Nato a Padova nel 1944, ma di
origine meridionale (il padre era siciliano), a metà anni '60 si
iscrisse al Centro Sperimentale cinematografico che abbandonò presto
per lavorare come segretario di edizione con Marco Ferreri sui set di L'uomo
dei 5 palloni e Marcia nuziale. Si dedicò poi alla
realizzazione di diversi documentari industriali, dopodiché nel 1968
esordì alla regia cinematografica con Grazie zia, nato da
un'idea sua e dell'amico Roberto Faenza ma sceneggiato insieme a Sergio
Bazzini. Prodotto da Enzo Doria con mezzi di fortuna e venduto a fine
lavorazione alla Cineriz, il film, interpretato dagli ottimi Lou Castel
- reduce dalla grande affermazione ne I pugni in tasca di Marco
Bellocchio, film di cui Samperi era fortemente debitore - da Lisa
Gastoni (che sostituì all'ultimo momento Annie Girardot) e da Gabriele
Ferzetti, fu un grande successo. Questo consentì a Samperi di girare
subito un nuovo film, Cuore di mamma - che ebbe però poco
successo - violenta metafora scritta assieme a Dacia Maraini (... è
un film che sotto le apparenze di un racconto tradizionale realistico
scardina e rovescia tutti i rapporti tradizionali e prevedibili...)
e interpretata da Carla Gravina, Philippe Leroy, Beba Loncar, Franco
Graziosi. Nel 1970 Samperi girò poi
l'ottimo Uccidete il vitello grasso e arrostitelo, film di
pochissima fortuna, ma uno dei suoi più personali, scritto anch'esso
con Dacia Maraini. Nel 1971 è la volta di Un'anguilla da trecento
milioni, film "cattivo" dal finale assai amaro, con
protagonista Lino Toffolo. Il discreto successo gli permise
di girare l'anno successivo Beati i ricchi, con protagonista
nuovamente Lino Toffolo e con un Paolo Villaggio alle prime
armi. Siamo arrivati al 1973, l'anno di Malizia, uno dei film
italiani di più grande successo, film che lanciò una splendida Laura
Antonelli. (continua)
|