Aiguille Verte
4122 m
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Coulour Whymper, cresta est |
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L'Aiguille Verte, tra i quattromila più famosi ed ambiti, è una splendida montagna, elegante da ogni versante la si guardi (ed in modo particolare da nord, dal bacino d'Argentiere). Non presenta vie di salita (né soprattutto di discesa) tecnicamente facili; tra le più abbordabili e frequentate si annovera l'impegnativa salita dal versante sud per il couloir Whymper e la cresta est, che va effettuata ad inizio stagione quando solitamente le condizioni di innevamento favoriscono la progressione nel canalone, mentre a fine stagione, quando è più facile incontrare ghiaccio vivo, è preferibile la salita per la cresta del Moine. La partenza dal Refuge du Couvercle deve essere effettuata attorno alla mezzanotte, non solo per potersi gustare l'alba dalla vetta, ma soprattutto per evitare, in discesa, i problemi legati al rialzo termico, il deterioramento delle condizioni della neve e le pericolose scariche di ghiaccio e sassi. Tempo di salita e impegno variano molto in relazione alle condizioni del terreno e alla presenza o meno di una buona traccia. Se la neve nel canalone rende la discesa pericolosa, è possibile prendere in considerazione la cresta del Moine per il ritorno al Couvercle; soluzione comunque non semplice e che richiede parecchio tempo, specie quando non si conosce la via. Consigliate viti da ghiaccio, un paio di picche a testa ed obbligatorio l'uso del casco. |
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Difficoltà: |
AD ( II / 55° ) |
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Dislivello: |
900m + 1450m |
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Tempo: |
3h-4h + 5h-8h |
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Da Chamonix si raggiunge il Montenvers (1876 m) con la storica ferrovia a cremagliera. Da qui si scende per il sentiero in buona parte attrezzato con scalette metalliche alla Mer de Glace. Si inizia a risalirla lungo un'evidente traccia che serpeggia tra grandi crepacci, che però ben presto sparisce. Si prosegue dapprima attraverso una zona ricca di detriti morenici, poi facendo un po' di slalom tra alcuni crepacci, mantenendosi sempre piuttosto sulla destra (salendo) rispetto al centro del ghiacciaio. Al termine di questa zona caotica la risalita prosegue senza più problemi di crepacci; occorre spostarsi progressivamente più a sinistra, evitando un ripido dosso del ghiacciaio. A questo punto è necessario attraversare più decisamente verso sinistra: il ghiacciaio è tagliato longitudinalmente dal profondo canyon di un impetuoso torrente glaciale, ed è necessario non farsi sorprendere troppo avanti, altrimenti l’attraversamento diventa impossibile. Si prosegue lungo il facile ghiacciaio puntando alle morene sulla sinistra, da costeggiare finchè si nota un evidente segnale (un bidone rosso sul filo della morena) che indica il punto dove abbandonare il ghiaccio. Si attraversa una zona con parecchi saliscendi tra gli sfasciumi morenici (a tratti ghiaccio affiorante), facendo attenzione agli ometti segnavia (molti purtroppo fuorvianti), sino a raggiungere una zona pianeggiante più tranquilla che conduce, con una breve risalita verso sinistra, all'attacco del sentiero attrezzato per il Refuge du Couvercle. All'inizio si devono superare alcune scalette verticali e piuttosto esposte, poi il sentiero prosegue alternando tratti facili ad altri verticali ma facilitati da infissi in stile ferrata. Al termine del tratto attrezzato si prosegue lungo il facile sentiero, fino a raggiungere il filo di una morena che conduce al Refuge du Couvercle (2687 m). [3h-4h]
Dal Refuge du Couvercle si prende la traccia che sale lasciando sulla destra il vecchio rifugio posto sotto al caratteristico "coperchio". Attraverso il pendio di sfasciumi (ometti) che può presentare qualche tratto su neve ad inizio stagione, si raggiunge lungo un tratto piuttosto ripido, dove la traccia si fa poco evidente, la sommità della morena, e il successivo glacier de Talefre. Si risale il ghiacciaio, spesso percorso da una traccia, costeggiando alla base le pareti rocciose dell'Aiguille du Moine (qualche pericolo di caduta sassi; attenzione al primo pendio ripido in caso di ghiaccio), quindi si prosegue con un ampio giro a mezza costa alla volta dell'Aiguille Verte, evitando le zone più crepacciate, sino a giungere alla base del ripido pendio nevoso che porta all'evidente couloir Whymper (3400 m). Si risale il pendio aggirando alcuni ampi crepacci. [2h] Raggiunta l'ampia crepaccia terminale, la si supera generalmente sulla destra verso le rocce della Grande Rocheuse (passaggio che a stagione inoltrata può essere molto difficile); con molta neve si può passare anche al centro in corrispondenza del cono nevoso di scarico. Si raggiunge uno stretto canale secondario (pericolo di scariche, specie in discesa) che sale sulla destra parallelo al couloir principale, lo si risale per un tratto e si guadagna appena possibile il crinale di rocce e neve sulla sinistra. Si segue il crinale sino a raggiungere un evidente ramo laterale del couloir principale, che scende dalla Grande Rocheuse. Dopo aver attraversato anche questo canalone secondario (attenzione alle eventuali scariche), si guadagna la costola rocciosa posta a destra (salendo) del couloir Whymper, e la si risale per rocce rotte sin dove il crinale termina innestandosi nella verticale parete rocciosa della Grande Rocheuse. Ora occorre traversare obliquamente a sinistra portandosi nel solco principale del couloir Whymper, quindi lo si risale tenendosi sulla destra del pendio (50°, che diventano progressivamente 55° verso l'uscita) per raggiungere il col de la Grande Rocheuse. Da qui, ci si rivolge alla nevosa cresta est della Verte che senza grosse difficoltà tecniche (ma prestando la dovuta attenzione in alcuni tratti aerei alle eventuali e sempre pericolose cornici presenti) conduce in vetta. [3h-6h] In discesa si segue la stessa via ponendo attenzione alle condizioni della neve e alle possibili scariche; sulla costola rocciosa sono presenti degli ancoraggi da doppia: indispensabili due corde da almeno 50 metri. In alternativa si può decidere di scendere lungo la cresta del Moine (vedi sotto).
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Cresta del Moine |
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La cresta del Moine (cresta sud-ovest) rappresenta l'alternativa al couloir Whymper, anche se decisamente meno frequentata di quest'ultimo, e prende il nome dalla vicina Aiguille du Moine. E' una cresta in gran parte rocciosa con qualche tratto di neve e misto che presenta a tratti un'arrampicata sostenuta e continua, e dal percorso non sempre semplice da individuare, anche se in via sono presenti alcuni chiodi e cordini. La sua salita va preferibilmente effettuata quando la montagna si presenta asciutta, non innevata, quindi generalmente a fine stagione. Prevedere qualche dado e friends, oltre a cordini e fettucce (anche per sostituire eventualmente quelli meno affidabili, specie sulle doppie).
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Difficoltà: |
AD ( III / 45° ) |
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Dislivello: |
900m + 1450m |
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Tempo: |
3h-4h + 8h-9h |
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Da Chamonix si raggiunge il Montenvers (1876 m) con la storica ferrovia a cremagliera. Da qui si scende per il sentiero in buona parte attrezzato con scalette metalliche alla Mer de Glace. Si inizia a risalirla lungo un'evidente traccia che serpeggia tra grandi crepacci, che però ben presto sparisce. Si prosegue dapprima attraverso una zona ricca di detriti morenici, poi facendo un po' di slalom tra alcuni crepacci, mantenendosi sempre piuttosto sulla destra (salendo) rispetto al centro del ghiacciaio. Al termine di questa zona caotica la risalita prosegue senza più problemi di crepacci; occorre spostarsi progressivamente più a sinistra, evitando un ripido dosso del ghiacciaio. A questo punto è necessario attraversare più decisamente verso sinistra: il ghiacciaio è tagliato longitudinalmente dal profondo canyon di un impetuoso torrente glaciale, ed è necessario non farsi sorprendere troppo avanti, altrimenti l’attraversamento diventa impossibile. Si prosegue lungo il facile ghiacciaio puntando alle morene sulla sinistra, da costeggiare finchè si nota un evidente segnale (un bidone rosso sul filo della morena) che indica il punto dove abbandonare il ghiaccio. Si attraversa una zona con parecchi saliscendi tra gli sfasciumi morenici (a tratti ghiaccio affiorante), facendo attenzione agli ometti segnavia (molti purtroppo fuorvianti), sino a raggiungere una zona pianeggiante più tranquilla che conduce, con una breve risalita verso sinistra, all'attacco del sentiero attrezzato per il Refuge du Couvercle. All'inizio si devono superare alcune scalette verticali e piuttosto esposte, poi il sentiero prosegue alternando tratti facili ad altri verticali ma facilitati da infissi in stile ferrata. Al termine del tratto attrezzato si prosegue lungo il facile sentiero, fino a raggiungere il filo di una morena che conduce al Refuge du Couvercle (2687 m). [3h-4h]
Dal Refuge du Couvercle si prende la traccia che sale lasciando sulla destra il vecchio rifugio posto sotto al caratteristico "coperchio". Attraverso il pendio di sfasciumi (ometti) che può presentare qualche tratto su neve ad inizio stagione, si raggiunge lungo un tratto piuttosto ripido, dove la traccia si fa poco evidente, la sommità della morena, e il successivo glacier de Talefre. Si risale il ghiacciaio, spesso percorso da una traccia, costeggiando alla base le pareti rocciose dell'Aiguille du Moine (qualche pericolo di caduta sassi; attenzione al primo pendio ripido in caso di ghiaccio), quindi si prosegue con un ampio giro a mezza costa alla volta dell'Aiguille Verte, evitando le zone più crepacciate. Poco prima di raggiungere la base del ripido pendio nevoso che porta verso il couloir Whymper (3350 m, 1h30-2h) si taglia a sinistra e si risale il pendio nevoso (crepacci) che può presentare anche qualche tratto ghiacciato, puntando alla base di un canalone nevoso obliquo che si immette nel ghiacciaio ai piedi della guglia del Cardinal. Superata la crepaccia terminale, si abbandona il canale salendo per cenge e roccette sulla sinistra (II) verso l'intaglio posto a nord-est del Cardinal; una cinquantina di metri prima di raggiungere l'intaglio, si taglia verso destra e si segue la cresta mantenendosi qualche decina di metri sotto il filo, sino a raggiungere la forcella posta tra il Cardinal e l'Aiguille Verte (3633 m) e l'origine del canalone iniziale. Superato un ripido salto (III), si segue la cresta verso la Verte sfruttando delle cenge sulla destra, fino a raggiungere una forcella su una cresta secondaria, dove è presente un'evidente gendarme (3800 m). Si prosegue dapprima lungo la cresta, poi superando sulla destra delle placche (II e passaggi di III) e alcuni tratti di misto, sino a raggiungere un punto dove è ben visibile il couloir Whymper. Da qui ci si dirige verso la cresta soprastante inizialmente lungo un canale che termina a camino (II e III) ed in seguito superando alcune placche rocciose lungo la linea di minor difficoltà (II) sino a guadagnare il filo di cresta. Lo si segue per un tratto, quindi si prosegue leggermente a destra del filo e si evita, sempre sulla destra, un'ultimo gendarme roccioso. Per facili rocce e neve si raggiunge la vetta. [8h-9h] In discesa si segue la via di salita, eventualmente con qualche doppia (5h-7h dalla vetta al refuge du Couvercle).
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