I primi passi nella storia
- Affacciamoci ora alla soglia di una
grande biblioteca, ci accoglieranno lunghi scaffali grevi di libri, una
certa atmosfera quasi solenne e un bibliotecario pronto a venirci in aiuto.
- Facciamoci avanti e cerchiamo nel
catalogo, troveremo guide antiche e moderne di carattere generale sui paesi
del Lago Maggiore, ma nulla che parli esclusivamente di Maccagno! Ci è giocoforza
accontentarci di una di quelle.
- Quante lodi al villaggio! Pittoresco,
tranquilllo, confortevole, ottimo luogo per soggiorno ristoratore, ma ben
poco esse dicono della sua storia singolare e quel poco talvolta in modo
inesatto.
- L'esempio sommo in tal brevità venne,
neanche a farlo apposta, da un Maccagnese.
- Il primo a scrivere una guida, o meglio
una Corografia del Lago Maggiore fu un certo Domenico della Bella di Maccagno
Inferiore che nel nome del paese natale fu chiamato Macaneo, vivente
nel XV-XVI secolo, un uomo studiosissimo e famoso ai suoi tempi. Incominciò la
sua Corografia proprio a Maccagno Inferiore dove si era rifugiato d'estate
per sfuggire al caldo milanese ed essa fu stampata per la prima volta a
Milano nel 1490.
- Giunto a parlare del suo caro villaggio,
invece di indugiarsi un poco a farne la storia che pur doveva ben conoscere,
disse semplicemente: "Ecco Maccagno dolce mio luogo natale"
"Macaneum
dulce natale solum nostrum"
- Paolo Morigia nel 1603 pubblicava
una storia del Lago Maggiore un poco più ricca di notizie e a lui
attinsero, talvolta in modo troppo sfacciato, tutti coloro che scrissero
di poi intorno al lago: il Cotta che ristampò nel 1690 il libro
del Macaneo con un lungo commento, il Vagliano ed altri.
- Non ci accontenteremo delle brevi
notizie date da questi scrittori, ma ascoltiamo tuttavia egualmente le
parole del Morigia:
- "Otto Magno I° Imperatore,
essendo ritornato da Roma a Pavia per castigar la crudel tirannia di Berengario
Re d'Italia e dei suoi figli, mandò parte del suo esercito all'isola
di S. Giulio sul Lago d'Orta, dove si era fortificata Uvilla, moglie di
Berengario. E mentre si teneva l'assedio di detta fortezza, l'imperatore
visitò tutto il lago e si fermò alcuni giorni nella terra
di Maccagno di Sotto; ove trattava tutti i negozi di pace e di guerra.
E perchè gli uomini di detta terra, nel tempo che l'imperatore quivi
stette, trattarono molto bene e liberamente la sua corte ed i forestieri
che quivi venivano; volendo l'imperatore mostrarsi grato, onorò
detta terra col titolo di corte regale e la diede ai Signori Tazio e Rubaconte
Mandello e discendenti, con mero e misto imperio di gladio".
- Risponde al vero questa storia?
Vi sono alcuni elementi a lei favorevoli; la serietà dell'Autore, la
lontana leggenda, il dimorare che fece Ottone I° sul lago, il fatto,
storicamente vero che egli largheggiasse di favori coi Signori che lo avevano
aiutato nella lotta contro Berengario, la necessità che egli ebbe
di porre fedeli sudditi nelle vicinanze della rocca di Travaglia, rimasta
in possesso dei figli del sovrano nemico, il dono fatto alla Chiesa di
San Giulio d'Orta delle corti di Borazolo ed Agredade il 1° agosto
proprio del 962 anno della ritenuta concessione del feudo di Maccagno.
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