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Quartiere nero di Memphis -- Quando finalmente ci siamo accorti di essere entrati in Memphis, abbiamo anche constatato di essere andati troppo giù in città. Infatti ci siamo addentrati in un quartiere nero dove avevamo letteralmente gli occhi puntati addosso. Ma, una volta trovata la Elvis Presley Boulevard, ci siamo sentiti a casa ed abbiamo quindi potuto tirare un sospiro di sollievo.
Arrivo in Hotel (Elvis Presley's Heartbreak Hotel) -- Il nostro hotel era a poche centinaia di metri dalla casa di Elvis: Graceland, e lui era il sovrano. Partendo dalle foto in camera, alla musica in filodiffusione, tutto era in suo onore!
Visita notturna a Graceland -- Dopo cena è stata irresistibile la tentazione di fare una prima visita all'esterno di Graceland. Contrariamente a quanto si possa pensare, Elvis ha sempre avuto un contatto diretto con i suoi fan, infatti il muro di cinta è così basso che anche un bambino potrebbe scavalcarlo. Quando era vivo, numerose volte i suoi ammiratori non hanno resistito alla tentazione e sono entrati. Non potrò mai dimenticare l'emozione che ho provato a vedere il cancello con le note, la casa ed il viale illuminati, il muro in pietra con messaggi sopra i messaggi e la serie infinita di date e firme sfumate negl'anni. Quei sassi erano consumati dalle mani delle persone intente a rievocare qualcosa che è stato e che sarà per sempre, persone come noi. Lì, nel silenzio rotto dal passaggio di qualche macchina, c'era qualcosa di vivo che mi illuminava la memoria. Rivedevo i sound check prima delle serate, i pomeriggi interi spesi a provare canzoni come If You Don't Come Back o Devil In Disguise: canzoni del King.
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