Storia e leggenda di Maccagno Inferiore

Cenni della storia tratti dal libro di Leopoldo Giampaolo "Storia breve di Maccagno Inferiore già feudo imperiale, Corte regale degli imperatori, terra per sè e di Maccagno Superiore" - edizione 1962 -

 

Stemma dei Mandelli
Monete della Zecca Maccagnese del Conte Giacomo Mandelli

 

Da una fotografia anteriore al 1890 si noti
l'ex Palazzo Mandelli e le sue torri.
Sotto: ciò che rimane di una torre -1962-

 

La torre oggi (foto Marina Perozzi)

Come nacque Maccagno: un'antica leggenda

Circa l'origine di Maccagno, per la storia Maccagno Inferiore, si racconta quanto segue:
......... Ma ecco giunger torme di genti nuove da lontani paesi. Sono falangi di guerrieri dal volto angoloso e dallo sguardo duro. A ferro e fuoco metton la ridente piaga e dove eran prima i campi fertili, ora è la devastazione ed il fumo degli incendi. Invano si tenta di opporsi alla loro invasione, ma chi può fermare la tempesta che s'abbatte e distrugge? In breve dov'era la città è un cumulo di rovine. I pochi scampati raccolti presso il fiume, guardano smarriti il bagliore degli incendi. Ad un tratto una voce si leva fra di essi e parla così: "la sventura viene e passa come quest'acqua che ci lambe i piedi. Percorriamo quest'onda che ci fu amica, saliamo verso i monti azzurri che sembrano scrigni in cui siano celati tesori. Forse lassù tra le loro pieghe troveremo asilo e ricostruiremo la nostra vita. Due volte s'abbatte la sventura, su chi, oltre ai beni, perde la speranza....".
Ed eccoli sul fiume. Dopo lungo navigare un grande lago appare ai loro occhi e sulle sue sponde prendono dimora. Un gruppo di essi fonda Maccagno e poichè Macone si chiama il loro condottiero, Maccagno diviene il nome del luogo.

La leggenda del salvataggio dell'imperatore Ottone 1°

"Siamo nei pressi del lago, una terribile bufera solleva un tumulto di cavalloni schiumosi, sulla riva è un pauroso scrosciare d'onde che s'infrangono violentemente, nuvoloni neri corrono per il cielo. Sulla piazzetta prospiciente il lago alcuni pescatori, guardano con attenzione verso le acque. Il loro modo di guardare, la loro concitazione denota che sta accadendo qualche cosa di grave. A cinquecento metri dalla riva un barcone dalle vele strappate lotta colle onde. Si solleva sulla loro cresta, affonda, risale, ondeggia, si inclina da un lato, si raddrlzza. Su di esso alcuni uomini fanno dei cenni. Evidentemente vorrebbero raggiungere la riva antistante il paese, ma qualcosa lo impedisce loro. Forse il barcone fa acqua, forse il timone è guasto. L'imbarcazione oscilla paurosamente ad un tratto un'ondata la piega da un lato, è lì per capovolgersi... Ed ecco che i pescatori fermi sulla piazzetta corrono alle loro barche piatte, le spingono nell'acqua e facendo forza sul remi si dirigono verso i pericolanti; in breve sono vicini. Il grosso barcone fiagellato dalle onde è in uno stato pietoso. Con una fune viene trascinato verso la riva ed i malcapìtati naviganti portati in salvo.
Era fra essi nientemeno che l'imperatore Ottone I° e gli altri formavano il suo seguito. Immaginatevi lo stupore dei buoni Maccagnesi, accorsero In massa ad ossequiare l'ospite e gli fecero da guida alle loro umili case.
Egli, commosso da tanta accoglienza e riconoscente per il bel gesto coraggioso ed umano nominò Maccagno Inferiore Corte Regale, l'affidò al governo di gentili e nobili signori, e lo rese indipendente da qualsiasi terra e giurisdizione ".
Questo sarebbe accaduto nel 962.
Storia o leggenda? Un po' dell'una e un po' dell'altra.

I primi passi nella storia

Affacciamoci ora alla soglia di una grande biblioteca, ci accoglieranno lunghi scaffali grevi di libri, una certa atmosfera quasi solenne e un bibliotecario pronto a venirci in aiuto.
Facciamoci avanti e cerchiamo nel catalogo, troveremo guide antiche e moderne di carattere generale sui paesi del Lago Maggiore, ma nulla che parli esclusivamente di Maccagno! Ci è giocoforza accontentarci di una di quelle.
Quante lodi al villaggio! Pittoresco, tranquilllo, confortevole, ottimo luogo per soggiorno ristoratore, ma ben poco esse dicono della sua storia singolare e quel poco talvolta in modo inesatto.
L'esempio sommo in tal brevità venne, neanche a farlo apposta, da un Maccagnese.
Il primo a scrivere una guida, o meglio una Corografia del Lago Maggiore fu un certo Domenico della Bella di Maccagno Inferiore che nel nome del paese natale fu chiamato Macaneo, vivente nel XV-XVI secolo, un uomo studiosissimo e famoso ai suoi tempi. Incominciò la sua Corografia proprio a Maccagno Inferiore dove si era rifugiato d'estate per sfuggire al caldo milanese ed essa fu stampata per la prima volta a Milano nel 1490.
Giunto a parlare del suo caro villaggio, invece di indugiarsi un poco a farne la storia che pur doveva ben conoscere, disse semplicemente: "Ecco Maccagno dolce mio luogo natale"

"Macaneum dulce natale solum nostrum"

Paolo Morigia nel 1603 pubblicava una storia del Lago Maggiore un poco più ricca di notizie e a lui attinsero, talvolta in modo troppo sfacciato, tutti coloro che scrissero di poi intorno al lago: il Cotta che ristampò nel 1690 il libro del Macaneo con un lungo commento, il Vagliano ed altri.
Non ci accontenteremo delle brevi notizie date da questi scrittori, ma ascoltiamo tuttavia egualmente le parole del Morigia:
"Otto Magno I° Imperatore, essendo ritornato da Roma a Pavia per castigar la crudel tirannia di Berengario Re d'Italia e dei suoi figli, mandò parte del suo esercito all'isola di S. Giulio sul Lago d'Orta, dove si era fortificata Uvilla, moglie di Berengario. E mentre si teneva l'assedio di detta fortezza, l'imperatore visitò tutto il lago e si fermò alcuni giorni nella terra di Maccagno di Sotto; ove trattava tutti i negozi di pace e di guerra. E perchè gli uomini di detta terra, nel tempo che l'imperatore quivi stette, trattarono molto bene e liberamente la sua corte ed i forestieri che quivi venivano; volendo l'imperatore mostrarsi grato, onorò detta terra col titolo di corte regale e la diede ai Signori Tazio e Rubaconte Mandello e discendenti, con mero e misto imperio di gladio".
Risponde al vero questa storia? Vi sono alcuni elementi a lei favorevoli; la serietà dell'Autore, la lontana leggenda, il dimorare che fece Ottone I° sul lago, il fatto, storicamente vero che egli largheggiasse di favori coi Signori che lo avevano aiutato nella lotta contro Berengario, la necessità che egli ebbe di porre fedeli sudditi nelle vicinanze della rocca di Travaglia, rimasta in possesso dei figli del sovrano nemico, il dono fatto alla Chiesa di San Giulio d'Orta delle corti di Borazolo ed Agredade il 1° agosto proprio del 962 anno della ritenuta concessione del feudo di Maccagno.