Capitolo VI: Xellas il mago

 

Quando Xellas fu mandato a Candlekeep per studiare la magia, era insieme ad altri cento giovani: il meglio delle famiglie della costa della spada era riunito, per assistere alle selezioni che molti maestri stavano eseguendo in quei giorni per scegliere il loro successore.
Xellas ed il suo amico Ion furono i prescelti da Alikaz, famoso mago del mare senza tracce. Quando le selezioni finirono, Xellas salutò per l’ultima volta i suoi genitori, sapendo nel proprio cuore che non li avrebbe mai più rivisti: loro invece erano fiduciosi che i suoi studi sarebbero stati brevi e fruttuosi.

Non si rividero mai più.

Xellas e Ion furono teletrasportati sull’isola che Alikaz aveva eretto a sua dimora: lì passarono anni felici, mentre le loro menti venivano plasmate per utilizzare la magia. Quando il loro addestramento finì, erano maggiorenni: per la loro età erano già maghi potentissimi.

Xellas e Ion fecero ritorno sul continente amici più che mai e, mentre scendevano da una nave a Waterdeep, Xellas si innamorò perdutamente di una donna. Volle a tutti i costi che diventasse sua, nonostante la differenza di età. Ion cercò di dissuaderlo, ma Xellas era fuori di se per la furia: non credeva più nell’amico. Vedeva in Ion quello che era. Un avversario all’interno della gilda dei maghi e un rompiscatole fuori.
Qui finì l’amicizia dei due maghi.
Xellas finì per sposare la donna, ma attirando molte antipatie nello stretto ambiente di Waterdeep: Xellas era arrogante, superbo e con una voglia smisurata di potere. La cosa non andava bene all’interno della gilda dei maghi, che per il suo atteggiamento lo espelle dall’ordine. Ion cercò con tutte le sue forze di fermare gli altri maghi, ma fallì.
I due non si rividero mai più.

- I miei ricordi non sono molto chiari riguardo l’infanzia, disse Zeross.
- Quello che ricordo era che vivevo con Xellas, mio padre, all’interno di una grotta, in un posto di cui non ricordo più l’ubicazione. Comunque passai molti anni ad allenarmi con la magia (a cui mio padre teneva in modo particolare) e alla spada (grazie a maestri che mio padre faceva venire da ogni parte di Toril).
- Quello che successe poi me lo ricordo perfettamente: mio padre partì per un lungo viaggio, dai cui tornò dopo due anni. Aveva con se un libro di incantesimi che io non avevo mai visto e dopo poco tempo mi mise in animazione sospesa, mentre dormivo.
- Quando mi risvegliai, attorno a me tutto era cambiato: ero in ombroso costone di una montagna e una voce tenebrosa mi parlava, imponendomi di partire alla ricerca del libro di Xellas, se non volevo morire, finì Zeross.
Tutti si guardarono stupiti, mentre Zeross terminava il suo racconto: Ion, dal canto suo sorrideva, per un gioco che solo lui conosceva.
- E mi vuoi dire che sei alla ricerca di quel libro, adesso? Tutto perché una voce ti ha detto di trovarlo?, chiese Dobos stupito.
Zeross guardò l’amico e poi abbassò lo sguardo e parlò:
- Non è solo per la voce.. io Dobos, ho visto un demone dell’abisso, detto questo Zeross si incupì parecchio.
Lobont e Grifis si guardarono stupefatti e un po’ perplessi: qualcosa non tornava in quella storia. Chi era quell’uomo e cosa c’entrava con Zeross e con loro?
- Ma tua madre dov’era?, chiese Mai.
- Non lo so: io non ho mai conosciuto mia madre, rispose cupo Zeross.
Eric nel frattempo era sgattaiolato furtivamente dietro al trono su cui era seduto l’uomo, per cercare una posizione favorevole nel caso le cose si mettessero veramente male. Quando fu sicuro che l’uomo non potesse vederlo, estrasse il pugnale e …
- Ti conviene salvare il nostro amico se non vuoi finire molto male: immagino che tu sappia a chi mi riferisco, vero?, disse Eric mentre teneva il pugnale sulla gola dell’uomo.
Ion rimase sorpreso dall’iniziativa dell’halfling e si diede da fare: pronunciò un incantesimo sotto lo sguardo preoccupato di tutti.

- Dannazione, ma in che cavolo di situazione mi sono messo?, si chiese Falagar.
Il drago non si era limitato ad aprirsi un varco fuori dalla grotta, ma stava volando sempre più in alto, come se volesse arrivare sino dagli dei.
Falagar nel frattempo si stava tenendo stretto, sicuro che prima o poi il drago lo avrebbe ucciso: si stava già preparando all’idea, quando qualcosa si mosse nella sua mente… poteva funzionare se giocava tutte le sue carte. Decise di darsi da fare…
Falagar riempì i polmoni più che poté e gridò:
- Fermati subito!
Ankglash dal canto suo sentì benissimo l’umano, ma decise di ignorarlo: doveva prima orientarsi per capire dov’era e poi cercare la strada di casa, Zhentil Keep.
Falagar sentì una fitta al cuore quando il drago cambiò rapidamente direzione: non poteva resistere per molto, dato che le sue mani stavano già sanguinando per lo sforzo compiuto. Le scaglie di drago non erano affatto un buon appiglio.
- Ascolta! Io sono il grande Falagar e ti ordino, in nome di Helm di fermarti, gridò Falagar.
Ankglash si fermò di colpo e, usando la magia, rimase sospeso per aria, concentrandosi sull’umano. Chi aveva nominato?
- Zitto!, pronunciò Ankglash, di chi sei servo? Di quel vigliacco di Helm? Che venga lui in persona a sfidarmi!
Falagar comprese di aver fatto un grosso errore per cui aggiunse:
- Come Helm? Io dicevo.. (pensò in fretta ad una divinità malvagia..) .. Cyric!
Ankglash restò stupito e per la prima volta guardò bene l’umano: era vestito di bianco, era un mago eppure diceva di essere un servitore di un dio sconosciuto: lo prese con una delle sue zampe e si guardò intorno osservando meglio il luogo dove era stato rinchiuso; molte cose erano cambiate, mentre lui era intrappolato..
- Parla, che cosa ne è stato di Bhaal? , ruggì Ankglash.
- è stato ucciso da Helm ed ora Cyric domina al suo posto!, rispose con affanno Falagar.
Ankglash inveì nella sua lingua contro Helm ed i suoi servitori, quando decise di uccidere il mago: pensò al modo più doloroso possibile e decise per lo sfracellamento..
Falagar ebbe per un attimo la vittoria in pugni quando sentì che la stretta del drago si allentava su di lui, ma con orrore vide il baratro sotto i suoi piedi. Vedeva Shadowdale piccola come un fagiolo.
Quando cominciò a cadere, senti una magia in atto: che il drago volesse divertirsi con lui?
Cominciò a pregare: forse Helm gli avrebbe dato veramente una mano.
Quando il mago completò l’incantesimo, per un attimo le luci delle torce tremarono, ma tutto si placò quando Falagar comparve di fronte a tutti. Dobos fu il primo a soccorrerlo.
- Sta bene, è solo svenuto, disse Lobont.
Zeross nel frattempo si era mosso verso lo sconosciuto, mentre completava l’incantesimo, notando alcuni importanti particolari: la stanza nella quale stavano loro era perfettamente cubica ed era, sul soffitto, coperta di rune molto particolareggiate, che gli facevano supporre che qualche potente magia fosse in atto.
- Sarà meglio che tu ci spieghi qualcosa, disse Grifis incavolato nero, basta con le bugie! Chi sei tu?
L’uomo socchiuse gli occhi e rispose:
- Il mio nome è Ion ed ero il miglior amico di Xellas, più di trecento anni fa, disse Ion in tono solenne.
Tutti si guardarono perplessi, mentre Ion continuava il suo racconto.

- Quando io e Xellas eravamo appena usciti dalla scuola di magia, lui si innamorò perdutamente di un donna. Il destino vuole che io non ricordi neppure il suo nome, ma ricordo bene cosa successe in seguito.
Io e Xellas litigammo per quella donna (che era più vecchia di noi) e ci separammo per sempre. Quando infine venni a sapere che lui aveva avuto un figlio non lo ritenni possibile: quella donna era morta da molto tempo prima che tu, Zeross, nascessi. Comunque scoprii che tua madre fu uccisa da un drago d’argento: per questo tuo padre impazzii.
Molti anni dopo venni a sapere che aveva costruito un incantesimo in grado di uccidere qualsiasi drago e che lo stava consegnandolo alle forze oscure in cambio del potere che tanto desiderava.
Per questo sono qui. Perché l’ho tradito: io ho confidato quello che stava facendo ai draghi buoni, che lo distrussero per sempre.
Sono rinchiuso qui per scontare in eterno la mia colpa: aver tradito un amico.
Quando Ion finì il racconto, Zeross si appoggiò alla colonna. Ora tutto aveva un senso: le forze del male volevano quel libro per poter usare l’incantesimo annienta drago e per questo l’avevano risvegliato, sicuri che lui sapesse dove fosse il libro.
- Ma che razza di storia è questa?, chiese spazientito Grifis.
Ion lanciò uno sguardo di disapprovazione al guerriero e lo scaraventò sul muro con un solo gesto della mano, allarmando tutti.
Eric cerco con tutte le forze di penetrare il collo della sua vittima, ma da Ion non sgorgava sangue.
- Ve l’ho già detto: io starò qui in eterno. Io non posso morire. Sono già morto

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