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Zinalrothorn

4221 m

Cresta sud-est (e parte finale della cresta sud-ovest)

La salita allo Zinalrothorn è un’impresa per cui è necessario mettere in conto un notevole sforzo fisico, grazie in gran parte alla totale assenza di impianti meccanici che la facilitino. Per coprire i 1700 metri di dislivello tra Zermatt e la Rothornhutte occorrono 5 ore buone; non trascurabile nemmeno il fatto che lo stesso dislivello deve essere anche ridisceso il giorno successivo, dopo la fatica della cima. La via normale si sviluppa lungo la cresta sud-est, ma ne evita il ripido ed impegnativo tratto finale salendo attraverso la parete sud e la parte conclusiva della cresta sud-ovest. L'ascensione si può dividere nettamente in due parti: prevalentemente nevosa e tecnicamente facile in basso, diventa una scalata su roccia a tutti gli effetti (nevicate permettendo...) nella parte superiore dove si trova il passaggio chiave della salita, la famosa placca Biner. Complessivamente, se affrontata con un buon allenamento, è una salita divertente ed appagante, mai troppo esposta o stressante psicologicamente. Se non si va troppo fuori via la roccia risulta abbastanza buona e si trova anche qualche chiodo o cordino dove necessario; portare eventualmente fettucce e un paio di dadi o friends. Da togliere il fiato (più della quota) la vista su Cervino, Dent Blanche, Dent d'Herens e Obergabelhorn di cui si gode dalla cima: non è un caso che nonostante l'impegno fisico richiesto la via sia piuttosto frequentata.

Difficoltà: AD- ( III- / 30° )
Dislivello: 1700m + 1050m
Tempo: 5h + 4h-5h

Da Zermatt (1616 m), poco oltre la stazione ferroviaria si imbocca il ripido sentiero che risale con alcuni tratti piuttosto ripidi la gola della Triftschlucht sino al Trifthotel (2337 m). Da qui dopo gli alti pascoli di Vieliboden, si oltrepassa il piccolo laghetto del Triftsee (2579 m), con il panorama che si apre sui quattromila circostanti. Raggiunta la morena del Trift gletscher, la si rimonta per un ripido sentiero con numerose svolte sino all'ultimo tratto di pendio che può presentare neve o tracce di sentiero tra massi e sfasciumi morenici; si raggiunge infine la Rothornhutte (3178 m). [5h]

Dal rifugio si punta a nord e si attraversa il Rothorngletscher ai piedi della parete rocciosa a sinistra sino ad un canale nevoso; lo si risale fino ad individuare il camino roccioso (II) che permette di superare la parete nel punto più accessibile. Si continua quindi prima per facili rocce, poi in prevalenza su neve (qualche tratto di roccia in più se la stagione è secca) fino a raggiungere la cresta sud-est vera e propria. Qui è possibile salire direttamente per rocce facili (II) oppure evitare questo primo tratto stando a sinistra su neve (possibili lastroni di ghiaccio) sino al punto in cui si innesta da destra una cresta secondaria. Ora la cresta si fa meno ripida ma più stretta ed esposta, dapprima rocciosa poi nevosa (attenzione alla eventuali cornici), fino all'imponente edificio roccioso sommitale, alla quota 3912 m, dove inizia l'arrampicata. Inizialmente occorre abbandonare il filo di cresta per attraversare a mezza costa la parete sud con brevi passaggi ripidi (II) tra alcuni salti rocciosi; tagliando sempre verso sinistra (salendo) si supera un primo canale, quindi si prosegue sempre in traverso lungo cengie e roccette fino all'evidente canale generalmente nevoso che scende dalla forcella del Gabel. In caso di neve questo canale può essere risalito direttamente senza particolari pericoli di scariche spesso causate dalla presenza di numerose cordate; in alternativa, se si presenta detritico e/o troppo affollato, si può rimanere sulla sponda sinistra (II+) sino a raggiungere il marcato intaglio del Gabel. Dalla forcella si sale a destra lungo la parte finale della cresta sud-ovest; si accede alla cresta attraverso uno stretto passaggio oltre un pilastrino e una liscia lastra appoggiata, quindi si sale per un paio di tiri (II) sino alla base di un muro verticale, dove occorre spostarsi a sinistra sul versante ovest e scendere un saltino di un paio di metri per raggiungere la placca Biner. Facendo attenzione all'eventuale verglass, la si attraversa verso sinistra sino ad uno spigolo (III-, un paio di chiodi), dove si sale in verticale (possibilità di trovare una corda fissa) per rocce più semplici (II), fino a riguadagnare il filo di cresta. Da qui occorre evitare un gendarme con un'esposta traversata (II) sulla sinistra, quindi aggirare l'anticima a destra lungo una buona cengia ed infine, dopo essere scesi qualche metro ad un'ultima forcella, risalire un breve tratto di cresta per rocce facili raggiungendo l'artistica croce di vetta. [4h-5h]
In discesa si segue la via di salita; porre molta attenzione alle possibili scariche nel canale del Gabel (eventuali doppie).

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