La risurrezione di Lazzaro aveva messo sottosopra gli spiriti torbidi del Sinedrio,
i quali risolvettero di far precipitare gli avvenimenti: bisognava finirla con Gesù.
(Il Sinedrio che doveva giudicare Gesù,
- una specie di Gran Consiglio dei Giudei, - era diviso in tre Camere:
la Camera dei Sacerdoti, quella degli Scribi e quella degli Anziani, composte ciascuna
di ventitre membri, oltre al Presidente che era il sommo Sacerdote, e un vice presidente.
La dominazione romana aveva tolto a questa corte, ogni potere in materia criminale).
Gesù, dopo essere stato qualche giorno di là dal Giordano, ritornò a Betania,
il paese di Lazzaro, sei giorni prima della Pasqua.
A Gerusalemme, il giorno dopo il sabato,
fu accolto come un trionfatore al grido d'osanna,
tra un lieto ondeggiare di rami di palme e d'olivo.
La sera del trionfo, si ritirò a Betania e vi pernottò.
Il lunedì e il martedì era a Gerusalemme.
Insegnò nel tempio e trascorse la notte in preghiera sul monte degli Ulivi.
Il mercoledì eccolo nuovamente a Betania,
mentre i suoi nemici si radunano e Giuda
tratta del tradimento coi capi dei sacerdoti.
Il giovedì, secondo le prescrizioni della legge,
Gesù si raccoglie coi suoi discepoli per la cena dell'agnello pasquale:
preannunzia il tradimento di Giuda, istituisce l'Eucaristia e il Sacerdozio
e lascia che il suo cuore si apra ad una tenerezza infinita.
E detto l'inno del ringraziamento, si avvia pian piano coi discepoli
di là dal torrente Cedron, al Getsemani.
La passione sta per cominciare.
***
Questo che segue è il racconto della passione
di nostro Signore Gesù Cristo,
dal testo unificato dei quattro vangeli,
così da poter abbracciare con uno sguardo solo
tutti i commoventi particolari della storia dolorosa.
Per sempre meglio meditare ed amare la passione del nostro adorabile Salvatore.
Umile voce di richiamo alla santa Croce, che, punto culminante del nostro riscatto,
compendia mirabilmente l'ineffabile dolore di Gesù Cristo.
I Nella Notte
"ABBANDONO E PROMESSE"
Allora disse ai suoi discepoli che lo seguivano:
" Questa notte, io sarò per voi occasione di scandalo, poichè sta scritto:
percuoterò il pastore e le pecorelle del gregge saranno disperse.
Ma una volta risorto, vi precederò in Galilea ".
Pietro però gli disse: "Quand'anche tutti patissero scandalo per te,
io non mi scandalizzerò mai".
"In verità ti dico " - riprese Gesù -" oggi, in questa notte stessa,
prima che il gallo canti la seconda volta, mi avrai rinnegato tre volte...
E Pietro protestava più forte: "Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò...
E nello stesso modo parlarono anche tutti i discepoli.
"AL GETZEMANI"
Allora Gesù andò con essi in un luogo chiamato Getsemani, oltre il torrente Cedron.
(L'orto del Getsemani é situato ai piedi della collina degli Olivi.
Esistono ancora alcuni antichissimi alberi che si vogliono far risalire ai tempi di Gesù.
Getsemani vuol dire: frantoio dell'olio , perchè vi si frangevano le olive.
II Cedron scorre ai piedi della collina.)
Giuda, suo traditore, conosceva anche lui quel luogo;
perchè spesso Gesù vi si era ritirato coi suoi discepoli.
E disse ai suoi discepoli:" Trattenetevi qui, finchè vado là a pregare.
Pregate, per non cadere in tentazione ".
E presi con sè Pietro e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni,
(Sono i tre discepoli privilegiati che hanno assistito alla trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor)
cominciò a rattristarsi e ad affliggersi, ad allibire e ad angosciarsi.
E disse loro: "L'anima mia è addolorata a morte: restate qui e vegliate con me..."
"L'AGONIA"
E staccatosi da loro un tiro di sasso, inginocchiatosi si prostrò per terra, pregando
che, se era possibile, si allontanasse da Lui quell'ora.
" Padre mio, se è possibile, e a te tutto è possibile , allontana da me questo calice;
per altro non come voglio io, ma come vuoi tu..."
E va dai discepoli e trovatili addormentati dice a Pietro:
"Simone, dormi? Non hai potuto vegliare un'ora sola con me?
Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione:
lo spirito veramente è pronto, ma la carne è debole..."
E andò di nuovo a pregare, dicendo la stessa preghiera:
"Padre mio, se questo calice non può passare senza ch'io lo beva, sia fatta la tua volontà."
E tornato li trovò un'altra volta addormentati, che cadevano dal sonno
e non sapevano che cosa rispondergli.
Lasciatili, ritornò a pregare per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
E preso da spasimo pregava più intensamente.
Or gli venne un sudore come gocce di sangue che cadevano a terra.
Allora gli apparve un angelo dal cielo per confortarlo.
Ritornò la terza volta dai suoi discepoli e disse loro:
"Ah, dormite pure e riposate. Basta così: l'ora è venuta:
ecco, il Figlio dell'uomo sarà dato in mano dei peccatori.
Alzatevi, andiamo. Ecco, è vicino chi mi tradirà ".
"IL TRADIMENTO"
Mentre ancora parlava,
ecco arrivò Giuda Iscariota, uno dei dodici,
e con esso una coorte e gran gente con spade e bastoni,
e famigli con lanterne,torcie e armi,
mandati dai gran Sacerdoti, dagli scribi, dagli anziani del popolo e dai farisei.
Il traditore aveva dato loro il segnale:
" Chi bacerò è lui: prendetelo e senz'esitare portatelo via..."
(Il bacio sulla spalla, tra uomini, è in Oriente segno comunissimo di saluto affettuoso e rispettoso)
Giuda ha tradito e venduto Gesù per trenta sicli d'argento, circa un centinaio di lire;
il prezzo minimo di uno schiavo! ...
Accostatosi subito a Gesù disse: "Salve, Maestro!„ E lo baciò.
"Amico, gli disse Gesù, che sei venuto a fare?
Giuda con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo ?".
"L'ARRESTO"
Gesù, sapendo quanto gli doveva accadere, si fece avanti a dir loro: " Chi cercate?"
Gli risposero: " Gesù di Nazaret ". Dice loro Gesù: " Sono io ".
Ora, appena ebbe detto " Sono io " andarono indietro e stramazzarono per terra.
Domandò loro di nuovo: " Chi cercate?.." E quelli dissero: " Gesù di Nazaret".
Rispose Gesù: "Ve l'ho detto, son io; se dunque cercate me, lasciate andare quest'altri ".
Affinchè si adempisse la parola detta da Lui:
" Non ho perduto alcuno di quelli che mi hai dato ".
Allora, fattisi avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo presero.
Ma gli altri d'intorno a Lui, vedendo quanto stava per accadere, gli dissero:
" Signore, mettiamo mano alla spada ?"
E Simon Pietro, avendo una spada, la sfoderò e ferì un servo del sommo Sacerdote,
tagliandogli l'orecchio destro. E quel servo si chiamava Malco.
" Basta così " disse Gesù. E toccatogli l'orecchio, lo guarì.
Rivoltosi allora a Pietro, disse :
" Rimetti la spada nel fodero, perchè quanti daran di mano alla spada, periranno di spada.
Non berrò io il calice che mi ha dato il Padre?
Pensi forse ch'io non lo potrei pregare ed Egli mi manderebbe ora
più di dodici legioni d'angeli ? Ma come si avvererebbero le Scritture,
secondo le quali bisogna che avvenga così?..."
E allora Gesù, rivoltosi alla turba, ai gran Sacerdoti, agli ufficiali del tempio
e agli anziani che erano venuti contro di Lui, disse:
" Siete venuti a me con spade e bastoni per prendermi, come un assassino;
eppure ogni giorno sedevo tra voi insegnando nel tempio e non mi avete arrestato.
Ma questa è l'ora vostra e la potenza delle tenebre.
E tutto questo è avvenuto, affinchè s'adempissero le Scritture dei profeti ".
Allora gli uomini della coorte, il capitano e i satelliti dei Giudei,
afferrarono Gesù e lo legarono, mentre tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
Però lo seguiva un giovanetto avvolto solo in una sindone:
i satelliti l'afferrarono, ma egli lasciata andare la sindone, fuggì.
"IL GIUDIZIO INIQUO"
Quelli, afferrato Gesù, lo condussero prima da Anna, poichè era suocero di Caifa,
il quale era sommo Sacerdote in quell'anno.
Simon Pietro lo seguiva da lontano con un altro discepolo,
il quale era noto al gran Sacerdote ed entrò con Gesù nell'atrio del palazzo.
Ma Pietro restò di fuori dalla porta.
Uscì dunque quell'altro discepolo, ch'era noto al gran Sacerdote
e, parlato con la portinaia, introdusse Pietro.
Il gran Sacerdote interrogò Gesù sui suoi discepoli e sulla sua dottrina.
Rispose Gesù: "Io ho parlato in pubblico; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio
dove si radunano tutti i Giudei e niente ho detto in segreto. Perchè interroghi me?
Domanda a coloro che hanno udito quel che io ho detto. Essi sanno le cose che ho insegnato...
(Soltanto San Marco ha notato questo particolare.
Che si tratti proprio di lui ? È probabile.)
Appena ebbe detto ciò, uno dei servi presenti diede uno schiaffo a Gesù,
dicendo: "Così rispondi al gran Sacerdote ? "
Replicò Gesù: " Se ho parlato male, dimmi dov'è il male,
ma se ho parlato bene, perchè mi percuoti ?"
E Anna lo mandò legato al sommo Sacerdote Caifa,
il quale aveva dato consiglio ai Giudei:
" essere opportuno che un uomo solo morisse per il popolo ".
Tutti i Sacerdoti e gli scribi e gli anziani del popolo s'erano già radunati presso Caifa.
Ora i gran Sacerdoti e tutto il consiglio cercavano testimonianze contro Gesù
per farlo morire, e non le trovavano.
Molti avevano deposto il falso contro di lui, ma le loro deposizioni non concordavano.
Da ultimo si presentarono due che deposero così: "Noi lo abbiamo sentito dire:
Posso distruggere questo tempio manufatto e in tre giorni
ne fabbricherò un altro non manufatto".
Ma la loro testimonianza non era concorde.
Allora il gran Sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, domandò a Gesù:
" Non rispondi niente a quanto attestano contro di te ?"
Ma egli taceva e nulla rispose.
Lo interrogò di nuovo il sommo Sacerdote:
" lo ti scongiuro in nome del Dio vivo di dirci se tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio benedetto !..."
" Tu l'hai detto, lo sono ", gli rispose Gesù;
"anzi vi dico: da qui a poco vedrete il Figlio dell'uomo
assiso a destra della Maestà di Dio, venire sulle nubi del cielo..."
E il Sommo Sacerdote, stracciatesi le vesti, esclamò:
"Egli ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo più di testimoni ?
Avete udito la bestemmia: che ve ne pare ?"
E tutti ad una voce urlarono: " È reo di morte!"
"GESU' RINNEGATO DA PIETRO"
Intanto i servi e i famigli avevano acceso un fuoco nel cortile perchè era freddo,
e, accomodatisi intorno al braciere, si scaldavano.
Pietro si era seduto in mezzo a loro per vedere la fine, e si scaldava anche lui.
Sopravvenne la serva (portinaia) del sommo Sacerdote e, visto Pietro che si riscaldava,
lo guardò fisso e disse: "Anche tu eri con Gesù di Galilea».
Ma Pietro lo negò innanzi a tutti: "Donna, io non lo conosco. Non so quel che tu dica."
Allora egli uscì fuori dalla porta sul vestibolo, ma lo vide un'altra serva
e disse ai circostanti: "Anche costui era con Gesù Nazareno !"
Di lì a poco, un altro, vedendolo, gli disse: "Anche tu eri di quelli !"
Ma egli negò di nuovo. In quel momento il gallo cantò.
Pietro ritornò accanto al fuoco e si scaldava. Gli chiesero i famigli:
" Non sei dei suoi discepoli anche tu ?" Ma egli lo nega, con giuramento:
" No, vi dico di no: non conosco quell'uomo ! "
Circa un'ora dopo, dissero a Pietro un'altra volta:
" Tu sei certamente di quelli: difatti sei Galileo ed anche il tuo accento ti tradisce."
Uno dei servi del gran Sacerdote, cognato di quello cui Pietro aveva mozzato l'orecchio,
l'accusò a sua volta: "Non l'ho visto io nell'orto con lui ?"
Ma Pietro negò di nuovo e cominciò a imprecare e spergiurare:
" Non conosco l'uomo di cui parlate; io non so che cosa volete dire ".
Parlava ancora, quando il gallo cantò per la seconda volta.
Allora Gesù si volse e lo guardò. Pietro si ricordò della parola che gli aveva detto Gesù:
" Prima che il gallo canti due volte mi rinnegherai tre volte ".
("Tre volte": queste parole non si riferiscono a tutte le risposte date da Pietro alle molteplici accuse,
ma alle tre circostanze: una volta alla porta e due intorno al fuoco).
Ed uscito fuori, pianse amaramente.
Allora gli uomini che tenevano Gesù lo schernivano percuotendolo.
E alcuni cominciarono a bendargli gli occhi, a sputargli in faccia e a schiaffeggiarlo,
dicendogli: "Cristo, indovinaci: chi ti ha percosso ?"
E bestemmiando, dicevano contro di lui molte altre cose.
II All' Alba
"DA CAIFA A PILATO"
Sull'albeggiare, i gran Sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo
tennero subito consiglio, pieni di odio contro Gesù, per condannarlo a morte.
Essi lo fecero condurre nel loro sinedrío e gli dissero: "Se tu sei il Cristo, diccelo !"
"Se io ve lo dico, non mi credete, rispose Gesù;
e se anche v'interrogo, non mi rispondete e tanto meno sarete disposti ad assolvermi.
Ma d'ora in poi il Figlio dell'uomo sarà seduto alla destra della Maestà di Dio...
Tutti gli replicarono: "Tu sei adunque il Figlio di Dio ?..
"Voi dite ch'io sono... rispose Gesù.
E quelli esclamarono: "Che bisogno abbiamo più di testimoni ?
L'abbiamo noi stessi udito dalla sua propria bocca."
"GIUDA DISPERATO"
Allora Giuda, che lo aveva tradito, vedendo che Gesù era condannato,
pentitosi, riportò i trenta danari ai gran Sacerdoti e agli anziani, dicendo:
" Ho peccato, col tradire il sangue innocente ".
Ma quelli dissero: "Che c'importa? Pensaci tu ".
Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si ritirò e andò a impiccarsi.
I Gran Sacerdoti, raccolte le monete d'argento, dissero:
" non si possono mettere nel tesoro, perchè son prezzo di sangue..."
(Avevano scrupolo, perchè era proibito dalla legge (Deut., 23, 18)
di servirsi di danaro, frutto di un atto criminale, a scopo pio;
non avevano però esitato a spenderlo prima per la più grande ingiustizia.)
E tenuto consiglio, comprarono con esse il campo del vasaio, per la sepoltura dei forestieri.
Perciò quel campo si chiama Aceldama, cioè campo di sangue, fino al giorno d'oggi.
(Si trova ancora all'incontro della valle di Giosafat con quella dell'Hinnon.)
Così s'adempì quel che fu predetto dal profeta Geremia:
" E presero i trenta danari d'argento prezzo del venduto,
mercanteggiato dai figli d'Israele; e li impiegarono nel campo del vasaio,
come stabilì con me il Signore".
"DINANZI A PONZIO PILATO"
Intanto, levatasi tutta la moltitudine dei membri del Consiglio, e, fatto legare Gesù,
lo malmenarono e consegnarono al preside Ponzio Pilato.
(Ponzio Pilato era il sesto dei governatori romani che,
dopo la destituzione di Archelao, ultimo principe nazionale, amministrava la Giudea.
La governò per circa dieci anni, dall'anno 26 in poi
e si distinse spesso per durezza e crudeltà.
A lui solo era riservato il diritto di pronunziare una sentenza capitale.
Per questo il Gran Consiglio, passando sopra all'orgoglio nazionale,
per odio contro Gesù, si presentò di buon mattino al pretorio.)
Era ancora di buon mattino, ed i Giudei non entrarono nel pretorio,
per non contaminarsi e così poter mangiare la pasqua.
Perciò Pilato uscì fuori verso di loro domandando:
" Quale accusa portate contro quest'uomo ?"
Gli risposero: " Se costui non fosse un malfattore, non l'avremmo rimesso nelle tue mani".
"Allora, prendetelo voi, replicò Pilato, e giudicatelo secondo le vostre leggi ".
" A noi non è lecito di far morire alcuno " risposero i Giudei.
Così dovevano adempiersi le parole, con cui Gesù
aveva dichiarato di quale morte doveva morire.
E i Giudei cominciarono ad accusarlo, dicendo:
" Abbiamo trovato costui che sovverte il popolo e distoglie dal pagare il tributo a Cesare,
e dice ch'egli è Cristo re ".
Pilato, rientrato nel pretorio, si fece condurre Gesù, e quando fu dinanzi a lui,
lo interrogò: "Sei tu il re dei Giudei ? ...
" Lo dici da te, gli rispose Gesù, o altri te l'ha detto di me ?...
" Son io forse Giudeo? replicò Pilato. La tua nazione e i gran Sacerdoti
ti han condotto innanzi a me. Che cos'hai fatto ? "
" Il mio regno, rispose Gesù, non è di questo mondo;
se il mio regno fosse di questo mondo, certo i miei servitori lotterebbero
perchè non fossi dato in mano ai Giudei; ma, ora, il mio regno non è di quaggiù ".
"Dunque tu sei re ?" interruppe Pilato. " Tu lo dici ch'io sono re.
lo per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo,
a rendere testimonianza alla verità. Chi sta per la verità, ascolta la mia voce ".
" Che cos'è la verità ? gli domandò Pilato.
E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei a dir loro:
" lo non trovo in quest'uomo alcuna colpa ..."
Allora i gran Sacerdoti e gli anziani accusarono Gesù di molte cose,
ma egli non rispose nulla. " Non senti di quante cose t'accusano ?" gli disse Pilato;
" Non rispondi niente ?" Ma Gesù non rispose più neppure una parola,
tanto che Pilato se ne maravigliava grandemente.
Tuttavia i Giudei si accaloravano maggiormente dicendo:
" Costui solleva il popolo con l'insegnare per tutta la Giudea,
avendo cominciato dalla Galilea sin qua ".
"GESU' DINANZI A ERODE"
Pilato, udendo parlare della Galilea, domandò se l'uomo fosse Galileo.
E inteso ch'egli era della giurisdizione d'Erode, lo rimise ad Erode
che si trovava anche lui per quei giorni a Gerusalemme.
(Erode Antipa, re della Galilea, uccisore di San Giovanni Battista.
Fu più tardi destituito da Caligola e morì esiliato a Lione.)
Erode, al veder Gesù, si rallegrò molto perchè desiderava conoscerlo da gran tempo,
avendone sentito parlar molto, e sperava di vedergli fare qualche miracolo.
Or fece a lui molte interrogazioni. Egli però non gli rispose mai.
Intanto i gran Sacerdoti e gli scribi stavano lì ad accusarlo con pertinacia.
Ma Erode con i suoi soldati se ne fecero beffe; e vestitolo, per ischerno,
d'una tunica bianca, lo rimandò a Pilato.
Così Erode e Pilato che prima erano nemici tra loro,
(Erode aveva appoggiato presso l'imperatore Tiberio le lagnanze dei Giudei contro Pilato.)
da quel giorno diventarono amici.
"GESU' E BARABBA"
Allora Pilato, radunati i gran Sacerdoti, i magistrati e il popolo, disse loro:
" Mi avete presentato quest'uomo come sovvertitore del popolo;
ed ecco, interrogatolo alla vostra presenza, non ho trovato in lui
nessuna delle colpe di cui voi l'accusate.
Anzi, nemmeno Erode, poichè a lui vi ho rimessi, non ha trovato in lui nulla
che fosse meritevole di morte. Perciò gli darò un castigo e poi lo proscioglierò ".
Ora, durante la festa, era solito di liberare un prigioniero designato dagli stessi Giudei.
E ce n'era allora uno famigerato, di nome Barabba, ladrone e carcerato
tra i tumultuanti per aver tentato una rivolta in città e commesso un omicidio.
E il popolo, adunatosi, cominciò a domandare la grazia che sempre loro concedeva.
Pilato disse allora alla folla radunata:
" C'è uso tra voi che io vi rilasci libero uno per la Pasqua;
volete dunque che vi rimetta in libertà il re dei Giudei ?
Chi volete che vi liberi, Barabba o Gesù, chiamato il Cristo ?"
Egli sapeva infatti che i gran Sacerdoti lo avevano consegnato per invidia.
E mentre egli sedeva in Tribunale, sua moglie
(Claudia Procula, patrizia romana, che, secondo una tradizione riportata da Origene,
si convertì e morì cristiana.)
mandò a dirgli: " Non t'impicciare negli affari di quel giusto,
perchè oggi in sogno ho sofferto molto a causa di lui"...
Intanto i gran Sacerdoti e gli anziani avevano istigato il popolo,
persuadendolo a chiedere Barabba e a far perire Gesù.
Quando perciò Pilato rinnovò la domanda " quale dei due volete che vi rilasci ?"
tutto il popolo gridò ad una voce: " Barabba! non lui, ma Barabba ! "
" Che farò dunque di Gesù, riprese Pilato, di questo re dei Giudei, chiamato Cristo ?"
Gridarono tutti da capo: " Sia crocifisso !"
" Ma che male ha fatto ?.. insistè.
I Giudei però gli gridavano sulla voce dicendo: "Sia crocifisso !"
Pilato, desideroso di liberare Gesù, parlò loro di nuovo:
ma essi gridarono più furiosamente: " Crocifiggilo, crocifiggilo !"
Ed egli disse loro per la terza volta: " Ma insomma, che male ha fatto costui ?
lo non trovo in lui alcun motivo di morte. Lo farò castigare e lo lascerò libero".
Quelli però incalzavano sempre più, chiedendo con grandi grida che fosse crocifisso
e i loro clamori andavano crescendo. Allora Pilato, volendo contentare il popolo,
rilasciò Barabba, già imprigionato per sedizione e omicidio, come chiedevano;
e abbandonò Gesù in loro balìa.
"GESU' FLAGELLATO E CORONATO DI SPINE"
Ma prima Pilato prese Gesù e lo fece flagellare.
(La flagellazione era legalmente ammessa presso i Giudei e presso i Romani.
Mosè limitava i colpi a quaranta, mentre la legge romana
non conosceva limiti a questo supplizio che poteva riuscir mortale.)
I soldati poi lo condussero nell'atrio del pretorio e radunarono tutta la coorte.
Spogliatolo delle sue vesti, gli misero addosso un mantello purpureo;
poi, intrecciata una corona di spine, gliela posero in capo e nella destra una canna:
quindi, passandogli uno dopo l'altro davanti, si inginocchiavano, come per adorarlo,
e lo schernivano ripetendo: " Salute, Re dei Giudei ".
E gli davano schiaffi, gli sputavano addosso, e gli picchiavano la testa con una canna.
Allora usci fuori di nuovo Pilato a dire al popolo:
" Ecco, io ve lo conduco ancora una volta, affinchè intendiate
che non trovo in lui alcuna colpa ".
E venne fuori Gesù, portando la corona di spine e il manto purpureo.
E dice Pilato: " Ecco l'uomo ".
Ma come l'ebbero visto, i gran Sacerdoti e i loro servi alzarono la voce e gridarono:
" Crocifiggilo, crocifiggilo ! "
" Prendetelo voi e crocifiggetelo, rispose Pilato, io non trovo colpa in lui ".
Gli replicarono i Giudei: " Noi abbiamo una legge, e secondo la legge deve morire,
perchè s'è fatto figlio di Dio ".
Quando Pilato udì queste parole, s'impaurì di più,
ed entrando un'altra volta nel pretorio, disse a Gesù: " Donde sei ? "
Ma Gesù non gli diede risposta. Perciò gli disse Pilato:
" Non mi parli ? Non sai che ho potere di crocifiggerti, come ho potere di liberarti ?"
" Tu non avresti nessun potere su me, rispose Gesù, se non ti fosse stato dato dall'alto.
Per questo chi mi ha consegnato in mano tua è più colpevole di te".
(L'autorità viene da Dio e Gesù lo ricorda a Pilato,
richiamandolo a servirsene secondo coscienza.
Giuda, Caifa e gli altri che fanno servire l'autorità stabilita da Dio ai loro fini iniqui,
sono assai più colpevoli di Pilato.)
Da quel momento, Pilato cercava di liberarlo, ma i Giudei gridavano, dicendo:
" Se lo liberi, non sei amico di Cesare: poichè chi si fa re, va contro Cesare ".
Pilato dunque, sentito questo discorso, condusse fuori Gesù e sedette in tribunale
nel luogo detto Litostrato in ebraico Gabbata.
(La scala di marmo che conduceva al Lilostrato ovvero, spianata di pietra,
fu portata a Roma nel IV secolo da Sant' Elena, madre di Costantino Magno.
Si venera ancora nella cappella della Scala Santa presso San Giovanni in Laterano.
Gabbata vuol dire in ebraico terrazza.)
Era giusto la vigilia della Pasqua, circa l'ora sesta.
(Un'ora circa prima di mezzogiorno.)
E Pilato dice ai Giudei: " Ecco il vostro re "
Ma essi gridavano: " Via, via, crocifiggilo !"
" Crocifiggerò dunque il vostro re ? " replicò Pilato.
Risposero i gran Sacerdoti: " Noi non abbiamo altro re, fuori di Cesare "
Vedendo Pilato che non approdava a nulla, ma che al contrario il tumulto cresceva
sempre più , prese dell'acqua, si lavò le mani dinanzi al popolo dicendo:
" lo sono innocente del sangue di questo giusto: pensateci voi !"
E rispondendo tutto quanto il popolo disse:
" Il sangue di lui cada su noi e sui nostri figli "
Allora Pilato ordinò s'adempisse la loro richiesta: e abbandonò Gesù nelle loro mani,
perchè fosse crocifisso. E i soldati, schernito ch'ebbero ancora Gesù,
lo spogliarono della porpora, la rivestirono delle sue vesti
e lo condussero fuori della città per crocifiggerlo.
(Per quanto Pilato non abbia l'anima di un criminale, tuttavia per la sua viltà
l'ingiustizia suprema si compie: la sua sentenza dà la morte a Gesù;
e il Credo dirà attraverso i secoli il suo disonore.)
III Ore Supreme
"LA VIA DOLOROSA"
E portando la sua croce, Gesù s'avviò al luogo detto Calvario, in ebraico Golgota.
(II Calvario era una piccolissima altura, subito fuori della città di Gerusalennne.
Le esecuzioni si facevano appunto fuori le mura. Golgota, ovvero luogo del cranio.)
E con lui erano pure condotti due malfattori per essere giustiziati.
Ora, nell'uscire dalla città, i soldati incontrarono un certo Simone di Cirene,
padre d'Alessandro e di Rufo, che ritornava dalla campagna;
lo afferrarono e gli misero addosso la croce, perchè la portasse dietro Gesù.
Lo seguiva una folla immensa di popolo e donne che lo piangevano e facevano lamenti.
Ma Gesù, rivolto a loro, disse: " Figlie di Gerusalemme, non piangete sopra di me,
ma piangete sopra di voi e sopra i figli vostri, perchè presto verrà il tempo
in cui si dirà: Beate le sterili ! Fortunati i seni che non hanno generato
e le mammelle che non hanno allattato ! Allora cominceranno a dire alle montagne:
cadete su noi e alle colline: copriteci.
Poichè se tali cose fanno al legno verde che sarà del legno secco ?"
(Se Egli, Gesù, è trattato così male, che cosa sarà di chi manda a morte lui, l'Innocente?
E il Signore accenna all'assedio orribile dell'anno 70,
che avrebbe ridotto Gerusalemme a un ammasso di rovine e schiavi i suoi abitanti.)
E giunti al Calvario gli dettero da bere del vino mescolato con mirra e fiele,
ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne.
(il vino così misturato serviva come narcotico per i condannati:
Gesù volle soffrire nel pieno possesso delle sue facoltà,
piuttosto che usare questo sollievo.)
"IL CROCIFISSO E LE SUE PAROLE"
Era ancora l'ora terza quando lo crocifissero.
E con lui crocifissero pure i due malfattori, uno e destra e l'altro a sinistra.
Così si compivano le parole della Scrittura: " Egli è stato annoverato tra i malfattori ".
Pilato aveva scritto egli stesso il titolo della condanna e lo pose sulla croce.
E c'era scritto: " Gesù di Nazaret, Re dei Giudei ".
Ora, molti Giudei lessero quel titolo: perchè il luogo, dove Gesù fu crocifisso,
era vicino alla città; ed era scritto in ebraico, greco e latino.
Perciò i gran Sacerdoti dei Giudei dissero a Pilato:
" Non scrivere: Re dei Giudei, ma: costui ha detto: Sono Re dei Giudei ".
Rispose Pilato: " Quel che ho scritto, ho scritto ".
E Gesù diceva loro:
" PADRE, PERDONA L0R0, PERCHÈ NON SANNO QUEL CHE FANNO !"
I soldati poi, dopo averlo crocifisso, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti,
una per ciascun soldato, e la tunica.
Ora la tunica era senza cuciture, tessuta tutta dall'alto al basso.
Perciò dissero tra loro: " Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi debba toccare ".
Così si adempivano le parole della Scrittura che dice:
" Si divisero tra loro le mie vesti, e su la mia tunica tirarono la sorte ".
I soldati fecero proprio così e poi, seduti, gli facevano la guardia.
Gran moltitudine di popolo con i caporioni stavano a guardare Gesù, e lo coprivano d'insulti.
E quanti passavano lo bestemmiavano pure, scuotendo il capo e dicendo:
" O tu che distruggi il tempio di Dio, e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso;
se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce !"
Nello stesso modo anche i gran Sacerdoti con gli scribi e gli anziani dicevano tra loro
per ischerno: " Ha salvato gli altri e non può salvare se stesso ?
Se Egli è il Cristo, il Re d'Israele, scenda ora dalla croce, affinchè vediamo e crediamo.
Ha confidato in Dio, lo liberi adesso se gli vuol bene; giacchè ha detto:" Son figlio di Dio ".
Anche i soldati se ne facevano beffe e, accostandoglisi,
gli porgevano dell'aceto dicendo: "Se tu sei il Re dei Giudei, salva te stesso !"
E nello stesso modo lo svillaneggiavano i malfattori, crocifissi con lui:
uno di questi lo bestemmiava dicendo: " Se tu sei il Cristo, salva te e noi !"
Ma l'altro lo rimproverò così:
"Neppure tu temi Dio, mentre soffri uguale martirio?
Quanto a noi davvero giustamente, perchè paghiamo le pene dei nostri misfatti;
ma lui non ha fatto nulla di male".
E diceva a Gesù: " Signore, ricordati di me, quando giungerai nel tuo regno !"
E Gesù gli rispose:
" TI DICO IN VERITA': OGGI SARAI CON ME IN PARADISO..."
Accanto alla croce di Gesù stavano pure sua madre, la sorella di sua madre,
Maria di Cleofa, e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la Madre e lì presente il discepolo amato da lui,
dice a sua Madre: " DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO !"
Poi dice al discepolo: " ECCO LA MADRE TUA !"
E da quel momento il discepolo la prese con sè.
Ma, dalla sesta ora sino alla nona,
(Dalle dodici alle quindici circa.)
si fece buio su tutta la terra per l'oscurarsi del sole.
E' circa l'ora nona, Gesù con gran voce esclamò: "Eli ! Eli ! Lamma sabacthani "
che significa " DIO MIO, DIO MIO, PERCHÈ MI HAI ABBANDONATO ? "
(È il principio del salmo XXI ch'è un racconto preciso e profetico di tutta la Passione.)
Alcuni circostanti, avendo udito, dicevano: " Guarda, chiama Elia ".
Dopo ciò, Gesù vedendo compiuti tutti gli oracoli dei profeti,
perchè si compisse l'ultimo, esclamò: " Ho SETE !"
C'era lì un vaso pieno di aceto. E uno corse a inzuppare una spugna nell'aceto,
e postala in cima a una cannuccia d'issopo, gli dava da bere, dicendo:
" Lasciate, stiamo a vedere se viene Elia a levarlo giù ".
Gesù, quand'ebbe preso l'aceto, disse: " TUTTO E' CONSUMATO !"
Poi esclamò con gran voce:
" PADRE, NELLE TUE MANI, RACCOMANDO LO SPIRITO MIO !"
Nel pronunziare queste parole, chinò il capo, e spirò.
(Erano circa le ore 15 del venerdì del mese di Nisan, che secondo i calcoli più probabili,
corrisponderebbe al 7 aprile dell'anno 30 dell'èra volgare.)
"GESU' MORTO E SEPPELLITO"
Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due parti da cima a fondo;
la terra tremò, le pietre si spezzarono, i sepolcri si aprirono
e molti corpi di santi che dormivano, risuscitarono, i quali, usciti dalle loro tombe,
entrarono nella città santa e apparvero a molti dopo la risurrezione di Gesù.
Il centurione che stava dirimpetto a Gesù, visto come era spirato gridando in quel modo,
rese gloria a Dio esclamando: " Veramente quest'uomo era Figlio di Dio..."
Anche quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, visto il terremoto
e le cose che accadevano, ebbero gran timore e dicevano:
«Sì, quest'uomo era giusto, era davvero Figlio di Dio ".
E tutta la moltitudine convenuta per assistere al supplizio di Gesù,
vedendo quanto accadeva, tornava battendosi il petto.
I conoscenti di Gesù, stavano in lontananza, osservando tali cose.
C'erano pure a distanza delle donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per assisterlo.
Fra queste era Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo il Minore e di Giuseppe,
e Salomè, madre dei figli di Zebedeo; le quali lo seguivano e lo servivano anche
quando era nella Galilea, e molte altre ch'eran venute a Gerusalemme insieme con lui.
Ma i Giudei, affinchè non restassero in croce i corpi nel sabato essendo la Parasceve,
(Parasceve vuol dire preparazione: era il venerdì.
E si preparavano le cose per il sabato, giorno di assoluto riposo.)
chiesero a Pilato che fossero rotte le gambe ai giustiziati e fossero tirati giù.
Andarono pertanto i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro crocifisso con lui.
Quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe,
ma uno dei soldati gli aperse il fianco con una lancia; e subito ne uscì sangue ed acqua.
E chi vide, l'ha attestato; ed è vera la sua testimonianza,
ed egli sa che dice il vero, affinchè voi pure crediate.
Certo, questo è avvenuto, affinchè s'adempisse la Scrittura:
" Non gli sarà spezzato alcun osso " e quest'altra; " vedranno chi hanno trafitto ".
Venuta la sera venne un ricco di Arimatea, città della Giudea, chiamato Giuseppe.
Era uomo giusto e buono, il quale aspettava anch'egli il regno di Dio
e faceva parte dei discepoli di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei.
Nobile consigliere del Sinedrio non aveva consentito ai consigli e alle opere degli altri.
Si presentò coraggiosamente a Pilato a chiedere e prendere il corpo di Gesù.
Pilato, meravigliato che fosse già morto, fece chiamare il centurione,
e gli domandò se fosse morto da qualche tempo.
E informato dal centurione, donò il cadavere a Giuseppe.
Venne anche Nicodemo (quello che la prima volta andò di notte da Gesù)
portando una misura di mirra e d'aloe, quasi cento libbre.
Giuseppe poi, che aveva comprato una sindone candida,
distaccò dalla croce il corpo di Gesù;
quindi tutt'e due lo involsero nella sindone e lo fasciarono di pannilini con gli aromi,
come si costuma di seppellire presso gli Ebrei.
Nel luogo dove fu crocifisso Gesù c'era un orto e nell'orto un sepolcro nuovo,
scavato nel masso e appartenente a Giuseppe, e nel quale nessuno ancora era stato posto.
Siccome era il giorno di Parasceve e cominciava il sabato e il sepolcro era vicino,
vi posero il corpo di Gesù. Infine, fatta rotolare una grossa pietra
all'ingresso della tomba, si ritirarono.
Sedute dirimpetto al sepolcro, Maria Maddalena, Maria, la madre di Giacomo e di Giuseppe,
come pure le donne ch'erano venute dalla Galilea con Gesù,
stavano a guardare dove e in che modo fosse collocato il corpo del Signore.
Allora, tornate, prepararono aromi e unguenti;
nel sabato però non si mossero secondo il precetto.
Il giorno seguente che è quello dopo la Parasceve, i gran Sacerdoti e i farisei
si recarono da Pilato e gli dissero:
" Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse ancor vivo:
- Dopo tre giorni risusciterò. -
Ordina dunque che sia custodito il sepolcro sino al terzo giorno,
affinchè non vadano i suoi discepoli a rubarlo e dicano al popolo:
- È risorto dai morti - e l'ultimo inganno sarebbe peggiore del primo ".
Pilato disse loro: " Prendete pure le guardie ! Andate, custodite come vi pare !"
Ed essi andarono subito e, messi i sigilli alla pietra che chiudeva il sepolcro,
vi posero le guardie.