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PUNTI BIANCHI

di Terenzio Formenti

Questo libro è stato stampato nel Marzo del 1993 ed è dedicato "a chi mi legge"


INDICE


PROLOGO DELL'AUTORE
Il titolo di questo piccolo libro è nato, così, senza far rumore, e mi ha stupito e affascinato. Ora, che è vivo, e freme, mi fa pensare. Ho intuito punti bianchi, che illuminano, senza esser visti, un foglio bianco, altri, che inseriti su spazi, dal grigio perla al nero profondo, assumono toni, nuovi su ogni sfondo che muta. Ho colto la luce, che i sogni sprigionano in una nera notte, i pensieri, che irrompono nel buio della mente, la luce primigenia, che mette in fuga le tenebre del caos. Ora sento, che le stelle mi guardano e mi parlano, anche se il sole, splende alto nel cielo.
"ogni goccia di mare
è oceano
rugiada
lacrima d'infinito"

PRESENTAZIONE DELL'AUTORE

Piccolo, calmo,
dietro la tua bianca barba
si nasconde un bambino,
curioso,
sedentario e giramondo
che gioca con le stelle
e i colori,
vola per le città
e tra betulle riposa.

Trasognati fiumi
intridono dei tuoi mattini il sonno
e giochi 
a inseguir sogni
rubandone colorati petali
loro inventando parole
e drammi e poesie.

Alchimista,
del futuro inventore,
vai per il mondo
regalando libri
di poesie-fiori;
poetando
coppie che nella nebbia
l'anima si bevono, 
un arcobaleno nella notte,
o treni
che in perdute steppe
sognano lontani.

Poesia di Juan Baladán Gadea
tradotta da Terenzio Formenti

PUNTI BIANCHI

una sillaba
scritta
sulla sabbia
del deserto

una goccia
d'acqua
in un torrente

un fiocco
di neve
nel sole

una lacrima
di bimbo

LE TRE CALCHERE DI PONTE CROTTE

contro un cielo
tramonto di fuoco
si stagliano 
ancora
nel crepuscolo 
le tre calchere

emergono 
nell'anima
i ricordi
di me bambino
alla scoperta 
del mondo


tre sentinelle 
poste
sui bastioni della vita
mi difendono 
dai fantasmi della notte

CASA NATIA

stranito
mi aggiro 
tra le stanze vuote
della casa natia

abbandonata...
come 
una vecchia ciabatta

aspetta 
qualcuno
che la ami
e faccia sua

nell'angolo
d'una stanza 
piccolo
un lettino 
dimenticato
attende 

chiudo gli occhi
e sorgono
i sogni 
della mia infanzia

malinconico
lascio 
la mia casa

e 
colmo
di ricordi

contento
mi segue
il lettino

I LAMPIONI DELLA MIA STRADA

camminando
trasognato

percorro
la mia strada


dietro a me

si perde 
come ombra

evanescente
il mio passato


davanti a me
 
nata dalla luce

la mia ombra
mi precede

e raggiunge
la sua casa

LE STELLE MI GUARDANO

le stelle mi guardano
mi parlano le stelle

mi guardano

anche se il sole
splende alto nel cielo

mi parlano

anche quando...
il rumore della vita
flebile rende
la loro voce

BETULLA D'INVERNO

		              a Umberto

stretta
nella bianca scorza

da un coltre di neve
avvolta
dorme la mia betulla

sogna 
la primavera del nord


fiori
bianche volpi 

e uomini

nascono
dal bianco manto  


IL VENTO E IL GABBIANO

	                       ad Alberto

gioca 
nel sole
il gabbiano
col vento

nella tempesta

gioca
il vento
col gabbiano

dalla nera marea
sommerso
muore un gabbiano

ma il vento...
continua a giocare
con altri gabbiani

LAGO D'IDRO A PRIMAVERA

folate 
di vento
accarezzano
la pelle del lago

con brividi
di piacere
che increspano
l'onda

dal torpore
svegliato

l'Eridio
risponde
ridendo

VIGILIA DI PASQUA

                   a Marceline

nel profondo
dei tuoi occhi ridenti
ti ho incontrata


sull'erba del bosco
già umida di rugiada
insieme
scalzi camminammo
un sentiero di luce


con un bacio
ho asciugato
i tuoi piedi 
lavati alla fonte

accanto
al tuo cuore
ho atteso
i rintocchi
della nostra mezzanotte

ACQUA

nella fredda
acqua del torrente

immerso
respiravo 

respiravo sole
                 amore
                 fuoco

e 
calore sentivo 

il calore
di un corpo di  madre...
	     donna
                           amante


ARIA

respiravo

e un uomo
e una donna
erano con me

respiravo 

il respiro delle rocce
                 delle foreste
                 degli uomini
	      degli animali
                  

il respiro del mare
                 della terra
                 del cielo

l'aria 

che unisce e separa 
il ghiaccio dei seracchi
e il magma dei vulcani

e piansi

piansi
con lacrime di bimbo che nasce
                     di uomo che muore
                     di un amore che esplode

il cosmico pianto
di un cielo
che fonde
in gocce di stelle

IL FUOCO

in una giornata 
di nubi
e sole 

nella fredda radura
è nato un fuoco
dalle nostre mani

erba di prato
legna di bosco
parole consunte
e lapilli di gioia

ero brezza
 
ho accarezzato
i tizzoni 
traendo 
dalle ceneri
note

ero vento

ho scavato
nei ciocchi
creando colori 
solo 
nel ghiaccio 
incontrati 

ero voce del torrente

ritmata da fiamme 
crepitanti nel cielo
in pulviscolo 
di piccole 
stelle
di sole
ho bruciato un fiore
perchè a ogni corpo di donna
ne giungesse l'essenza

un pane ho bruciato
perchè ogni uomo
nutrimento avesse 

sul fuoco...
ho versato 
l'acqua della mia borraccia
perchè ricadesse sulla terra

in pioggia
         brina  
             neve  

e gocce di rugiada

A MONTEVIDEO
DA UN FINESTRA AL DECIMO PIANO

una pianta di eucalipto
allacciata dal vento 
selvaggia amoreggia 
al ritmo di note
nello spazio dissolte

un anonimo albero 
da acida pioggia stroncato
nello spazio protende 
scheletriche braccia

una casupola di cartoni
cresciuta furtiva
nella notte del prato
chiede alle ricche sorelle
un posto alla mensa

fuggono 
			nel cielo 
le nubi
    cacciate 
dal gelido
         patagone 
vento


un colorato aquilone

occhi di bimbo
affidati a uno spago

curiosi 
mi guardano 

AL COMPOSITORE JUAN BALADAN GADEA

ti ho incontrato
nelle note 
della tua chitarra

accanto a miei versi 
ho colto
i tuoi accordi 

note 
che più non conosco
perchè lacrime
sui tasti
di un piano
bambino


ai miei segni 
di speranza
si è unita 
la tua calda
nostalgica voce  

ora
quando ti penso

intento
ti vedo

a carpire note
all'armonia del silenzio

e non oso 
turbarne
la magia

NOTTE D'URUGUAY

morbida notte 
luminosa
avvolgente
di silenzio e di pace

sentiero 

di palme transumanti  
sul " cammino dell'indio "


immobili stelle
sospese
nel cielo
ammiccano
come occhi di bimba
ad un uomo
ammaliato
dalla Croce del Sud

LUNA D'ARGENTINA

falce

quieta
nel limpido cielo

sei culla
ai miei sogni 
di bimbo

 
lenta

tra candide nubi
portate dal vento
sei gondola
ai nostri amori


piena

dalla pampa sconfinata
sali

e posso

accarezzare
i tuoi monti

e passeggiarne
le valli

UN CUCCIOLO DI NUBE
A MONTREAL

perso

un cucciolo di nube
vaga smarrito
tra guglie e grattacieli 

chiuso
tra  squadrate
e artiglianti
masse
piange
la sua solitudine

un buffo di vento

pietoso
lo libera nel cielo

HOTEL FURAMA

sigillato
nella mia stanza
di aria condizionata
vivo
 
mille occhi
mi guardano
e non mi vedono

iridescenti

gli specchi
delle mie vetrate
riflettono
il nulla
che ci confonde...
e separa 

vivi


solo 
piccoli gnomi
vestiti di luce
sgorgano dalla terra
e si arrampicano
su facciate
e pareti
di negozi e grattacieli


la "china town"
di Montreal
ha liberato
i suoi sogni

IL CANTASTORIE DI MONTREAL

sul molo
del vecchio porto

tese

le corde
della sua chitarra

gioca il cantastorie
la sua malinconica voce

vibra
la sua anima di poeta


silenziosa 
ascolta

la folla
assorta

e i gabbiani...
stridono
nel vento

LA FONTANELLA
DI VIA CARLO CATTANEO

acquattata 
nell'ombra
di un vecchio palazzo
da un angolo buio
una fontanella mi chiama

con l'accento
delle sue sorgenti
in sommesso dialetto
della mia città
vecchie storie
mi narra

chioccolio di un passato
che gaio risuona
nel silenzio
della notte 


racchiuso
nel mio bozzolo
di poeta

nei pensieri
immerso

passeggio nella notte 

SARO' BREZZA NEI TUOI SOGNI

all'alba

domani

sarò brezza
nei tuoi sogni

scompiglierò
i tuoi capelli

dolce

accarezzerò
i tuoi germogli...

e sarà
primavera

LA MIA VITA SOGNO

alta

una candela accesa
illumina
la buia notte


al centro 
della stanza

sospesa
alla sua fiamma
arde
la mia attesa

lenta
si consuma

e implacabile 
scende


con l'ultimo guizzo
anch'io
con lei 

svanisco nel buio

BIOCCOLO DI LANA

filo spinato

posto dall'uomo
a confine
sul crinale del monte

una pecora
in fuga
ti ha immolato 
un fiocco 
del suo bianco vello


batuffolo effimero

invano 
il vento
tenta liberarti


la brina
ti adorna
con amore

e la neve 
dolce
ti accarezza 

AD UNA DONNA ANCORA NON NATA

ad una donna
ancora non nata
ho regalato una rosa

rossa
come il suo piccolo cuore

grande
come l'amore 
che già l'accarezza

mai
sarà punta
dalle sue spine

e quando nascerà...
ne coglierà
il  profumo

sospeso
ancora
nel vento



© Copyright by Terenzio Formenti Via Ragazzoni 17 I-25123 Brescia, Italia; Tel. e Fax 0039/30/3365511
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