Scandalo (1976)
di Salvatore Samperi


soggetto: S. Samperi; sceneggiatura: Ottavio Jemma, S. Samperi; direttore fotografia: Vittorio Storaro; musica: Riz Ortolani ; montaggio: Sergio Montanari; scenografia: Ezio Altieri; costumi: Gitt Magrini; dirett. produz.: Marcello Crescenzi; aiuto regia: Pier Nico Solinas; operatore: Enrico Umetelli; fotografo: Claudio Maielli; truccatore: Franco Schioppa; fotografo di scena: Angelo Samperi.
P
roduzione: Silvio Clementelli per Clesi Cinematografica.
Interpreti:
Lisa Gastoni, Franco Nero, Raymond Pellegrin, Andréa Ferreol, Claudia Marsani, Antonio Altoviti, John Stacy, Carla Calò, Franca Patano.
Distribuzione:
Cineriz
Durata
110’




Un film amaro, senza speranza

"(...)Il film mi piace molto (...) mi sono avventurato in un campo che non era il mio, il melò (...) abbiamo fatto qualcosa di contrario a quello che faceva la "nouvelle vague". Invece di girare all'aperto abbiamo, volutamente, girato tutto al chiuso. Abbiamo ricostruito un'intera strada: la casa, la farmacia, tutto in studio e per tutte le stagioni dell'anno, visto che la storia partiva dallo scoppio della guerra e si protraeva sino all'anno seguente. Una ricostruzione perfetta, con questo gioco di luci, realizzato da Storaro, che scandiva il tempo e le stagioni, dando all'ambientazione un'atmosfera volutamente melodrammatica.(...) ".
(Salvatore Samperi)


1940. In una piccola città della provincia francese c'è una farmacia tenuta da una donna ancora giovane e bella, moglie insoddisfatta di un professore e madre affettuosa di una figlia quattordicenne. Nella farmacia lavorano pure una florida e ridanciana cassiera e un magro e rabbioso commesso tuttofare. Tra il commesso e la farmacista si viene a creare un rapporto sadomasochista basato per quanto riguarda la prima sul piacere doloroso di sentirsi oltraggiata e profanata nel suo pudore di donna, nella sua rispettabilità di borghese e nella sua autorità di padrona e per quanto riguarda il secondo nel piacere crudele di mettere in atto oltraggi e profanazioni. Ma il sadismo è come una droga che ha bisogno di dosi sempre più forti per rinnovare sempre la stessa iniziale sensazione violenta e coatta. Il commesso nel momento stesso che stupra la farmacista vorrebbe che la donna conservasse intatta una sua verginità psicologica. E così cerca di metterla di fronte a prove sempre più difficili e più dolorose. Dapprima si tratterà di prendere possesso della padrona una volta per tutte imponendole con la forza un atto di libidine, poi la donna dovrà sottoporsi alle attenzioni manesche del commesso durante il lavoro mentre serve i clienti; quindi sarà costretta dal suo plagiatore a denudarsi in presenza della cassiera anche lei a suo tempo conquistata dal sadico collega. Infine il sadismo del commesso troverà la sua espressione più elaborata e più significativa in una sequenza che è senz'altro la migliore di questo "Scandalo" ultimo film di Salvatore Samperi. Il commesso spoglia la padrona e la caccia nuda in strada quindi cala la saracinesca della farmacia, in modo che la donna, vergognosa e implorante, non possa rientrare. La farmacista, poi, è costretta, atterrita e, tuttavia, in qualche modo consenziente, a passeggiare per il marciapiede coi modi e le movenze di una prostituta in attesa dei clienti. Quindi, con subitanea ispirazione, il sadico accende tutte le luci della farmacia proprio nel momento in cui, dalla porta del "bistrò" di fronte, ecco, esce un vecchio ubriacone. Agli occhi dell'ubriacone appare allora, come crocifissa contro la serranda, la ben nota, rispettabile dottoressa dispensatrice di medicine, tutta nuda e illuminata a giorno. Non credendo ai propri occhi l'ubriacone si affretta a rientrare nel "bistrò" per avvertire i compagni. Ma quando escono, il sadico ha già fatto a tempo a rialzare la serranda e a tirare dentro la farmacia la sua vittima. Nella strada è tornato il buio e il deserto della notte provinciale. Intanto nel negozio, tra i boccali e le provette, i due amanti sadomasochisti si abbandonano a una sarabanda di gioia. (...) Occorre dire che la corsa a ostacoli a cui il commesso costringe la sua cavalcatura erotica [sic] non finisce con questa sequenza ma si spinge sino alla richiesta del commesso che la farmacista gli metta nel letto la figlia adolescente? Ad ogni modo l'abiezione della donna trova, a quanto pare, la sua risoluzione esterna nell'invasione nazista. Il fuoco della guerra purificherà la società di cui fanno parte i due amanti. O, per lo meno, incongruamente, è questo che il regista ci vuole far credere.
(Alberto Moravia)