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Mont Blanc du Tacul

4248 m

Versante nord-ovest e cresta ovest

Il Mont Blanc du Tacul è una montagna notevole e complessa, ottimo connubbio tra neve e granito, ricca com'è di impervie goulotte e di estetici pilastri di granito. La via normale per il versante nord-ovest e la parte finale della cresta ovest è un itinerario su neve e ghiaccio normalmente ben tracciato e senza particolari difficoltà, ad eccezione di quelle dei ghiacciai di alta quota; può talvolta essere molto valangoso a causa della neve ventata sul pendio aperto (salita sconsigliata dopo nevicate abbondanti). Certi anni possono incontrarsi difficoltà nel superamento del grande crepaccio al principio del pendio; è possibile trovarlo attrezzato con una scala. Se così non fosse, l'aggiramento di questo e di qualche altro crepaccio, specie a stagione avanzata, può presentare brevi tratti (anche ghiacciati) molto ripidi.

Difficoltà: PD ( 45° )
Dislivello: 750m
Tempo: 2h30-3h

Dall'Aiguille du Midì (3795 m, raggiungibile in funivia da Chamonix), dopo esser sbucati dalla galleria scavata nella roccia, si scende dapprima lungo una nevosa ed aerea cresta (attenzione a possibili crepacci in prossimità dell'attacco) normalmente attrezzata con una corda fissa, quindi lungo un più facile pendio, che all'inizio può presentare qualche crepaccio. Costeggiata la base della rocciosa parete est dell'Aiguille du Midì, si raggiunge l'ampia comba nevosa del Col du Midì (3532 m); il colle è raggiungibile anche dal Rifugio Torino, attraverso la Vallèe Blanche, con una fatica supplementare di 2 ore e 300 m di dislivello. [0h30]
Se si preferisce avere un punto di appoggio, dal colle si può raggiungere in pochi minuti il soprastante Refuge des Cosmiques (3613 m).
Attraversato il vasto plateau, si sale il versante nord-ovest del Tacul, dove generalmente è presente una buona traccia, inizialmente in diagonale verso destra per attraversare i pendii tagliati da muri di crepacci e seracchi (40/45°), raramente impegnativi (ed attrezzati); a volte l'aggiramento del primo seracco (e poi di qualche altro crepaccio) può presentare qualche metro su pendio decisamente più ripido (50/55°). In seguito il pendio diviene meno ripido e lo si affronta più direttamente, con qualche facile zig-zag; si supera un ultimo tratto dove l'inclinazione torna ad aumentare, e si raggiunge la spalla occidentale del Mont Blanc du Tacul, formata dalla parte superiore della sua cresta ovest, nel punto in cui questa si fa più orizzontale a formare un'ampia sella. Da qui si segue verso sinistra l'ampia cresta nevosa, non molto ripida; si raggiunge infine la cima lungo un breve canalino più ripido. [2h-2h30]

Cresta sud-est (traversata delle Aiguilles du Diable)

La cresta sud-est del Mont Blanc du Tacul è caratterizzata dalla presenza delle Aiguilles du Diable, cinque ardite guglie rocciose la cui traversata è una classica quanto difficile arrampicata in alta quota. Su tutte le guglie l'arrampicata è aerea ed esposta, spesso elegante, mai facile, e si svolge in ambiente superbo su di un ottimo granito compatto. Durante la salita al col du Diable, specie se la neve è scarsa, bisogna fare attenzione alla eventuali scariche di sassi. I chiodi strettamente necessari sono in posto, ma è consigliabile comunque portare con sè un assortimento di dadi e friends. Occorre anche una buona esperienza per effettuare senza complicazioni le necessarie ed esposte calate in corda doppia. L'Isolée, la più alta e la più evidente di tutte le guglie, non si trova sul filo di cresta come le altre, ma sorge sul lato del Cirque Maudit ed è perciò evitabile in caso di ritardo o tempo avverso.

Difficoltà: D+ ( IV+ / 40° )
Dislivello: 900m
Tempo: 9h-11h

Dal rifugio Torino (3375 m) si sale al col des Flambeaux, da cui lungo il glacier du Geant si raggiunge il Cirque Maudit, passando a nord della Tour Ronde, fino a portarsi alla base del canale che scende dal col du Diable. Si passa la crepaccia terminale (impegnativa se è molto aperta) quindi si sale per neve verso lo sperone che sale verso la Pointe Chaubert. Su terreno misto si guadagna il canalone nevoso che risalito direttamente (in annate secche meglio stare sul bordo roccioso di destra) porta al col du Diable (3955 m). Seguendo la cresta ci si porta sotto la Corne du Diable, che occorre aggirare a sinistra per raggiungere la breche Chaubert. Da qui, volendo, si può salire in vetta alla Corne du Diable lungo la sua parete nord-ovest seguendo delle fessure (III); se ne scende effettuando una breve corda doppia che riporta alla breche Chaubert. Proseguendo lungo la traversata si sale in vetta alla Pointe Chaubert (4074 m) seguendo lo spigolo est, inizialmente per una placca (IV+, chiodi) poi per rocce leggermente meno difficili (IV). La discesa alla breche Mediane si effettua con due doppie da 30 metri. Si attacca quindi la parete sud-est della Pointe Mediane (4097 m) salendo verso destra su rocce non difficili sino ad un bel diedro. Lo si sale per 25 metri (IV, chiodi), poi si traversa verso destra per pochi metri ad una fessura con dei sassi incastrati (IV), che permette di guadagnare lo spigolo sud-est, lungo il quale per salti rocciosi si arriva ad una terrazza. La cima è composta da tre blocchi che formano due finestre; attraverso la finestra di sinistra si sale brevemente al blocco di vetta. Tornati alla finestra, si effettua una doppia di 30 metri con un leggero pendolo lungo un camino del versante nord, per raggiungere la breche Carmen (è anche possibile portarsi alla finestra di destra, fare una doppia di 25 metri, quindi raggiungere la breche Carmen traversando per rocce non difficili). Ora occorre salire verso destra per una ventina di metri lungo delle fessure (IV) che incidono la parete sud-est della Pointe Carmen (4109 m) facendo attenzione all'eventuale presenza di ghiaccio, sino ad una terrazza. Da qui, continuando a seguire delle fessure (IV), si aggira l'anticima orientale per il versante nord, fino a giungere dopo 20 metri ad un'altra terrazza tra le due punte sommitali. Volendo si segue la breve cresta sino in vetta alla più alta punta occidentale. Tornati alla terrazza ci si cala, da sotto la punta occidentale, con due doppie (30+25 metri) fino alla breche du Diable. Da qui si aggira a destra l'Isolée, che non è sul filo di cresta ma spostata sul lato sud, semplicemente proseguendo lungo la cresta sino ad arrivare alla breche de l'Isolée, a monte della guglia, che risulta perciò evitabile (la salita dell'Isolée prevede un passaggio di V grado; la difficoltà complessiva rimane D+, ma bisogna aggiungere 1-2 ore in più sul tempo totale). Per scalare l'Isolée (4114 m) si deve scendere per 15 metri lungo il canale che si origina dalla forcella e scende nel versante sud, sino a raggiungere una fessura che sale lungo la parete nord-est. La si risale (IV) sino a raggiungere una lama staccata che forma uno strapiombo. Lo si supera e si prosegue in verticale per un paio di metri; si esce poi a sinistra sullo spigolo est, che si sale lungo un evidente diedro (V, chiodi) sino ad una terrazza. Ora si seguono delle fessure meno difficili (III) sino alla vetta. Si scende dapprima con una doppia sino alla terrazza posta sullo spigolo est, quindi con un'altra doppia in obliquo di 25 metri che riporta all'attacco nel canale, da dove in breve si risale alla breche de l'Isolée. Da qui si continua a seguire la cresta stando leggermente a destra del filo; quando, raggiunto un salto roccioso, diventa più verticale, ci si sposta a destra attraversando un canale. Raggiunta una costola, la si risale e, raggiunta verso sinistra una cresta secondaria, la si segue sino alla vetta. [9h-11h]
La discesa si effettua per la via normale lungo la cresta ovest e il versante nord-ovest (vedi sopra), facendo attenzione ai crepacci e ad alcuni tratti ripidi; si raggiunge il col du Midì da dove è possibile salire in breve al Refuge des Cosmiques, oppure tornare al rifugio Torino attraverso la Vallée Blanche ed il col des Flambeaux. [4h-5h]

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