Il cinema sudamericano |
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gli anni '60 e l'inizio degli anni '70 una delle più interessanti
«aperture » del cinema in paesi prima poco sviluppati
cinematografìcamente si è avuta nellAmerica Latina,
e non solo con il «cinema nôvo » brasiliano ma in
Cile, in Bolivia, in Argentina. E da rilevare come lemergere
di queste nazioni allorizzonte di una produzione qualificata
sia avvenuto di pari passo con lesistenza, in quelle singole
nazioni, di una congiuntura politica almeno parzialmente democratica,
e come invece lassunzione del potere da parte di dittature formali
o larvate abbia segnato la fine delle nuove scuole, disperdendo allestero
e cioè costringendo a un sostanziale esilio i registi più
qualificati. Infatti il cinema latino-americano appare costantemente
legato, nelle opere che contano e cioè che non si limitavano
a imitare superficialmente i modelli europei o nordamericani, a uno
scandaglio delle singole situazioni socio-politiche locali, magari
viste in una luce globale di rivendicazione indipendentistica dalle
influenze politiche economiche e culturali delloccidente. Si
tratta di un cinema costantemente politico, in maniera diretta o mediata,
che intendeva dare ai latino-americani la consapevolezza delle proprie
tradizioni autoctone e quindi si poneva come un cinema volutamente
nazional-popolare e democratico, talvolta apertamente rivoluzionario.
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