Quando
Xellas fu mandato a Candlekeep per studiare la magia, era insieme ad altri cento
giovani: il meglio delle famiglie della costa della spada era riunito, per
assistere alle selezioni che molti maestri stavano eseguendo in quei giorni per
scegliere il loro successore.
Xellas ed il suo amico Ion furono i prescelti da Alikaz, famoso mago del mare
senza tracce. Quando le selezioni finirono, Xellas salutò per l’ultima volta
i suoi genitori, sapendo nel proprio cuore che non li avrebbe mai più rivisti:
loro invece erano fiduciosi che i suoi studi sarebbero stati brevi e fruttuosi.
Non
si rividero mai più.
Xellas
e Ion furono teletrasportati sull’isola che Alikaz aveva eretto a sua dimora:
lì passarono anni felici, mentre le loro menti venivano plasmate per utilizzare
la magia. Quando il loro addestramento finì, erano maggiorenni: per la loro età
erano già maghi potentissimi.
Xellas
e Ion fecero ritorno sul continente amici più che mai e, mentre scendevano da
una nave a Waterdeep, Xellas si innamorò perdutamente di una donna. Volle a
tutti i costi che diventasse sua, nonostante la differenza di età. Ion cercò
di dissuaderlo, ma Xellas era fuori di se per la furia: non credeva più
nell’amico. Vedeva in Ion quello che era. Un avversario all’interno della
gilda dei maghi e un rompiscatole fuori.
Qui finì l’amicizia dei due maghi.
Xellas finì per sposare la donna, ma attirando molte antipatie nello stretto
ambiente di Waterdeep: Xellas era arrogante, superbo e con una voglia smisurata
di potere. La cosa non andava bene all’interno della gilda dei maghi, che per
il suo atteggiamento lo espelle dall’ordine. Ion cercò con tutte le sue forze
di fermare gli altri maghi, ma fallì.
I due non si rividero mai più.
-
I miei ricordi non sono molto chiari riguardo l’infanzia, disse Zeross.
- Quello che ricordo era che vivevo con Xellas, mio padre, all’interno di una
grotta, in un posto di cui non ricordo più l’ubicazione. Comunque passai
molti anni ad allenarmi con la magia (a cui mio padre teneva in modo
particolare) e alla spada (grazie a maestri che mio padre faceva venire da ogni
parte di Toril).
- Quello che successe poi me lo ricordo perfettamente: mio padre partì per un
lungo viaggio, dai cui tornò dopo due anni. Aveva con se un libro di
incantesimi che io non avevo mai visto e dopo poco tempo mi mise in animazione
sospesa, mentre dormivo.
- Quando mi risvegliai, attorno a me tutto era cambiato: ero in ombroso costone
di una montagna e una voce tenebrosa mi parlava, imponendomi di partire alla
ricerca del libro di Xellas, se non volevo morire, finì Zeross.
Tutti si guardarono stupiti, mentre Zeross terminava il suo racconto: Ion, dal
canto suo sorrideva, per un gioco che solo lui conosceva.
- E mi vuoi dire che sei alla ricerca di quel libro, adesso? Tutto perché una
voce ti ha detto di trovarlo?, chiese Dobos stupito.
Zeross guardò l’amico e poi abbassò lo sguardo e parlò:
- Non è solo per la voce.. io Dobos, ho visto un demone dell’abisso, detto
questo Zeross si incupì parecchio.
Lobont e Grifis si guardarono stupefatti e un po’ perplessi: qualcosa non
tornava in quella storia. Chi era quell’uomo e cosa c’entrava con Zeross e
con loro?
- Ma tua madre dov’era?, chiese Mai.
- Non lo so: io non ho mai conosciuto mia madre, rispose cupo Zeross.
Eric nel frattempo era sgattaiolato furtivamente dietro al trono su cui era
seduto l’uomo, per cercare una posizione favorevole nel caso le cose si
mettessero veramente male. Quando fu sicuro che l’uomo non potesse vederlo,
estrasse il pugnale e …
- Ti conviene salvare il nostro amico se non vuoi finire molto male: immagino
che tu sappia a chi mi riferisco, vero?, disse Eric mentre teneva il pugnale
sulla gola dell’uomo.
Ion rimase sorpreso dall’iniziativa dell’halfling e si diede da fare:
pronunciò un incantesimo sotto lo sguardo preoccupato di tutti.
- Dannazione, ma in che cavolo di situazione mi sono messo?, si chiese Falagar.
Il drago non si era limitato ad aprirsi un varco fuori dalla grotta, ma stava
volando sempre più in alto, come se volesse arrivare sino dagli dei.
Falagar nel frattempo si stava tenendo stretto, sicuro che prima o poi il drago
lo avrebbe ucciso: si stava già preparando all’idea, quando qualcosa si mosse
nella sua mente… poteva funzionare se giocava tutte le sue carte. Decise di
darsi da fare…
Falagar riempì i polmoni più che poté e gridò:
- Fermati subito!
Ankglash dal canto suo sentì benissimo l’umano, ma decise di ignorarlo:
doveva prima orientarsi per capire dov’era e poi cercare la strada di casa,
Zhentil Keep.
Falagar sentì una fitta al cuore quando il drago cambiò rapidamente direzione:
non poteva resistere per molto, dato che le sue mani stavano già sanguinando
per lo sforzo compiuto. Le scaglie di drago non erano affatto un buon appiglio.
- Ascolta! Io sono il grande Falagar e ti ordino, in nome di Helm di fermarti,
gridò Falagar.
Ankglash si fermò di colpo e, usando la magia, rimase sospeso per aria,
concentrandosi sull’umano. Chi aveva nominato?
- Zitto!, pronunciò Ankglash, di chi sei servo? Di quel vigliacco di Helm? Che
venga lui in persona a sfidarmi!
Falagar comprese di aver fatto un grosso errore per cui aggiunse:
- Come Helm? Io dicevo.. (pensò in fretta ad una divinità malvagia..) ..
Cyric!
Ankglash restò stupito e per la prima volta guardò bene l’umano: era vestito
di bianco, era un mago eppure diceva di essere un servitore di un dio
sconosciuto: lo prese con una delle sue zampe e si guardò intorno osservando
meglio il luogo dove era stato rinchiuso; molte cose erano cambiate, mentre lui
era intrappolato..
- Parla, che cosa ne è stato di Bhaal? , ruggì Ankglash.
- è stato ucciso da Helm ed ora Cyric domina al suo posto!, rispose con affanno
Falagar.
Ankglash inveì nella sua lingua contro Helm ed i suoi servitori, quando decise
di uccidere il mago: pensò al modo più doloroso possibile e decise per lo
sfracellamento..
Falagar ebbe per un attimo la vittoria in pugni quando sentì che la stretta del
drago si allentava su di lui, ma con orrore vide il baratro sotto i suoi piedi.
Vedeva Shadowdale piccola come un fagiolo.
Quando cominciò a cadere, senti una magia in atto: che il drago volesse
divertirsi con lui?
Cominciò a pregare: forse Helm gli avrebbe dato veramente una mano.
Quando il mago completò l’incantesimo, per un attimo le luci delle torce
tremarono, ma tutto si placò quando Falagar comparve di fronte a tutti. Dobos
fu il primo a soccorrerlo.
- Sta bene, è solo svenuto, disse Lobont.
Zeross nel frattempo si era mosso verso lo sconosciuto, mentre completava
l’incantesimo, notando alcuni importanti particolari: la stanza nella quale
stavano loro era perfettamente cubica ed era, sul soffitto, coperta di rune
molto particolareggiate, che gli facevano supporre che qualche potente magia
fosse in atto.
- Sarà meglio che tu ci spieghi qualcosa, disse Grifis incavolato nero, basta
con le bugie! Chi sei tu?
L’uomo socchiuse gli occhi e rispose:
- Il mio nome è Ion ed ero il miglior amico di Xellas, più di trecento anni
fa, disse Ion in tono solenne.
Tutti si guardarono perplessi, mentre Ion continuava il suo racconto.
- Quando io e Xellas eravamo appena usciti dalla scuola di magia, lui si innamorò
perdutamente di un donna. Il destino vuole che io non ricordi neppure il suo
nome, ma ricordo bene cosa successe in seguito.
Io e Xellas litigammo per quella donna (che era più vecchia di noi) e ci
separammo per sempre. Quando infine venni a sapere che lui aveva avuto un figlio
non lo ritenni possibile: quella donna era morta da molto tempo prima che tu,
Zeross, nascessi. Comunque scoprii che tua madre fu uccisa da un drago
d’argento: per questo tuo padre impazzii.
Molti anni dopo venni a sapere che aveva costruito un incantesimo in grado di
uccidere qualsiasi drago e che lo stava consegnandolo alle forze oscure in
cambio del potere che tanto desiderava.
Per questo sono qui. Perché l’ho tradito: io ho confidato quello che stava
facendo ai draghi buoni, che lo distrussero per sempre.
Sono rinchiuso qui per scontare in eterno la mia colpa: aver tradito un amico.
Quando Ion finì il racconto, Zeross si appoggiò alla colonna. Ora tutto aveva
un senso: le forze del male volevano quel libro per poter usare l’incantesimo
annienta drago e per questo l’avevano risvegliato, sicuri che lui sapesse dove
fosse il libro.
- Ma che razza di storia è questa?, chiese spazientito Grifis.
Ion lanciò uno sguardo di disapprovazione al guerriero e lo scaraventò sul
muro con un solo gesto della mano, allarmando tutti.
Eric cerco con tutte le forze di penetrare il collo della sua vittima, ma da Ion
non sgorgava sangue.
- Ve l’ho già detto: io starò qui in eterno. Io non posso morire. Sono già
morto