-
Che cosa ne pensi di questa storia, Dobos?, chiese Grifis.
Dobos guardò il suo boccale di birra vuoto e, nei fiumi dell’alcol non
rispose qualcosa al suo amico: quello che aveva sentito e visto quel giorno non
aveva senso e voleva solamente non pensarci.
Grifis alzò le spalle, cercando di fare come l’amico, ma non poteva. Il
ricordo di Yado e di quello che aveva fatto non faceva altro che tormentarlo.
Nel frattempo Falagar e Eric stavano nelle loro camere, nella locanda, cercando
di dormire per non pensare. Dopo quello che era successo era meglio per tutti
parlarne domani.
Mai Keor e Lobont erano scomparsi: avevano salutato gli amici e deciso che era
meglio non vedersi per un po’. Mai detestava i maghi umani che facevano
sarcasmo e Lobont era stato richiamato dal suo tempio, per non aver adempito ai
propri doveri di sacerdote.
Zeross
pensava. Cercava di ricordare le parole del demone: “trova quel libro entro
tre mesi o la tua anima sarà
mia”. Cercava di cancellare il male dentro di lui.
- Salve Zeross, disse Vokail.
Zeross si girò nella direzione dell’uomo e lo maledisse: lui sapeva qualcosa,
certamente.
- Salve a te, studioso o forse dovrei chiamarti servitore del dio delle
menzogne?, disse Zeross malizioso.
- Fai come ti pare: comunque io non sono l’unico a dire menzogne, mi sembra,
disse Vokail, appositamente ad alta voce.
Zeross non cadde nel tranello, ma prese la sua birra e si spostò in un tavolo
lontano da quell’individuo sinistro: come faceva lui a sapere così tante cose
su di lui?
- Perché mi eviti, figlio di Xellas?, disse Vokail.
Zeross lo squadrò per bene: la veste nera di Vokail pendeva dolcemente sul suo
corpo scolpito. Vokail gli stava sorridendo. Che cosa voleva quell’uomo da
lui?
Prima che Zeross potesse ribattere, Vokail uscì dalla locanda, lasciando
solamente una beffarda risata che irritava Zeross.
Il
giorno dopo Zeross, Falagar (che si era ripreso dallo shock), Dobos, Grifis e
Eric, si trovarono di buona mattina, per fare colazione insieme. Decisero di non
menzionare più quello che era successo il giorno prima.
Invece decisero di andare dalla vedova di Weregund il mercante per cercare di
fare qualcosa.
Si diedero da fare e, con il consenso di Mounguryn, riaprirono il giorno dopo il
negozio di Weregund, in modo di aiutare il più possibile la vedova e i suoi tre
figli.
Quel giorno si presentarono da loro solamente tre clienti, chiedendo
informazioni e vari attrezzi: sulla sera si presentò anche un uno grande e
grosso, intenzionato a comprare un ascia. Zeross fece un buon affare.
- Non è andata affatto male per essere il primo giorno, no?, chiese sorridendo
Eric.
Gli altri annuirono con un mezzo sorriso, cercando di convincere anche se
stessi.
- Ho scoperto che ci mancano alcuni articoli e che la carovana che doveva
portarli è bloccata sulla strada per Teshwave a causa della neve, disse
Falagar.
Tutti si guardarono sorpresi alla affermazione del mago: sembra seriamente
intenzionato a..
- .. andremo noi a recuperare quel carico, lasciando a qualcuno la gestione del
negozio: credo che non ci saranno problemi a trovare qualcuno disposto, per
denaro ovviamente, disse il mago.
Zeross e Dobos si guardarono e cominciarono a ridere: chi di loro sapeva guidare
un carro su una pista così difficile?
- Io sono disposto a venire con voi, se lo desiderate, rispose un uomo.
L’uomo era alto, muscoloso e con uno sguardo penetrante: vestiva con ricchi
abiti e portava un’armatura di ottima fattura, con sopra il simbolo di Helm.
Un paladino?
Fatta conoscenza, l’uomo si presentò come Ras Malkam e dato che era in cerca
di compagni di viaggio per il nord, pensava che non c’era di meglio che
persone simpatiche come Eric e gli altri.
- Penso che si possa fare: ora basta trovare qualcuno che ci sostituisca in
negozio. Penso che in due settimane dovremmo essere di ritorno.
Il giorno dopo partirono alla volta di Teshwave, seguendo la strada che
attraversava tutta la valle, costeggiando la foresta degli elfi e Mith Drannor,
la città delle meraviglie (ora la città della morte).
Quando, la sera si fermarono, la neve stava scendendo copiosa, riducendo
drasticamente la visibilità: per questo, temendo i banditi, Dobos, Zeross, Ras
e Grifis si organizzarono per la notte, stabilendo dei turni di guardia.
La notte però portò ben altro.
In cerca di cibo e attratti dalle provviste che
c’erano sul carro, un branco di lupi cominci ad ululare minaccioso,
mettendo in allarme tutti sul carro. Quando i lupi cominciarono a farsi più
audaci, spingendosi sempre più vicino al carro, Ras scoccò delle frecce di
avvertimento, per spaventare i lupi; dal canto loro però non demordevano e anzi
cominciarono ad attaccare i viaggiatori.
Mentre Zeross e Falagar usavano la magia per ferire leggermente i lupi, un lupo
saltò addosso a Dobos, ferendolo ad un braccio e causando in lui una furia che
si sfogò in diversi fendenti di spada contro i lupi. Vedendolo in difficoltà
anche gli altri cominciarono ad attaccare i lupi, finché tutti non furono
dispersi.
- Non male come inizio, eh?, disse in tono sarcastico Zeross.
Gli
altri giorni di viaggio trascorsero tranquilli, finché il gruppetto non trovò
la una carovana ai margini della strada: era stata completamente depredata dai
banditi e le era stato dato fuoco; era proprio la carovana che aspettavano a
Shadowdale.
Mentre proseguivano, videro in lontananza il fumo di alcuni camini: Teshwave era
di fronte a loro. Dopo aver trovato un posto per il carro e aver dato da
mangiare ai cavalli, tutti tranne Ras entrarono in locanda per potersi mangiare
qualcosa.
Nel frattempo Ras stava cercando il tempio di Helm di quel luogo, quando un uomo
lo fermò: era vestito in modo molto appariscente ed aveva un stranissima
acconciatura. Era forse un chierico di Liira?
- Cerca qualcosa straniero, chiese gentilmente lo sconosciuto.
- Si, vorrei sapere se qui c’è un tempio di Helm: sarebbe molto gentile da
parte sua indicarmelo.
L’uomo, che si presentò come Naunt Dohan, accompagnò Ras sino al tempio e lo
salutò con una vigorosa stretta di mano.
Eric
dal canto suo aveva già trovato qualcuno che faceva la sua stessa professione:
era riuscito a contattarlo lasciando alcuni segni specifici sulle pareti di case
abbandonate di Teshwave.
- Se vuoi far parte del nostro gruppo devi rubare un libro al mago che abita in
quella casa laggiù, gli aveva detto l’uomo, se fallisci, sei morto, se ce la
fai, sei uno dei nostri.
Eric era sicuro di farcela: aveva studiato un buon piano ed era riuscito già a
rubare alcune cosette dal negozio del mercante della città, quando decise di
tornare al carro dei suoi amici: non aveva sicuramente fretta e non voleva
rischiare più del necessario, vista l’atmosfera di Teshwave.
Da molto tempo Teshwave era sotto la giurisdizione di Zhentil Keep, che aveva
mandato alcuni soldati per presidiare la città: tutta la gente onesta di quei
luoghi doveva sopportare ogni giorno i soprusi di governanti corrotti. Ma non
era questo che a Eric interessava: a lui preoccupava il fatto che tutte quelle
guardie girassero per la città.
Nel
frattempo, al carro stavano accorrendo guardie: due maghi stava scappando nella
direzione di Dobos e gli altri, seguiti da almeno dieci guardi. Uno dei due
cadde trafitto dalle frecce di una guardia, mentre l’altro correva nella
direzione di Dobos chiedendo aiuto.
Quando Eric vide la situazione, decise di non rischiare, ma rimanere invece
appollaiato su un albero, cercando di aiutare da lì i suoi amici, in caso di
bisogno.
Le guardie però imposero a Grifis, Dobos, Ras e Naunt (che stavano discutendo
di teologia), Falagar di arrendersi: all’esitazione del gruppo, una delle
guardie colpì Dobos con una freccia. La situazione precipitò quando Grifis
estrasse la spada e cominciò a colpire le guardie.
In men che non si dica furono arrestati e sbattuti in cella per aver ucciso guardie
di Zhentil Keep, tutti tranne Eric e Zeross.