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Un
qualsiasi procedimento eseguibile in modo meccanico è detto algoritmo se risponde alle seguenti quattro caratteristiche:
1) consta di un numero finito di passi
2) ad ogni passo viene determinato univocamente
il passo successivo
3) rappresenta la risoluzione
di tutti i problemi dello stesso tipo e non
solo di un caso particolare
4) è interpretabile ed
eseguibile dall’esecutore.
Molti matematici si sono
cimentati nella ricerca di macchine in grado
di risolvere qualsiasi problema, o per lo meno tutti quelli risolvibili
attraverso un algoritmo.
Un passo decisivo in tal
senso fu fatto nel 1936 da Alan Turing che, oltre a dare una definizione rigorosa di algoritmo,
identificò le caratteristiche di un modello matematico
di una macchina
astratta in grado di eseguire un algoritmo.
Tale macchina prese appunto
il nome di macchina di Turing.
La macchina di Turing
rappresenta ancora oggi uno dei più potenti strumenti logico concettuali mai creati
dall’uomo e rappresentò il punto di partenza
per tutti gli studi successivi che portarono alla realizzazione dei potenti calcolatori.
La macchina di Turing,
riportata nella figura successiva, è essenzialmente costituita dai tre seguenti elementi:
1) un nastro infinito
2) una testina di lettura e scrittura
3) un organo di controllo
Il nastro,
che può essere considerato l’organo di memorizzazione delle informazioni, è suddiviso in
caselle, e può spostarsi a destra o a sinistra di una sola casella per volta.