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Dent Blanche

4357 m

Cresta sud (Wandfluegrat)

La Dent Blanche non è famosa come il Cervino ma è indubbiamente una splendida montagna, molto meno affollata dell'illustre vicino; priva di corde fisse o funivie che ne facilitino la salita, e lontana dal clamore pubblicitario, riesce a mantenere intatto quell'ideale di purezza orrmai così lontano da molti altri angoli delle nostre Alpi. La via normale lungo la cresta sud è una bella ascensione su terreno misto, abbastanza impegnativa, che richiede attenzione nell'arrampicata (specie in caso di verglass) e ottimo allenamento fisico: lo sviluppo della salita è notevole e il dislivello complessivo da affrontare in due giorni supera i 2500 metri. La salita lungo la cresta può essere divisa in due parti: risulta essere abbastanza facile sino al Gran Gendarme, per farsi decisamente più impegnativa nella seconda metà. Dato l'isolamento della vetta il panorama è eccezionalmente vasto, particolarmente impressionante sul Cervino e sulla Dent d'Herens.

Difficoltà: AD ( III / 35° )
Dislivello: 1700m + 850m
Tempo: 5h + 4h-6h

Da Ferpècle (1770 m), dapprima lungo la strada poi per sentiero, ci si porta all'alpe Bricola (2415 m). [1h30-2h]
Dopo aver ammirato la splendida visuale sulla Dent Blanche, si prosegue per pascoli su terreno aperto; di raggiunge e si attraversa la morena laterale del glacier des Manzettes, quindi si mette piede sul ghiacciaio stesso (attenzione ai tratti di ghiaccio vivo all'inizio). Lo si attraversa, normalmente lungo una buona traccia, poi si risale parallelamente alla cresta rocciosa del Roc Noire. Dopo aver superato un ultimo dosso nevoso, per un sentiero tra le rocce si giunge alla Cabane Roussier (o De La Dent Blanche; 3507 m). [3h-3h30]

Dal rifugio si risale la cresta, prima per rocce falici poi per neve, sino a raggiungere l'ampia sella della Wandfluelucke (3703 m). Da qui si segue la cresta sud, per facili blocchi rocciosi e neve, che non presenta difficoltà di rilievo fino ai piedi del Gran Gendarme. Per superarlo ci sono due possibilità: lo si può scalare direttamente per roccia solida (IV) oppure aggirarlo più facilmente sulla sinistra. In quest'ultimo caso, si salgono inizialmente delle placche rocciose (II) per entrare in un canalino che porta ad una forcella formata da un gendarme secondario; da qui si prosegue per un canale (spesso con verglass e pericoloso per le eventuali scariche provocate dalle cordate che percedono) che conduce (III, fittoni metallici per l'assicurazione) alla forcella a monte del Gran Gendarme. La cresta prosegue ora in prevalenza rocciosa, con alcune torri da superare: si puo farlo in vari modi (la difficoltà non supera mai il III) ma è preferibile aggirare la seconda torre sulla destra e la terza a sinistra (II+). L'ultima evidente torre rocciosa si supera traversando in orizzontale a sinistra per un tiro di corda, e tornando poi in cresta per placche e rocce verticali (III, qualche chiodo). Ora non resta che proseguire lungo la cresta che diviene nevosa, abbastanza facile ma un po' affilata in qualche tratto, sino alla vetta. [4h-6h]
In discesa possono essere utili, ma non indispensabili, alcune doppie, dapprima per calarsi dalle torri più pronunciate nella parte alta della cresta (portare qualche cordino o fettuccia per rinforzare le soste), quindi per ridiscendere il canale a lato del Gran Gendarme specie se ghiacciato (fittoni).

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