Grand Pilier d'Angle
4243 m
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Cresta sud (Cresta di Peuterey) |
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Il Grand Pilier d'Angle, che risulta essere tra i quattromila più difficili e meno frequentati, è essenzialmente una spalla del Monte Bianco, localizzata lungo la cresta di Peuterey nel punto in cui questa, salendo dal col de Peuterey, cambia nettamente orientamento piegando verso ovest. L'interesse alpinistico del Grand Pilier d'Angle è però notevole, e non esistono vie facili per raggiungerne la vetta; la salita lungo la cresta di Peuterey, pur non essendo certamente una passeggiata, è la meno complicata tecnicamente oltre ad essere di una straordinaria eleganza, svolgendosi lungo una delle creste più belle, classiche e famose dell'intera cerchia alpina. La via di "discesa" migliore consiste sicuramente nel proseguire la salita sino a raggiungere la vetta del Monte Bianco, per poi scendere lungo una delle sue facili vie normali. In questa ascensione, oltre ad un'adeguata preparazione tecnica e fisica per salite di questo genere in alta quota, sono fondamentali delle condizioni meteo adeguate; è assolutamente sconsigliabile farsi sorprendere dal maltempo su questa cresta... Attenzione in particolar modo ai crepacci nell'attraversamento del ghiacciaio di Freney ed all'aerea cresta sommitale dell'Aiguille Blanche de Peuterey. In via si trovano raramente dei chiodi. |
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Difficoltà: |
D+ ( IV / 50° ) |
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Dislivello: |
1000m + 1100m + 1500m |
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Tempo: |
3h + 4h30-7h + 12h-18h |
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Da Plan Veny (1565 m), presso l'area di picnic Miage, si segue inizialmente una stradina sterrata, quindi si prende un sentiero (indicazioni) che dopo aver attraversato un bosco ed il torrente Freney, risale delle pietraie moreniche sino alla base di una parete rocciosa attrezzata con catene in stile ferrata. Superato il salto roccioso, un bel sentiero lungo il dosso dell'Aiguille du Chatelet conduce al rifugio Monzino (2561 m). [3h]
Dal rifugio Monzino si segue la traccia per l'ex rifugio Gamba, per facili prati. Da qui ci si tiene sulla destra e si segue il sentiero fino alla cima del crinale morenico. Ci si porta quindi ai piedi dell'Aiguille Croux, e si risale poi per sfasciumi e neve sino a raggiungere una fascia rocciosa. La si supera lungo una rampa verso destra e, dal nevaio seguente, ci si porta a sinistra in uno stretto canalino roccioso, lungo il quale si guadagna il colle dell'Innominata (3205 m). [2h-3h] Si discende con un paio di doppie il ripido canale dell'opposto versante fino a raggiungere il ghiacciaio di Freney. Lo si attraversa, facendo estrema attenzione ai numerosissimi e pericolosi crepacci, in direzione del canale proveniente dalla breche nord des Dames Anglaises. Dopo averlo raggiunto, lo si risale (sul fondo se nevoso, oppure lungo le rocce sulla sinistra) restando in alto nello stretto ramo di sinistra del canalone, superato il quale si raggiungono alcune rocce che portano, verso sinistra, al bivacco Craveri (3491 m). [2h30-4h]
Dal bivacco si scende per qualche metro, si attraversa verso sinistra sul versante di Freney sotto un ripido salto roccioso, e si raggiunge un camino. Lo si risale (III) per tornare poi ad attraversare per cengette verso un canale (II e passaggi di III) con alcune placchette, che permette di raggiungere (III) un intaglio su di una cresta secondaria orientata a sud-ovest. Da qui si sale sulla destra un canale di una decina di metri (III) oltre il quale delle rocce più facili conducono alla cresta sud-est dell'Aiguille Blanche (3650 m). Si prosegue brevemente sul filo di cresta sino ai piedi di un risalto, dove occorre traversare a destra sul versante della Brenva per 30 metri, per proseguire poi in obliquo per neve e rocce rotte, oltrepassando due costole rocciose ai piedi della Punta Gugliermina. Raggiunta una terza costola la si risale per rocce non difficili ma non molto stabili (prestare attenzione) sino a ritornare sul filo della cresta principale in corrispondenza di una puntina rocciosa (3920 m). Da qui si scende ad un intaglio che precede una torre rocciosa, che va aggirata sulla sinistra per roccia buona (IV) ma con qualche passaggio aereo ed esposto, per riguadagnare ancora una volta il filo di cresta che diviene ora più semplice, larga e nevosa, sino alla punta sud-est dell'Aiguille Blanche (4107 m). Si scende lungo un caminetto di rocce rotte alla sottile ed affilata cresta nevosa che unisce la punta sud-est alla centrale e la si supera con percorso aereo ed esposto, per raggiungere infine su roccia piuttosto rotta la vetta principale. [5h-6h] Proseguendo ancora per cresta nevosa aerea, ci si porta alla vetta nord-ovest che può essere salita su roccia o aggirata sul versante di Freney su terreno misto (spesso ghiacciato). Occorre ora scendere in obliquo verso il col de Peuterey, fino a raggiungere un'evidente spalla rocciosa; con un paio di doppie lunghe sul versante nord-ovest (ancoraggi in posto, verificare sempre la tenuta) si oltrepassa anche la crepaccia terminale e si raggiunge il col de Peuterey (3934 m). Da qui, chi non volesse proseguire verso il Monte Bianco (specie nel caso di condizioni meteo avverse) può optare per la discesa verso il rifugio Monzino per i Rochers Gruber: dal colle si scende verso il bacino del Freney (sud-ovest) e si guadagna una cresta nevosa, dapprima ampia poi molto stretta, che più in basso diviene rocciosa (terreno misto); si continua quindi la discesa stando nei pressi delle rocce a sinistra sino a raggiungere un ripido salto roccioso. Traversando un po' sulla destra verso il filo dello sperone, si individuano i chiodi per la prima doppia necessaria: con 7 calate lunghe (tutte le soste sono attrezzate con chiodi) si scende per lo spigolo dello sperone roccioso portandosi sul sottostante ghiacciaio del Freney che si deve attraversare (numerosi e pericolosi crepacci) con percorso complicato; ci si porta verso le rocce dell'Innominata, sino a guadagnare la base del ripido e non semplice canale, da risalire (roccia e ghiaccio) per raggiungere il colle dell'Innominata; da qui si scende più facilmente (vedi sopra) al rifugio Monzino. [dalla vetta dell’Aiguille Blanche 6h-9h] Dal col de Peuterey, invece, per proseguire la traversata verso il Bianco ed il Grand Pilier d'Angle si deve attraversare un po' a sinistra (versante Freney) per superare la crepaccia terminale (difficile) dove l'inclinazione del pendio è inferiore; ci si riporta poi verso destra alla cresta rocciosa che senza grandi difficoltà conduce alla vetta del Grand Plier d'Angle (4243 m). [dalla cima della Blanche 4h-7h] Proseguendo lungo la cresta si evita un notevole gendarme aggirandolo sulla destra, quindi, dopo aver scavalcato anche un ulteriore rilievo roccioso (4308 m) si giunge all'inizio di una cresta nevosa. Si risale la cresta nevosa (a volte ghiacciata) la cui inclinazione aumenta sempre di più, prestando attenzione alle cornici presenti, sino ad un ultimo ripido pendio nevoso (50°, spesso ghiacciato e sbarrato da una notevole cornice sommitale) che conduce al Monte Bianco di Courmayeur (4765 m). [2h-3h30] Da qui si segue la cresta nevosa orizzontale (cornici) scavalcando le modeste rocce della Tourette (4747 m) che precedono la sella nevosa del col Major (4742 m, insidiose cornici sulla destra), da dove lungo un facile dosso nevoso si giunge in vetta al Monte Bianco (4807 m). [1h-1h30] Per la discesa (vedi Monte Bianco) si può optare per la traversata verso l'Aiguille du Midì (3-4 ore sino al Refuge des Cosmiques) ma è sicuramente più pratico seguire la cresta delle Bosses sino al Refuge Vallot (1 ora) per poi decidere se proseguire per il Refuge du Gouter (2 ore dalla vetta) verso Chamonix (con rientro in bus a Courmayeur) oppure scendere direttamente verso la val Veny al rifugio Gonella (3-4 ore).
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