano che un tratto nevoso e le ultime roccette che portano in vetta all'Hohberghorn (4219 m, 1h30).
Dopo essere scesi per la sua facile e nevosa cresta est allo Stecknadeljoch (4142 m), si risale la rocciosa cresta nord-ovest, irta di spuntoni e gendarmi, sfruttando le cengie e i salti rocciosi sulla destra del filo e tenendo come riferimento i numerosi graffi di ramponi sulle rocce (II e passaggi di II+); si guadagna infine per rocce piuttosto ripide la vetta dello Stecknadelhorn (4241 m, 1h).
Da qui si scende un breve salto di roccette (II-) e si giunge per neve ad una sella dove è possibile seguire lungo il filo la cresta che sale verso il Nadelhorn. Si scavalca un evidente gendarme roccioso lungo un diedro sulla destra (II+) e si raggiunge la cresta nord-est del Nadelhorn a poche decine di metri dalla vetta. Se le condizioni del ripido pendio nevoso sono buone è possibile tagliare per neve lasciando il gendarme ed il tratto roccioso sulla destra (sconsigliabile in caso di ghiaccio): si sbuca solo un po' più in basso sulla cresta nord-est. Lungo gli ultimi metri della via normale un ultimo facile canalino (II-) conduce in vetta al Nadelhorn (4327 m, 1h-1h30).
In discesa si segue la cresta nord-est sino al Windjoch; da qui sulla destra, lungo l'Hohbalmgletscher, si può scendere alla Mischabelhutte (2 ore dal Nadelhorn), oppure scavalcando l'attiguo Ulrichshorn si scende sul Riedgletscher (sconsigliabile per i crepacci la discesa diretta dal Windjoch) per tornare attraverso questo alla Bordierhutte (4 ore dal Nadelhorn).

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