(129 d.C. - 210\16)
Può essere considerato come il secondo padre fondatore della medicina
antica dopo Ippocrate. Nacque a Pergamo nel 129
d.C. Il padre architetto lo indirizzò alla professione medica alla
quale si dedicò con passione durante tutto il corso della sua vita.
Tappa determinante per la sua professione fu l'incarico di medico dei gladiatori
proprio nella sua città natale: fu questa un'esperienza senza pari
estremamente formativa dal punto di vista pratico dal momento che gli
consentì di studiare da vicino le problematiche cliniche che un simile
regime di vita comportava.
Fu un seguace della teoria umorale ippocratica , affiancandovi però
il concetto di complessione laddove vi fosse
stata una predominanza di un umore sull'altro. Ecco quindi che il singolo
individuo poteva essere soggetto a quattro tipi di temperamenti diversi:
sanguigno se l'umore preponderante era appunto il sangue; collerico dovuto
ad un eccesso di bile nera; melanconico di quella gialla; flemmatico se invece
avesse predominato il flegma. Anche per il medico di Pergamo lo stato di
salute era una diretta conseguenza di un equilibrio interno tra i quattro
umori caratterizzanti ciascuno una determinata stagione dell'anno e della
vita: cadeva anche in questo caso la teoria di un'ingerenza divina nello
stato di salute dell'uomo. La sua metodologia si basava sulla diretta
osservazione del mondo reale, rinnegava la medicina sacerdotale e faceva
della ragione la sua pratica. Dalla tradizione platonica derivò l'idea
di pneuma, "soffio" vitale regolatore delle funzioni umane, suddiviso
in tre diverse categorie a seconda della sua localizzazione: animale (psichica),
nel cervello e nel sistema nervoso; vitale, nel cuore e nelle arterie; naturale
o vegetativa, nel fegato e nelle vene.
Tra le sue numerosissime opere ricordiamo l' Ars medica, i Commenti
alle opere di Ippocrate, il De temperamentis. L'Occidente medievale
lo conobbe soprattutto grazie ai suoi traduttori e commentatori arabi e solo
successivamente in maniera diretta, grazie alle traduzioni dal greco di
Niccolò da Reggio.