Capitolo IX: La torre maledetta

 

Zeross si svegliò di buona mattina e decise di tornare al carro, dove aveva lasciato gli amici, con la scusa di andare in locanda per poter dormire meglio, almeno per quella notte.
Quando arrivò al luogo prestabilito, non trovò nessuno: le tracce del carro portavano fuori città, verso nord.
- Dove si saranno messi quegli stupidi?, si chiese ad alta voce.
Chiese quindi ad alcuni ragazzi che stavano giocando per la strada se era successo qualcosa la notte precedente e venne a conoscenza che due maghi avevano usato la loro arte, nonosostante il divieto posto dalle guardie di Zhentil Keep. Le guardie li avevano arrestati tutti, compresi i loro complici che aspettavano in un carro fuori città.
- Dannazione, così sono finiti tutti in prigione, disse.
- Non è esattamente così, signore: sono stati portati a nord, verso le cave di ferro delle montagne del dorso del drago, disse il ragazzo
Zeross, dopo essersi congedato dai ragazzi, decise che doveva fare qualcosa, ma aveva ben poco da fare: i soldi che Xellas aveva lasciato nella caverna erano agli sgoccioli quindi non poteva neppure comprare un cavallo per cercare di salvare i suoi amici (anche se non aveva la minima idea di quanto distassero queste montagne). Guardandosi intorno, si chiese come facessero le persone a guadagnare di che vivere da quelle parti: nonostante vi fosse la neve, a parte i ragazzi, non vedeva nessuno in giro e non c’era nessun campo coltivato in città (anche se non si sentiva così disperato da lavorare nei campi!).
Decise di tornare in locanda: li avrebbe certamente trovato qualcosa.
Entrando nella unica stanza, vuota, che costituiva tutta la locanda, non vedendo nessuno, decise di aspettare: doveva passare qualcuno di li prima o poi, si disse. 

Era oramai sera quando si avviava sulle montagne, dopo aver attraversato il fiume Tesh: aveva infatti saputo che sulle montagne vagavano molti mostri e che se portava una prova della loro uccisione, avrebbe ottenuto il denaro che gli serviva.
Era esausto e completamente sfinito, quando sentì un rumore oltre la collina: qualcuno stava combattendo con la spada. Quando però arrivò, spada sguainata, trovò che la battaglia era già finita: un gruppetto di quattro uomini, un nano e una donna aveva ucciso una decina di goblin.
Zeross non vide subito la donna, forse per via dell’oscurità: quando però iniziò a parlare, avvicinandosi, la sua voce tremò quando la vide:
- Ehi tutto, ehm, bene?, chiese agli sconosciuti.
La donna era bella oltre ogni limite: era la perfezione sulla terra, tutto quello che lui aveva desiderato. I suoi capelli biondi scendevano sino alle spalle e indossava i capi usati dai sacerdoti di Tymora: un'unica veste bianca, che esaltava le sue forme perfette. Zeross non riuscì a dire altro quando lei parlò, con una voce che poteva essere benissimo quella di un angelo:
- Certo, straniero e ti ringraziamo del tuo interesse, disse la donna, osservandolo.
- Il mio nome è Cosh e sono lieto di incontrare un essere umano, di questi tempi sono rari!, disse quello che sembrava essere il capo del gruppetto.
Mentre Zeross si presentava, sentì solamente parte dei loro nomi: Marth il nano, Cosh il guerriero e Jane, la sacerdotessa di Tymora: mentre lei diceva il suo nome, in un attimo dimenticò tutti i suoi problemi.
Zeross si sentì un imbecille completo quando si svegliò dalla sua adorazione: Jane aveva detto qualcosa, ma lui non aveva capito cosa!
- Puoi ripetere, scusa, chiese.
Jane sorrise a Zeross e, spostandosi i capelli color oro con un gesto disse:
- Ti chiedevo se volevi unirti con noi: è quasi notte e non è il caso di viaggiare da soli su queste montagne, disse con una voce che sembrava veramente quella di un angelo.
Quando Zeross, si svegliò il giorno dopo, pensò di aver sognato: non era possibile che una creatura del genere potesse esistere veramente. Si girò quindi sul fianco sinistro e pensò che aveva fatto bene ad unirsi a Cosh e agli altri per quel viaggio sulle montagne del dorso del drago. Si stiracchiò si alzò in piedi e la vide: per poco non cadde disteso ai suoi piedi!
- Ben svegliato Zeross, disse Jane.
- Grazie Jane, balbettò Zeross.
Dopo aver pronunciato queste parole, Cosh lo colpì con una gomitata amichevole al torace e disse:
- Non restare lì come un imbecille Zeross! Oggi dobbiamo uccidere mostri e non stare qui a guardare la nostra sacerdotessa!
Zeross arrossì visibilmente e gli altri si misero a ridere: per quanto ne sapeva erano anche loro da poco insieme. Erano partiti da solamente due settimane e avevano vagato sulle montagne in cerca di tesori: erano alla caccia di un drago bianco (un cucciolo), con cui avevano avuto uno scontro pochi giorni prima.
Poco dopo erano in marcia, verso la vetta della montagna: Marth obbligò Zeross ad indossare un pelliccia, per proteggersi dal vento gelido che scendeva dai canaloni innevati. 

Quando giunsero al villaggio, dopo aver trovato il drago, completamente dissanguato, era il tramonto: nessuno di loro sapeva dell’esistenza di quel villaggio sulle montagne, ma, come diceva  Jane, la fortuna aiuta gli audaci! Il villaggio però era completamente disabitato da tempo e non c’era nessun segno evidente che qualcuno potesse viverci, nel bel mezzo dell’inverno.
- Fermiamoci qui per la notte: tu Zeross e Jane farete il primo turno di guardia, mentre noi cercheremo di riposare un po’, disse Cosh con tono autoritario.
Mentre Cosh e gli altri dormivano, Zeross e Jane stavano davanti al fuoco che avevano acceso nella piazzetta del villaggio abbandonato: stavano guardando le stelle e mentre Jane insegnava  a Zeross tutte le costellazioni, quest’ultimo era completamente perso nei suoi occhi. Quando Jane se ne accorse, arrossì e distolse lo sguardo da Zeross, che fece lo stesso. Rimasero così per un po’, finché Zeross, credendo di sentire un rumore, vide il suo volto nella luce della luna.
Non poté resistere oltre e la baciò: lei non oppose resistenza, anche se in un primo momento restò sorpresa.
Quando i due si separarono, il fuoco era bello che spento e la luna era quasi tramontata..
- Jane, io.. , balbettò Zeross.
Jane gli mise un dito davanti alle labbra e disse:
- Non dire niente, per adesso basta così..
Jane gli sorrise e Zeross gli restituì il sorriso, che però si trasformò in una smorfia di dolore, quando qualcosa lo colpì alla schiena.
Zeross vide che Jane stava saltando in piedi e cominciava a invocare Tymora: lui si girò al rallentatore (così gli sembrava) e vide una corpo decomposto che cercava di ghermirlo con i suoi artigli. Schivando il secondo attacco del mostro, Zeross cercò di trattenerlo con la spada, mentre Jane alzava il suo simbolo sacro sopra la testa e pronunciava le antiche preghiere che erano in grado di scacciare i morti.
La preghiera di Jane ebbe effetto e il non-morto si sgretolava ai suoi piedi: mentre stava per dire qualcosa, Jane gli indicò dietro di lui e Zeross, schivò un secondo attacco, da parte di un altro non-morto.
Quando Zeross mise a fuoco finalmente la situazione, contò ben venti di quei mostri che li avevano circondati: il villaggio non era abbandonato, anzi.

Quando il sole cominciava a sorgere da est, Cosh, Marth, Jane e Zeross contavano i feriti: purtroppo due persone del loro gruppo erano rimaste uccise e loro quattro erano allo strenuo delle forze.
Mentre il sole continuava il suo cammino, Cosh e compagnia si curarono (grazie agli incantesimi di Jane) e decisero di continuare su quella strada: solamente con il tesoro del drago (sperando che ne avesse uno!) potevano sperare di potere resuscitare i loro compagni periti in battaglia con i non-morti.
Passarono circa due ore da quando il gruppetto cominciò ad incamminarsi sul fianco della montagna: nessuno proferiva parola, ben sapendo che un drago bianco era un avversario degno di rispetto e che il compito non sarebbe stato semplice.
Ma la cosa fu ben diversa, grazie alla prontezza di riflessi di Cosh, alla forza di Marth e alla magia di Zeross: del drago oramai non restava altro che un corpo morto, mentre il gruppetto preparava il campo per la notte.
- Mi raccomando Zeross, questa notte cerca di fare una buona guardia: probabilmente non succederà nulla, ma non si sa mai.., disse Cosh
Zeross annuì e si preparò per il suo turno di guardia, che passò tranquillo: svegliò quindi Marth e si mise a dormire, cadendo preda dei soliti incubi.
Quando il gruppetto scese dalla montagna con i resti del drago (e il suo misero tesoro), notò, verso la fonte del fiume Tesh, una costruzione molto particolare: sembrava essere una torre, eppure nessuno di loro l’aveva mai notata. Non capendo subito la situazione, Cosh decise di avventurarsi attraverso il fianco della montagna per raggiungere la torre, nella speranza che potesse contenere qualche tesoro utile alla loro causa.
Quando giunsero ad un chilometro dalla costruzione, la situazione cominciò a farsi molto più pericolosa: il gruppetto infatti schivò quattro pattuglie di uomini armati sino ai denti.
Si dice che a volte la curiosità uccide.. 

Una volta entrati nella torre, Cosh impose il silenzio a tutti, e con un gesto indicò le scale che salivano verso la sommità della costruzione: lui stesso precedeva gli altri, spada sguainata, pronto per ogni evenienza, seguito da Marth e Zeross. Jane chiudeva il gruppo, pronta con i suoi incantesimi.
Mentre la salita proseguiva con relativa semplicità, Cosh si fermò e indicò una porta: mentre si preparava ad aprirla con un calcio, Zeross guardò fuori da una delle aperture della torre nera e lo sgomento fu tale che lasciò andare un gemito. Marth sbirciò, facendo da parte Zeross per vedere cosa ci fosse e vide un incubo: una trentina di persone stavano ballando nude, su una pietra nera e circolare, attorno a quello che molto probabilmente era un mago (malvagio, s’intende).
- Cosh, temo che quelli stanno per fare qualcosa di grosso…, disse Marth sotto voce.
Cosh però era già entrato e, stava già arraffando il maggior numero di monete che poteva.
- Zeross, svegliati! Dobbiamo andarcene via di qui, e di corsa anche!, disse Marth scuotendo Zeross.
- Cosa? N..on. capisco.. io … ho già…, balbettò Zeross.
Jane spostò lo sguardo di Zeross da quella visione al suo viso e gli disse:
- Zeross: ascolta quello che ha detto Marth, noi dobbiamo…
Il resto rimase come un ricordo sfuocato nella mente di Zeross. 

- Così mortale, ci rincontriamo
- Non capisco, io ho già.. me che cosa succede ai miei compagni? Perché li vedo sfuocati?
La voce scomparve e con essa il turbinio di colori che Zeross vedeva: giallo oro, rosso sangue, nero e ancora nero come in un abisso senza fine.
Quando Zeross si svegliò era in una stanza di una locanda, in un letto comodo, che le sue tasche non potevano permettersi: la luce del sole entrava, nonostante le tende.
- Ma dove sono?, si domandò.
Cercò quindi di alzarsi, ma un forte dolore lo colpì sia al capo che alle gambe: doveva aver fatto un bel salto, si disse. Poi le immagini arrivarono nitide come un pugno in pieno stomaco: vedeva un demone enorme, la cu ombra li sovrastava.. vedeva le persone che fuggivano in preda al panico.. vedeva Cosh fatto a pezzi dal mostro.. vedeva Marth e Jane che lo portavano lontano dalla torre, nel fiume Tesh.. vedeva Marth che gli diceva addio per sempre…
- Jane!, urlò Zeross.
Per un attimo per lui ridivenne tutto nero, al solo pensiero di aver perso una così importante parte della sua nuova vita: poi senti i passi e capì subito che era lei.
- Zeross, tutto bene?
Jane era li sulla porta che lo guardava sorridente: un sorriso che riempiva il cuore e l’anima.
- Beh, come sta il nostro eroe?, chiese una voce.
Zeross non poté credere ai suoi occhi quando vide Dobos, che sorridente stava sbirciando dentro la sua stanza!
- Ehi, adesso non metterti a piangere Zeross! Devo raccontarti un sacco di cose e tu devi spiegarmi perché gli dei ti hanno fatto un simile regalo!, disse Dobos indicando Jane.
Cominciarono quindi a parlare, insieme.

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