"ogni goccia di mare è oceano rugiada lacrima d'infinito"
Piccolo, calmo, dietro la tua bianca barba si nasconde un bambino, curioso, sedentario e giramondo che gioca con le stelle e i colori, vola per le città e tra betulle riposa. Trasognati fiumi intridono dei tuoi mattini il sonno e giochi a inseguir sogni rubandone colorati petali loro inventando parole e drammi e poesie. Alchimista, del futuro inventore, vai per il mondo regalando libri di poesie-fiori; poetando coppie che nella nebbia l'anima si bevono, un arcobaleno nella notte, o treni che in perdute steppe sognano lontani. Poesia di Juan Baladán Gadea tradotta da Terenzio Formenti
una sillaba scritta sulla sabbia del deserto una goccia d'acqua in un torrente un fiocco di neve nel sole una lacrima di bimbo
contro un cielo tramonto di fuoco si stagliano ancora nel crepuscolo le tre calchere emergono nell'anima i ricordi di me bambino alla scoperta del mondo tre sentinelle poste sui bastioni della vita mi difendono dai fantasmi della notte
stranito mi aggiro tra le stanze vuote della casa natia abbandonata... come una vecchia ciabatta aspetta qualcuno che la ami e faccia sua nell'angolo d'una stanza piccolo un lettino dimenticato attende chiudo gli occhi e sorgono i sogni della mia infanzia malinconico lascio la mia casa e colmo di ricordi contento mi segue il lettino
camminando trasognato percorro la mia strada dietro a me si perde come ombra evanescente il mio passato davanti a me nata dalla luce la mia ombra mi precede e raggiunge la sua casa
le stelle mi guardano mi parlano le stelle mi guardano anche se il sole splende alto nel cielo mi parlano anche quando... il rumore della vita flebile rende la loro voce
a Umberto stretta nella bianca scorza da un coltre di neve avvolta dorme la mia betulla sogna la primavera del nord fiori bianche volpi e uomini nascono dal bianco manto
ad Alberto gioca nel sole il gabbiano col vento nella tempesta gioca il vento col gabbiano dalla nera marea sommerso muore un gabbiano ma il vento... continua a giocare con altri gabbiani
folate di vento accarezzano la pelle del lago con brividi di piacere che increspano l'onda dal torpore svegliato l'Eridio risponde ridendo
a Marceline nel profondo dei tuoi occhi ridenti ti ho incontrata sull'erba del bosco già umida di rugiada insieme scalzi camminammo un sentiero di luce con un bacio ho asciugato i tuoi piedi lavati alla fonte accanto al tuo cuore ho atteso i rintocchi della nostra mezzanotte
nella fredda acqua del torrente immerso respiravo respiravo sole amore fuoco e calore sentivo il calore di un corpo di madre... donna amante
respiravo e un uomo e una donna erano con me respiravo il respiro delle rocce delle foreste degli uomini degli animali il respiro del mare della terra del cielo l'aria che unisce e separa il ghiaccio dei seracchi e il magma dei vulcani e piansi piansi con lacrime di bimbo che nasce di uomo che muore di un amore che esplode il cosmico pianto di un cielo che fonde in gocce di stelle
in una giornata di nubi e sole nella fredda radura è nato un fuoco dalle nostre mani erba di prato legna di bosco parole consunte e lapilli di gioia ero brezza ho accarezzato i tizzoni traendo dalle ceneri note ero vento ho scavato nei ciocchi creando colori solo nel ghiaccio incontrati ero voce del torrente ritmata da fiamme crepitanti nel cielo in pulviscolo di piccole stelle di sole ho bruciato un fiore perchè a ogni corpo di donna ne giungesse l'essenza un pane ho bruciato perchè ogni uomo nutrimento avesse sul fuoco... ho versato l'acqua della mia borraccia perchè ricadesse sulla terra in pioggia brina neve e gocce di rugiada
una pianta di eucalipto allacciata dal vento selvaggia amoreggia al ritmo di note nello spazio dissolte un anonimo albero da acida pioggia stroncato nello spazio protende scheletriche braccia una casupola di cartoni cresciuta furtiva nella notte del prato chiede alle ricche sorelle un posto alla mensa fuggono nel cielo le nubi cacciate dal gelido patagone vento un colorato aquilone occhi di bimbo affidati a uno spago curiosi mi guardano
ti ho incontrato nelle note della tua chitarra accanto a miei versi ho colto i tuoi accordi note che più non conosco perchè lacrime sui tasti di un piano bambino ai miei segni di speranza si è unita la tua calda nostalgica voce ora quando ti penso intento ti vedo a carpire note all'armonia del silenzio e non oso turbarne la magia
morbida notte luminosa avvolgente di silenzio e di pace sentiero di palme transumanti sul " cammino dell'indio " immobili stelle sospese nel cielo ammiccano come occhi di bimba ad un uomo ammaliato dalla Croce del Sud
falce quieta nel limpido cielo sei culla ai miei sogni di bimbo lenta tra candide nubi portate dal vento sei gondola ai nostri amori piena dalla pampa sconfinata sali e posso accarezzare i tuoi monti e passeggiarne le valli
perso un cucciolo di nube vaga smarrito tra guglie e grattacieli chiuso tra squadrate e artiglianti masse piange la sua solitudine un buffo di vento pietoso lo libera nel cielo
sigillato nella mia stanza di aria condizionata vivo mille occhi mi guardano e non mi vedono iridescenti gli specchi delle mie vetrate riflettono il nulla che ci confonde... e separa vivi solo piccoli gnomi vestiti di luce sgorgano dalla terra e si arrampicano su facciate e pareti di negozi e grattacieli la "china town" di Montreal ha liberato i suoi sogni
sul molo del vecchio porto tese le corde della sua chitarra gioca il cantastorie la sua malinconica voce vibra la sua anima di poeta silenziosa ascolta la folla assorta e i gabbiani... stridono nel vento
acquattata nell'ombra di un vecchio palazzo da un angolo buio una fontanella mi chiama con l'accento delle sue sorgenti in sommesso dialetto della mia città vecchie storie mi narra chioccolio di un passato che gaio risuona nel silenzio della notte racchiuso nel mio bozzolo di poeta nei pensieri immerso passeggio nella notte
all'alba domani sarò brezza nei tuoi sogni scompiglierò i tuoi capelli dolce accarezzerò i tuoi germogli... e sarà primavera
alta una candela accesa illumina la buia notte al centro della stanza sospesa alla sua fiamma arde la mia attesa lenta si consuma e implacabile scende con l'ultimo guizzo anch'io con lei svanisco nel buio
filo spinato posto dall'uomo a confine sul crinale del monte una pecora in fuga ti ha immolato un fiocco del suo bianco vello batuffolo effimero invano il vento tenta liberarti la brina ti adorna con amore e la neve dolce ti accarezza
ad una donna ancora non nata ho regalato una rosa rossa come il suo piccolo cuore grande come l'amore che già l'accarezza mai sarà punta dalle sue spine e quando nascerà... ne coglierà il profumo sospeso ancora nel vento