PINO
MASI
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Nato
in Sicilia da padre toscano, Pino Masi è cresciuto politicamente a Pisa, dove
la famiglia si trasferì in cerca di benessere verso la metà degli anni cinquanta.
Fondatore con Riccardo Bozzi e Piero Nissim del Canzoniere Pisano a partire
dalla militanza in Potere Operaio di Pisa nel settembre del 66, prosegue
poi la ricerca e lo studio della cultura popolare con il Nuovo Canzoniere Italiano
cantando con la Marini, Della Mea ed altri fino al 70. Dal 70 in
poi, lavorando per i Circoli Ottobre, di cui fu anche dirigente, propose la
Ballata di Pinelli ed altre decine di
canzoni politiche che diventarono in breve patrimonio dei giovani della "nuova
sinistra" uscita dalle lotte del 68, canzoni che verranno incise
in numerosi dischi per le Ed. Lotta continua. Dopo un periodo di crisi profonda,a
febbraio del 76 esce dai Circoli Ottobre e a settembre, dopo il loro scioglimento,
rientra a far parte del Nuovo Canzoniere Italiano. Ha collaborato con Gianni
Boato, Cesare Bermani e Franco Coggiola alla parte musicale dello spettacolo
teatrale La grande paura, con Dario Fo per le celebrazioni antifasciste
nei pavese, con Pasolini per la colonna sonora del film militante 12 dicembre,
con Gaslini in Musica totale e come unica voce cantante in Murales
ancora con Dario Fo nella registrazione del Ci ragiono e canto per
il secondo canale della Televisione italiana. A Pisa ha dato inizio con Libertà
1 nel 73 alle rassegne annuali di musica e cultura, ha fondato il
Circolo Ottobre nel 74, il collettivo UTOPIA nel 75/76 per
lanimazione teatrale-popolare. Ha inciso anche un interessante disco di
musica strumentale. Pino Masi ha rappresentato qualcosa di significativo nella
canzone politica degli anni 60. Con i suoi oltre dieci anni di presenza
culturale, con il primo lavoro nel Canzoniere pisano (con Bandelli, Nissim,
Bozzi) e poi in tutte le fasi della lotta di massa, Pino Masi ha contribuito,
fra i primi, alla nascita di una canzone politica non più genericamente antifascista
o antimperialista o antidemocristiana, ma strettamente legata alla classe, alla
sua condizione e ai suoi comportamenti e allo sviluppo della sinistra rivoluzionaria.
Masi da una parte ha concorso alla creazione di un filone della canzone politica
della nuova sinistra, dallaltra ha sospinto alla ricerca di nuovi temi
e di nuovi interventi anche altri cantanti politici più legati alla sinistra
tradizionale e ai suoi tradizionali temi. Canzoni come Gino della Pignone
o Mario della Piaggio sono significative di un nuovo costume di far
canzone militante: partire da singoli episodi e da operai-simbolo, secondo un
approccio che era proprio di una parte della sinistra di quegli anni (il Canzoniere
pisano era legato a Potere operaio di Pisa), il procedere della condizione particolare
per risalire al ritratto di unintera classe che proprio in questa ritrovata
identità dei singoli e delle situazioni individuali riscopre la ragione materiale
e ideale di una fisionomia collettiva, di una comune coscienza di sfruttamento
e di possibile liberazione. Per Masi quindi la canzone politica è stata soprattutto
un accessorio delle manifestazioni, al pari, delle bandiere, gli striscioni,
gli slogan. La sua canzone è dunque semplice e cantabile, suonabile, generalmente,
su pochi e semplici accordi. Masi, che non ha mai curato eccessivamente lesecuzione,
è dotato però di una voce eccezionalmente potente che gli consente di cantare
tempestivamente, con o senza microfono, per strada o al chiuso, nei luoghi della
lotta. Pino Masi ha reso inno di massa una canzone non sua: Violenza (La caccia alle streghe)
di Alfredo Bandelli. Una canzone di cui, al pari di Contessa, sono
conosciutissime musica e parole, colonna sonora di momenti ed episodi rilevanti
della lotta di massa, inno ribelle ma anche tenero. I primi anni '70 sono per
Masi un periodo contraddittorio dovuto sia alla crescita complessiva della
canzone politica sia al mutato quadro politico in cui si muovono i fruitori
della canzone politica stessa. Al trionfalismo del 68 sè sostituita
come pratica del movimento, una riflessione più complessa e articolata sia della
lotta politica, sia della battaglia culturale. Alla canzone politica si richiedeva
da parte dei giovani e giovanissimi, una minore funzione di spinta e contorno,
una maggiore funzione di rispecchiamento e di riflessione, più un punto
di riferimento politico-culturale che la facilità di modi musicali e di interpretazioni
testuali, meno innodia, più ironia. Non più sostenuto dal lavoro collettivo
coi compagni del Canzoniere pisano e soprattutto sopraffatto da una mutata sensibilità
(non solo musicale ma più precisamente politico-culturale) del movimento, Pino
Masi tentò poi una strada molto meno felice e molto meno corrispondente alla
sua personalità, alla sua creatività, al suo modo stesso di cantare. Le ultime
composizioni risentirono superficialmente del clima generale (quello della riflessione
sul privato) e ne uscirono canzoni fragili in cui alla solita
semplice elementarità della musica faceva riscontro un testo che accoppiava
lintimismo e il collegamento meccanico fra politico e personale.
Eccezione fu Compagno, sembra ieri.
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DISCOGRAFIA1968 - Canzoni per il potere operaio - I dischi del sole1969 - Quella notte davanti alla Bussola - I dischi del sole 1970 - Le canzoni de «La grande paura» - I dischi del sole 1971 - 12 Dicembre - Circolo ottobre 1976 - Compagno, sembra ieri - I dischi del sole 1978 - Alla ricerca della madre mediterranea - Cramps |
Antologia di testi |