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Les Droites

4000 m

Cresta sud (per il pendio del Col des Droites)

Le Droites, imponente montagna che presenta due vette distinte delle quali solo l'orientale raggiunge i 4000 metri, sono tra le vette più belle e meno frequentate della zona del Monte Bianco. L'ambiente in cui si è immersi è a dir poco eccezionale, selvaggio ed incontaminato, circondati da un panorama mozzafiato; colpisce in particolar modo la vista sulla parete nord delle Grandes Jorasses. L'accesso alla cresta sud per il ripido pendio nevoso del col des Droites, se le condizioni sono buone, è più veloce e meno faticoso della via normale originale che sale per il canalino sul versante ovest della cresta sud. La roccia nel tratto del versante sud-est che porta alla cresta sud è piuttosto rotta, sporca e ricca di ghiaino e richiede attenzione costante; più solida, invece, nel tratto più tecnico della cresta sud. Salita pochissimo frequentata e non attrezzata, necessita almeno di qualche friend o dado, fettucce, cordini, ed un paio di viti da ghiaccio.

Difficoltà: AD ( III / 50° )
Dislivello: 900m + 1350m
Tempo: 3h-4h + 5h30-6h30

Da Chamonix si raggiunge il Montenvers (1876 m) con la storica ferrovia a cremagliera. Da qui si scende per il sentiero in buona parte attrezzato con scalette metalliche alla Mer de Glace. Si inizia a risalirla lungo un'evidente traccia che serpeggia tra grandi crepacci, che però ben presto sparisce. Si prosegue dapprima attraverso una zona ricca di detriti morenici, poi facendo un po' di slalom tra alcuni crepacci, mantenendosi sempre piuttosto sulla destra (salendo) rispetto al centro del ghiacciaio. Al termine di questa zona caotica la risalita prosegue senza più problemi di crepacci; occorre spostarsi progressivamente più a sinistra, evitando un ripido dosso del ghiacciaio. A questo punto è necessario attraversare più decisamente verso sinistra: il ghiacciaio è tagliato longitudinalmente dal profondo canyon di un impetuoso torrente glaciale, ed è necessario non farsi sorprendere troppo avanti, altrimenti l’attraversamento diventa impossibile. Si prosegue lungo il facile ghiacciaio puntando alle morene sulla sinistra, da costeggiare finchè si nota un evidente segnale (un bidone rosso sul filo della morena) che indica il punto dove abbandonare il ghiaccio. Si attraversa una zona con parecchi saliscendi tra gli sfasciumi morenici (a tratti ghiaccio affiorante), facendo attenzione agli ometti segnavia (molti purtroppo fuorvianti), sino a raggiungere una zona pianeggiante più tranquilla che conduce, con una breve risalita verso sinistra, all'attacco del sentiero attrezzato per il Refuge du Couvercle. All'inizio si devono superare alcune scalette verticali e piuttosto esposte, poi il sentiero prosegue alternando tratti facili ad altri verticali ma facilitati da infissi in stile ferrata. Al termine del tratto attrezzato si prosegue lungo il facile sentiero, fino a raggiungere il filo di una morena che conduce al Refuge du Couvercle (2687 m). [3h-4h]

Dal Refuge du Couvercle, ignorando la traccia che sale oltre il vecchio rifugio verso l'Aiguille Verte, si segue quella pianeggiante che passa subito sotto al caratteristico "coperchio" e che dopo pochi minuti scende ripida e poco evidente tra grossi massi sino a raggiungere il glacier de Talefre. Lo si percorre (pochi crepacci) lasciando a sinistra l'isolotto roccioso del Jardin de Talefre, e proseguendo in leggera salita oltre la base della cresta sud sino a raggiungere il pendio nevoso del Col des Droites. Nel primo tratto il pendio può essere risalito al centro per rocce rotte, oppure più sulla destra per neve (40°); ci si sposta quindi a sinistra (qualche crepaccio) nei pressi delle rocce del versante sud-est delle Droites. Si sale un ripido pendio (45°) compreso tra queste rocce ed uno sperone sulla destra (normalmente è presente una buona traccia, dato che questa è anche la via normale delle Courtes). Contornato lo sperone e raggiuntane per neve verso destra la sommità, si abbandona la traccia che prosegue a destra per le Courtes e si risale una poco marcata crestina nevosa, prosecuzione verso l'alto dello sperone, che sale in direzione delle Droites. Raggiunte sulla sinistra delle roccette molto rotte e ghiaiose (attenzione al ghiaccio), si sale ancora in verticale un breve ma ripido pendio nevoso (50°) che porta ad una cresta rocciosa secondaria del versante sud-est. Si arriva in arrampicata su rocce non solidissime (III) ad una bocchetta, da dove si intravede sulla sinistra la cresta sud che si raggiungerà più in alto. Ora si tende a salire in diagonale verso sinistra, su rocce in prevalenza solide ma un po' sporche (II) per via dei rarissimi passaggi; un grosso masso strapiombante va aggirato sulla sinistra (III). Si sale per rocce più facili (II) miste a neve fino a congiungersi a sinistra con la cresta sud.
Si è ora all'inizio di un salto verticale, da affrontare tenendosi tendenzialmente sul filo, anche se qui la cresta non è molto ben definita. Evitando i tratti più verticali, ci si sposta dapprima leggermente a sinistra per diedrini e canalini, quindi si torna verso destra (III) superando una placchetta per aggirare uno spigolo. Alla sommità del tratto verticale si potrà notare un caratteristico roccione arancio, rispetto al quale ci si deve tenere sulla destra. La via di salita è comunque contrassegnata, oltre che da rari segni di ramponi sulle rocce, da vecchie fettucce e cordini di sosta per lo più logori. Poco prima di uscire alla destra del masso arancione, si deve superare un caminetto che presenta una lama ben appigliata ma strapiombante (III) ed un'uscita delicata su rocce liscie (III). Per rocce più facili a tratti innevate si raggiunge la base di un pendio di neve che porta verso la vetta ormai visibile. Non conviene salirlo direttamente in direzione della vetta (55°) ma attraversarlo alla base orizzontalmente verso sinistra superando un dosso nevoso sino ad arrivare nei pressi della cresta, inizialmente rocciosa. Si risale il pendio nevoso a destra delle rocce (45°), fino a raggiungere più sopra la cresta, ormai interamente nevosa. Superato un tratto affilato, si prosegue più facilmente e su pendenze più moderate lungo il crinale nevoso, fin dove termina alla base di un salto roccioso poco sotto alla vetta. Si aggira un roccione verticale sulla destra per terreno misto, e si raggiunge un canalino (II) che permette di tornare a sinistra verso la cresta sommitale, raggiungibile per terreno misto con qualche breve tratto nevoso ripido (40°). Aggirato sulla sinistra un ultimo salto roccioso, si raggiunge la vetta. [5h30-6h30]

Per la discesa è consigliabile seguire l'intinerario di salita solo se si è stati particolarmente veloci e se le condizioni della neve sono più che buone, altrimenti il ripido pendio del Col des Droites può essere pericoloso. Nel tal caso può essere preferibile scendere lungo la via normale originale per la cresta sud e lungo il canalino del versante ovest della cresta. Se la neve non è buona, dall'uscita del canale conviene proseguire ancora lungo la cresta sud per una cinquantina di metri e scendere poi lungo le rocce della sua sponda sinistra (faccia a valle); si entrerà nel canalino solo nei pressi della sua crepaccia terminale, da superare o con una problematica doppia oppure con un bel salto (il punto migliore è il centro del canale, in corrispondenza della gola di scarico). Bisogna poi ancora fare attenzione agli insidiosi crepacci della parte alta del glacier de Talefre (meglio stare sulla destra scendendo) prima di raggiungere i dossi rocciosi che portano alla facile parte bassa del ghiacciaio ed alla risalita per il Refuge du Couvercle.

Cresta sud (per il canalino del versante ovest della cresta)

Questa è la via normale propriamente detta, oltre che il percorso seguito dai primi salitori, anche se le condizioni sembrano peggiorare di anno in anno. Già l'attraversamento del crepacciatissimo glacier de Talefre può presentare seri problemi, ma è soprattutto la crepaccia terminale alla base del canalino che da accesso alla cresta sud che può presentarne di insormontabili. Inoltre la qualità della roccia sulle sponde del canalino e nella parte bassa della cresta sud è pessima, molto friabile ed ingombra di detriti instabili pronti a cadere al minimo disturbo. Questo intinerario può essere preferito in discesa al precedente essendo più al riparo dai pericoli oggettivi (attenzione alle cadute di pietre nel canalino però, a tarda ora), specie quelli legati agli effetti del rialzo termico. Anche qui sono necessari friends, dadi, fettucce e qualche cordino, oltre ad un paio di viti se c'è pericolo di trovare ghiaccio. La frequentazione è molto scarsa; non è raro il caso di essere i soli al Couvercle interessati alle Droites.

Difficoltà: AD ( III / 50° )
Dislivello: 900m + 1350m
Tempo: 3h-4h + 6h-7h

Da Chamonix si raggiunge il Montenvers (1876 m) con la storica ferrovia a cremagliera. Da qui si scende per il sentiero in buona parte attrezzato con scalette metalliche alla Mer de Glace. Si inizia a risalirla lungo un'evidente traccia che serpeggia tra grandi crepacci, che però ben presto sparisce. Si prosegue dapprima attraverso una zona ricca di detriti morenici, poi facendo un po' di slalom tra alcuni crepacci, mantenendosi sempre piuttosto sulla destra (salendo) rispetto al centro del ghiacciaio. Al termine di questa zona caotica la risalita prosegue senza più problemi di crepacci; occorre spostarsi progressivamente più a sinistra, evitando un ripido dosso del ghiacciaio. A questo punto è necessario attraversare più decisamente verso sinistra: il ghiacciaio è tagliato longitudinalmente dal profondo canyon di un impetuoso torrente glaciale, ed è necessario non farsi sorprendere troppo avanti, altrimenti l’attraversamento diventa impossibile. Si prosegue lungo il facile ghiacciaio puntando alle morene sulla sinistra, da costeggiare finchè si nota un evidente segnale (un bidone rosso sul filo della morena) che indica il punto dove abbandonare il ghiaccio. Si attraversa una zona con parecchi saliscendi tra gli sfasciumi morenici (a tratti ghiaccio affiorante), facendo attenzione agli ometti segnavia (molti purtroppo fuorvianti), sino a raggiungere una zona pianeggiante più tranquilla che conduce, con una breve risalita verso sinistra, all'attacco del sentiero attrezzato per il Refuge du Couvercle. All'inizio si devono superare alcune scalette verticali e piuttosto esposte, poi il sentiero prosegue alternando tratti facili ad altri verticali ma facilitati da infissi in stile ferrata. Al termine del tratto attrezzato si prosegue lungo il facile sentiero, fino a raggiungere il filo di una morena che conduce al Refuge du Couvercle (2687 m). [3h-4h]

Dal Refuge du Couvercle, ignorando la traccia che sale oltre il vecchio rifugio verso l'Aiguille Verte, si segue quella pianeggiante che passa subito sotto al caratteristico "coperchio" e che dopo pochi minuti scende ripida e poco evidente tra grossi massi sino a raggiungere il glacier de Talefre. Si attraversa il facile ghiacciaio verso sinistra per raggiungere i levigati dossi rocciosi alla sinistra dell'isolotto roccioso del Jardin de Talefre, dove è evidente l'azione erasatrice del ghiacciaio ormai scomparso. Risaliti questi dossi sempre mantenendosi a sinistra del Jardin de Talefre, si mette piede sulla parte superiore del ghiacciaio, dove bisogna fare molta attenzione ai numerosi ed insidiosi crepacci, in particolare nel tratto che precede il ripido pendio (40°) che porta alla base del canalino; la soluzione migliore consiste nello stare piuttosto alti a sinistra (salendo), evitando di infilarsi sulla destra in un vero dedalo di fratture e voragini. Il superamento della terminale, normalmente aperta tra i 3 e i 10 metri in altezza può essere il punto chiave dell'ascensione: si può salire per le rocce del suo margine sinistro (faccia a monte) solide ma difficili, oppure per quelle del margine destro, più facili ma anche decisamente più instabili. Superata la terminale si può scegliere se risalire il canalino (consigliabile con neve buona) su pendenze per buona parte non impossibili (40°) ma che si fanno più serie al suo termine (50°), oppure le rocce del suo margine destro salendo, facili (II) ma molto friabili e terrose, per sbucare sulla cresta sud una cinquantina di metri più in basso dell'uscita del canale. Si risale ora la cresta, inizialmente anche su qualche tratto nevoso, poi esclusivamente per facili rocce rotte sempre friabili e ghiaiose (II), mantenendosi di preferenza nei pressi del filo.
Si raggiunge, tagliando verso destra, un salto verticale; qui la cresta non è molto definita, e bisogna salire con un po' d'intuito evitando i tratti più verticali. Raggiunta la confluenza con una cresta secondaria sulla destra (punto di innesto della via che sale dal pendio del Col des Droites, vedi sopra), ci si sposta dapprima leggermente a sinistra per diedrini e canalini, quindi si torna verso destra (III) superando una placchetta per aggirare uno spigolo. Alla sommità del tratto verticale si potrà notare un caratteristico roccione arancio, rispetto al quale ci si deve tenere sulla destra. La via di salita è comunque contrassegnata, oltre che da rari segni di ramponi sulle rocce, da vecchie fettucce e cordini di sosta per lo più logori. Poco prima di uscire alla destra del masso arancione, si deve superare un caminetto che presenta una lama ben appigliata ma strapiombante (III) ed un'uscita delicata su rocce liscie (III). Per rocce più facili a tratti innevate si raggiunge la base di un pendio di neve che porta verso la vetta ormai visibile. Non conviene salirlo direttamente in direzione della vetta (55°) ma attraversarlo alla base orizzontalmente verso sinistra superando un dosso nevoso sino ad arrivare nei pressi della cresta, inizialmente rocciosa. Si risale il pendio nevoso a destra delle rocce (45°), fino a raggiungere più sopra la cresta, ormai interamente nevosa. Superato un tratto affilato, si prosegue più facilmente e su pendenze più moderate lungo il crinale nevoso, fin dove termina alla base di un salto roccioso poco sotto alla vetta. Si aggira un roccione verticale sulla destra per terreno misto, e si raggiunge un canalino (II) che permette di tornare a sinistra verso la cresta sommitale, raggiungibile per terreno misto con qualche breve tratto nevoso ripido (40°). Aggirato sulla sinistra un ultimo salto roccioso, si raggiunge la vetta. [6h-7h]

Per la discesa è consigliabile seguire l'intinerario precedente (per il pendio del Col des Droites) se si è stati particolarmente veloci e se le condizioni della neve sono più che buone; in caso contrario il ripido pendio nevoso può essere pericoloso ed è preferibile scendere semplicemente lungo la stessa via di salita. La crepaccia terminale del canalino può essere superata o con una problematica doppia oppure con un bel salto (il punto migliore è il centro del canale, in corrispondenza della gola di scarico). Bisogna poi ancora fare attenzione agli insidiosi crepacci della parte alta del glacier de Talefre (meglio stare sulla destra scendendo) prima di raggiungere i dossi rocciosi che portano alla facile parte bassa del ghiacciaio ed alla risalita per il Refuge du Couvercle.

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