NASCONO LE UNIVERSITA' (continua)

 

Verso la fine del XII secolo si apre quella che potrebbe definirsi la fase pre-universitaria della Medicina in Italia e in Europa, la quale precede la costituzione delle prime università medioevali.

Dalle scuole claustrali e vescovili, la medicina si evolve soprattutto nella Scuola di Salerno, un vero ponte teso nello spazio di secoli tra il mondo classico e quello medioevale. E' qui che la medicina si laicizza. E, quel che più conta, vede il riformarsi di una coscienza medica, con tutte le necessità didattiche e culturali ad essa attinenti.

Se in un primo tempo l'indirizzo della Scuola Salernitana fu essenzialmente monastico, successivamente divenne laico. L'iniziale elemento medico monastico fu conseguenza dell'obbligo della carità cristiana assunto dai monaci, tra cui quello di ricoverare i poveri e i pellegrini malati. Poi, con i Concili della Chiesa del 1130 e del 1139 che proibivano definitivamente a monaci e canonici regolari di praticare la medicina, questa passò sempre più nelle mani dei laici.

Secondo una leggenda per molto tempo accreditata, la Scuola Salernitana sarebbe stata fondata da quattro Maestri: Helinus ebreo, Pontus greco, Adela arabo e Salernus latino. Ma c'è anche chi ne ha ascritto la fondazione a Carlo Magno.

Almeno agli inizi, però, il concetto di "scuola" non va inteso come un'istituzione scolasticamente organizzata, ma come la confluenza di persone desiderose di imparare dai medici che vi esercitavano, e che in seguito avrebbero scritto espressamente per loro libri di testo veri e propri.

La Scuola di Salerno può essere distinta in tre grandi periodi:

 

IL PRIMO PERIODO viene anche detto "pre-costantiniano", perché precede di fatto l'arrivo a Salerno di Costantino l'Africano, massimo esponente del periodo successivo.

Tra i vari esponenti del I periodo (Petrus, Garioponto), figurano anche alcune donne-medico, come Rebecca, Costanza e Trotula.

Quest'ultima, che visse nell'anno 1000 era una bellissima donna, i cui insegnamenti sono raccolti nel libro De mulierum passionibus, in cui sono esposti numerosi consigli sulla gravidanza, il parto, il puerperio, la cura e l'alimentazione del bambino; ma tratta anche dell'epilessia e delle malattie dei denti e delle gengive. Questo libro fece testo fino al secolo XV.

Altro libro celebre di questo periodo è l'Antidotarium, la fonte di tutti i ricettari e antidotari successivi. Furono queste collezioni le opere classiche per le cure mediche: erano basate sulla "materia medica" araba, con i suoi pesi e le sue misure.

 

Il SECONDO PERIODO è quello di massimo splendore per la Scuola Salernitana. Già nel 1130 Ruggero II aveva emanato una legge che obbligava chi volesse esercitare la medicina di sostenere una prova di abilitazione dinanzi ad una speciale commissione da lui eletta, fatta eccezione per chi proveniva dalla Scuola di Salerno. Successivamente (1224) Federico II emise una serie di leggi per regolamentare la medicina e la chirurgia, prima tra le quali quella secondo cui nessuno poteva esercitare l'arte medica se non dietro esplicita autorizzazione di una pubblica commissione di Maestri di Salerno.

Come "ricaduta" di queste leggi, la Scuola Salernitana acquisì sempre maggiore importanza, che rispecchiava la fama dei suoi insegnanti.

Primi tra questi fu Costantino l'Africano, così chiamato perché proveniente da Cartagine, dove aveva rischiato di essere ucciso dietro l'accusa di magia.

Costantino aveva una vastissima cultura in musica, grammatica, dialettica, fisica, geometria e medicina; conosceva bene alcune lingue orientali; divenne uno dei medici più qualificati e degli insegnanti più celebri della Scuola di Salerno. Poi si ritirò nell'Abbazia di Montecassino, dove morì nel 1087.

Costantino l'Africano si dedicò alla traduzione dei testi originali di medicina araba, oltre che delle versioni arabe degli Aforismi di Ippocrate, dell'Articella e dei Commenti di Galeno, contribuendo così in modo determinante all'inserimento e all'affermazione della medicina araba in Italia, accanto a quella di derivazione greca, romana e bizantina.

Nel 1537 verrà pubblicata a Basilea, in sette volumi, l'intera opera di questo Autore, chiamato sin nel tardo Medioevo con l'appellativo di Magister orientis et occidentis.

Nonostante tanta influenza della medicina araba, tuttavia, la Scuola medica di Salerno non si abbandonò -come altre Scuole- completamente all'arabismo, ma mantenne sempre una sua caratteristica neutralità, originalità e indipendenza.

Un altro aspetto meritevole della Scuola fu quello di dare nuovo impulso a discipline che erano completamente dimenticate o che erano cadute nelle mani di praticoni o mestieranti.

Per quanto riguarda l'anatomia, quasi completamente abbandonata dopo Galeno, si ricominciò con le dissezioni anatomiche, anche se non ancora sul cadavere umano. Anche la chirurgia venne nuovamente valorizzata e nobilizzata, con la rivisitazione dei testi sin'allora pubblicati, la compilazione di nuovi trattati e l'insegnamento nelle aule scolastiche.

I medici salernitani si occuparono a fondo anche dell'esame dell'urina (uroscopia), che divenne così un utile strumento di indagine diagnostica; è di questo periodo il De urinis di Mauro, rimasto sino al '500 un classico di questa disciplina.

Anche l'oculistica fece buoni progressi. Ma il maggiore lo compì la terapia: non v'è chi, anche profano, non abbia almeno sentito parlare del Regimen sanitatis salernitanum (detto anche Flos Medicinae Salerni), che ha forse conferito il maggior lustro alla Scuola. Ne furono pubblicate circa 300 edizioni, molte delle quali con correzioni ed aggiunte. Il testo ha carattere prevalentemente igienico-curativo, e detta norme per la conservazione della salute, distinte a seconda delle età e le stagioni dell'anno: dietetica, salasso, bevande, condizioni ambientali, vestiario, rapporti sessuali, ecc. Migliaia di medici di varie generazioni hanno studiato a memoria quei versi.

 

Nel TERZO PERIODO la Scuola Salernitana perde via via di prestigio e di importanza, causa anche il fiorire un po' dovunque delle prime Università. Pian piano di essa non resterà che l'antica fama, poi solo il ricordo. Sinché nel 1811 un editto di Napoleone Bonaparte non l'abolisce del tutto.

Essa ha comunque rappresentato il primo esempio di una scuola laica nella quale era possibile studiare medicina indipendentemente dalla religione e dal Paese di origine. Fu a Salerno che convennero arabi ed ebrei, che fu probabilmente introdotto per la prima volta il termine di magister e istituita una cerimonia ufficiale per la "laurea". Fu a Salerno che si concentrò l'attività degli studiosi che interpretavano gli antichi testi; e fu infine a Salerno che venne codificato l'insegnamento clinico dal quale doveva poi nascere la nuova Medicina del Rinascimento.