La Professione della signora Warren

SCENA 1 - Una villa inglese. Esterno giorno.

La casa è una villa nella campagna inglese, con un piccolo giardino alberato. Tra due alberi è appesa un'amaca nella quale giace una donna, Vivie Warren (Gwyneth Paltrow), che sta leggendo un libro. Il giardino termina con un cancello dal quale si affaccia Praed (David Morse). E' una splendida giornata di sole, la scena è coloratissima, tanto da sembrare finta, disegnata.

Praed (alla donna): mi scusi, sto cercando la villa della signora Allison.
Vivie (continuando a leggere): l'ha trovata. E' questa!
Praed: suppongo allora che lei sia Vivie Warren, io mi chiamo Praed.
Vivie (staccando gli occhi dal libro ed alzandosi per vederlo): prego signor Praed entri pure

Vivie gli va incontro e gli stringe energeticamente la mano.

Vivie: piacere di conoscerla.
Praed (massaggiandosi la mano, evidentemente stretta troppo forte): il piacere è tutto mio. Sua madre è arrivata?
Vivie (stupita): mia madre deve arrivare?
Praed: certo, non lo sapeva? E' stata lei ad invitarmi qui affinché conoscessi sua figlia
Vivie: non mi stupisco. Mia madre è solita farmi queste improvvisate senza preavviso.
Pread (imbarazzato): oh, mi dispiace molto...
Vivie: non si preoccupi, non è colpa sua. Ma si accomodi (Vivie indica una sedia sdraio vicino ad un ombrellone).
Pread: forse dovremmo andare alla stazione incontro a sua madre?
Vivie (con freddezza) Perché dovremmo? La strada la conosce meglio di me.
Praed (sconcertato, sorpreso): beh… suppongo di si.
Vivie: sa, mia madre mi ha parlato di lei ed è esattamente come me l'ero immaginato! Spero potremo diventare amici.
Praed: grazie, sono molto lusingato. Certo le ragazze di oggi sono proprio meravigliose, ai miei tempi una giovane ragazza come lei non si sarebbe espressa in maniera così diretta.
Vivie: eh?
Praed: intendevo dire che ai miei tempi le donne erano molto meno dirette con gli uomini. Per esempio quando io avevo la sua età ragazzi e ragazze avevano paura gli uni delle altre: non c'era nessun rapporto, diciamo così "cameratesco" fra loro. Niente di sincero, solo un po' di galanteria copiata da romanzi e film. Le donne riservate, l'uomo cavaliere. Dire sempre no quando s'intendeva dire si.
Vivie (seria): immagino fosse un grande spreco di tempo. Specie per le donne.
Praed: lo può dir forte, per fortuna le cose sono cambiate. (pausa) sua madre mi ha detto che si è laureata in matematica col massimo dei voti. Complimenti,
Vivie: grazie, ma non lo rifarei per quella cifra.
Praed: cifra?
Vivie: si, diecimila sterline. E' quanto mia madre mi ha dato per la laurea. E ho fatto pure più del previsto laureandomi col massimo dei voti. Ma non lo rifarei, diecimila è un prezzo troppo basso, ne chiederei almeno cinquantamila.
Praed: E' un modo molto pratico di pensare le cose, non è soddisfatta e orgogliosa anche della cultura che ha tratto dai suoi studi?
Vivie: Ah la cultura, non è certo quella che mi appaga della mia laurea. Piuttosto mi appagano le prospettive di lavoro e di guadagno che ne derivano. Anzi se devo essere sincera io qui non sono in vacanza ma sono venuta a studiare diritto. Io odio le vacanze.
Praed: e l'amore e la bellezza della vita, quando ha tempo di godersele se non in vacanza?
Vivie: sono due cose che non mi interessano minimamente.
Praed: scherza?
Vivie: no. A me piace lavorare e guadagnare col mio lavoro e quando sono stanca sdraiarmi su una poltrona a fumare un po' d'erba, bermi un Whisky e guardarmi un vecchio film alla TV.
Praed: e l'arte? Lei non si è ancora resa conto del mondo meraviglioso che un artista le può rivelare!
Vivie: Beh, ci ho provato. Sono stata a Londra da un amico che mi ha portato alla National Gallery…
Praed: bene...
Vivie: all'opera…
Praed: bene...
Vivie: e ad un concerto di musica classica. Ho resistito per buona educazione ma non rifarei quell'esperienza a qualsiasi prezzo. (sorridendo) Così ha scoperto che razza di ragazza moderna sono io. Crede che potrò andare d'accordo con mia madre?
Praed: non lo so, lei mi sembra parecchio diversa da sua madre,  d'altronde non poteva che essere così, vista la differente educazione che avete ricevuto. Sua madre fa parte di quella schiera di persone che ricevono un'istruzione che ritengono inadeguata e che sono convinte che dare ai propri figli un'istruzione completamente diversa sia la cosa giusta da fare. Quindi  se lei considera la vita di sua madre…
Vivie (interrompendolo): ma io non so nulla o quasi della vita di mia madre, la conosco appena! Ho vissuto in Inghilterra fin da bambina, a scuola o in collegio o con persone pagate per prendersi cura di me. Mia madre viveva ad Amsterdam e a Vienna e non mi ha mai permesso di raggiungerla. La vedo soltanto quando viene a farmi visita in Inghilterra. Quindi non dia per scontato che io sappia qualcosa su mia madre!
Praed (sorpreso e visibilmente a disagio): in questo caso... (guardandosi in giro) ah che bel posticino ha scelto.
Vivie (impassibile): un modo un po' brusco per cambiare argomento non crede? Perché non si deve parlare della vita di mia madre?
Praed: beh, non è mio uso parlare alle spalle delle persone assenti, credo che di questo ne debba eventualmente discutere con lei.
Vivie: e immagino che neanche lei ne vorrà parlare. (pausa) Sa, credo che tra me e mia madre ci sarà battaglia grossa quando le comunicherò la mia decisione di trasferirmi a Londra per guadagnarmi da vivere con le mie forze. Non credo che fosse questo che lei avesse in programma per me. Lei che ne pensa?
Praed: credo anch'io che sua madre abbia in mente tutt'altro futuro per lei…
Vivie: Si, ma ormai ho deciso, sarò irremovibile, tanto più che io non ho segreti nel mio passato e potrò usare i suoi come arma a mio favore…
Praed: non lo faccia la prego... forse è meglio se vi accenno qualcosa riguardo sua madre…

Praed si interrompe vedendo arrivare la signora Warren (Goldie Hawn) e Gorge Crofts (Sam Neill). La signora Warren è vestita in maniera molto vistosa, giovanile, un po' volgare, George Croft è invece un signore distinto, ben vestito e serioso.

Vivie: eccoli finalmente. Ciao Mamma, il signor Praed ti aspetta da mezz'ora.
Signora Warren: beh, se Paddy aspetta non è altro che colpa sua, doveva sapere che sarei arrivata col treno delle tre e dieci.
Croft (porgendo la mano): è un piacere rivederla, Vivie.
Vivie (stringendo la mano con antipatia mal celata): grazie, mettetevi pure a vostro agio mentre vado in casa a preparare un tè.

Vivie entra nella villa. Croft si massaggia la mano, indolenzita dalla stretta di Vivie.

Praed (sorridendo): stretta di ferro, eh? Tranquillo, ora ti passa.
Signora Warren (a Praed): allora, dimmi. Che ne pensi della mia bambina?
Praed: Credo per prima cosa che dovremmo smettere di pensare a lei come una bambina. Sai i giovani se la prendono se li si tratta da bambini…
Signora Warren (stizzita): Tu non ti preoccupare, so benissimo come trattare mia figlia.
Praed: non lo metto in dubbio, solo attenta a trattarla con rispetto.
Signora Warren (sbalordita): rispetto? Trattare mia figlia con rispetto?

Vivie si affaccia alla porta della villa e chiama sua madre.

Vivie: mamma! Verresti a darmi una mano in cucina?
Signora Warren: arrivo cara!

Le due donne entrano in casa lasciando gli uomini soli in giardino seduti uno di fianco all'altro.

Crofts (sottovoce, furtivamente): Senti Praed, vorrei farti una domanda piuttosto confidenziale. Kitty ti ha mai accennato qualcosa sul padre della ragazza?
Praed: no, non mi ha mai accennato nulla.
Crofts: Capisco, ma non trovi che sia piuttosto imbarazzante non sapere nulla ora che vedremo la ragazza tutti i giorni? Non sappiamo bene quale sentimento nutrire verso di lei.
Praed: non capisco, noi la giudicheremo per quella che è. Che importanza ha sapere di chi è figlia?
Crofts: beh, per me di differenza ne fa! Sai Praed io provo una certa attrazione verso quella ragazza. Non ti allarmare, intendo un'attrazione innocente, ed è appunto questo che mi mette in imbarazzo, per quel che ne so, potrei essere pure io il padre.
Praed: tu? Impossibile, non c'è la minima somiglianza…
Crofts: beh, se è per questo Vivie non somiglia nemmeno a sua madre. Ma come mai sei così sicuro… non sarà mica figlia tua!
Praed (offeso): ascolta bene, caro Croft, con quel lato della vita della signora Warren io non ho mai avuto nulla a che fare. Di queste cose non ne abbiamo nemmeno mai parlato: sai, una donna ha bisogno anche di amici che non abbiano quel genere di rapporto con lei. La sua bellezza diventerebbe un tormento se ogni tanto non potesse fuggirne le conseguenze. (pausa)
Probabilmente tu hai con lei rapporti più confidenziali di me, perché non lo chiedi direttamente a lei?
Croft: pensi che non l'abbia fatto? Ma lei è ben decisa a tenere la figlia tutta per se. Se potesse negherebbe persino l'esistenza di un padre. (pausa). Sai, Praed, questa cosa mi ha sempre dato grande disagio.
Signora Warren (voce fuori campo, da dentro casa): Praddy! George! Il tè è pronto.
Croft: eccomi!

Croft corre in casa, Praed rimane seduto un attimo, pensieroso. Nel momento in cui fa per alzarsi dalla sedia ed entrare in casa dal cancello del giardino entra un giovane, dal fare disinvolto, vestito in maniera casual ma molto attraente (Joseph Fiennes).

Giovane: Ohè, Praed!
Praed: Toh, Frank Gardner! Che cosa ci fai da queste parti?

Frank entra senza tanti complimenti e va a stringere la mano a Praed.

Frank: sai, quest'autunno ho deciso di restare da mio padre. Ho avuto dei problemi economici a luglio. Mio padre è dovuto intervenire per saldare i miei debiti e mi ha accolto di nuovo a casa sua. Così lui è rimasto all'asciutto, e così io. Ma dimmi, piuttosto, tu che ci fai qui?
Praed: son venuto a passare la giornata dalla signorina Warren.
Frank: conosci quella splendida fanciulla di Vivie? Una ragazza veramente in gamba oltre che molto attraente, non trovi? Ma come fai a conoscerla?
Praed: a dire il vero lei l'ho appena conosciuta, io sono un vecchio amico della madre. E' stata lei ad invitarmi affinché conoscessi sua figlia.
Frank: vuoi dire che sua madre è qui?
Signora Warren (voce fuori campo, da dentro casa): Praddyyyyy! Il tè si raffredda!
Praed: arrivo signora Warren, ho incontrato un amico.
Signora Warren (voce fuori campo): beh, fai entrare anche lui, che aspetti?
Frank: che voce giovanile e gioviale. Dimmi Praed, credi che le piacerò?
Praed: certamente, tu piaci a tutti. Vieni, entriamo.
Frank: aspetta, prima di entrare devo farti una confidenza. Credo che Vivie sia innamorata di me!

Crofts si affaccia dalla porta interrompendo il discorso tra i due.

Crofts (accigliato): insomma Praed, che aspetti ad entrare?

Crofts rientra subito in casa senza aspettare risposta ne degnare piuù di un fuggevole sguardo il neo arrivato Frank.

Frank (ironico): ha tutta l'aria di essere un tipo simpatico.
Praed: eheheh! Crofts è un vecchio amico della signora Warren. Entriamo ora…

I due si avviano verso la casa.

Voce fuori campo: Frank!

I due si girano e vedono un pastore protestante (Tom Wilkinson) al di fuori del cancello.

Frank: papà!! (a Praed) è mio padre, forse è meglio che tu entri a prendere il tè. Ti raggiungo fra un attimo.
Praed: Va bene! (al pastore) arrivederla!

Frank si avvicina al padre che è rimasto fuori dal giardino appoggiato al cancello.

Frank: vieni dentro, papà.
Reverendo: non entro se non conosco a chi appartiene questa casa.
Frank: è tutto a posto, è della signorina Warren.
Reverendo (entrando): da quando è arrivata qua non è mai venuta in chiesa.
Frank: ma papà, lei si è laureata a pieni voti a Cambridge, è più colta ed intelligente di te, perché dovrebbe venire a sentirti predicare?
Reverendo: non mancarmi di rispetto, figliolo!
Frank: sai papà ho deciso di seguire il consiglio che mi desti a luglio, per cui ti voglio presentare la signorina Warren.
Reverendo: non vedo il nesso. Se non erro io ti consigliai di vincere la pigrizia e di trovarti un lavoro onorevole e di vivere di questo e non sulle mie spalle.
Frank: non è questo il consiglio che mi hai dato per primo. La prima cosa che mi hai detto quando ci siamo rivisti a luglio è stata che, siccome non ho né cervello né denaro, sarebbe utile che mi trovassi una donna che avesse sia l'uno che l'altro. Ed ecco che arriviamo alla signorina Warren: il cervello ce l'ha indiscutibilmente, e avendo una laurea a Cambridge avrà sicuramente tutto il denaro necessario.
Reverendo (sarcastico): dubito che avrà mai tutto il denaro che vuoi tu.
Frank: Suvvia, non sono poi così sciupasoldi. In fondo non bevo, non fumo, non gioco e corro la cavallina sicuramente meno di quanto tu facevi alla mia età.
Reverendo (offeso): taci!
Frank: ma sei stato proprio tu a dirmelo. Una volta mi raccontasti pure che avevi offerto 1000 sterline ad una donna per riavere le infuocate lettere che le avevi scritto.
Reverendo (terrorizzato, guardandosi intorno per accertarsi che nessuno li stesse ascoltando): zitto, Frank. Ti ho raccontato dei miei errori affinché non li commettessi anche tu, non affinché li prendessi come giustificazione per i tuoi di errori.
Quando scrissi quelle lettere mi misi completamente nelle mani di quella donna. Così come parlandone a te mi sono messo in un certo senso nelle tue mani. Lei ha rifiutato il mio denaro rispondendomi con parole che non dimenticherò mai: "Sapere è potere. Ed io non venderò mai il potere". Questo accadde 20 anni fa e mai lei si servì di tale potere ne mi mise mai a disagio. Tu, Frank, ti stai comportando peggio di lei.
Frank: per forza. Lei non ha dovuto sorbirsi ogni giorno le tue prediche.

Detto questo Frank si avvia verso la casa mentre il reverendo va nella direzione opposta, verso il cancello. In quel momento però Vivie esce dalla casa seguita da Crofts, Praed e la signora Warren.

Vivie: Frank! (e vedendo il reverendo avviatosi verso il cancello) E' tuo padre quello? Ho sempre desiderato conoscerlo!
Frank: Certo! (richiamando il padre) Reverendo! La desiderano!

Il reverendo torna sui suoi passi un po' imbarazzato.

Frank: Vivie. Mio padre.
Vivie (stringendogli delicatamente la mano): è un piacere conoscerla.

Nel frattempo la signora Warren si è avvicinata ai tre e si è messa a fissare il Reverendo.

Vivie: permetta che le presenti…
Signora Warren (interrompendola) ma questo è Samuel Gardner! Sei entrato in religione! Questa poi… non ti ricordi di me?
Il reverendo (stupito, poi imbarazzato): veramente.. non…
Signora Warren: Ma certo che te ne ricordi. Ho un intero album di tue lettere, mi sono capitate per le mani proprio l'altro giorno…
Il Reverendo (molto più imbarazzato, arrossendo platealmente): la signorina Vavassour, se non ricordo male…
Signora Warren (correggendolo prontamente): Shhh! Che sciocchezze! Signora Warren, non vede che ho una figlia?

 

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