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CATECHESI

“Cercate ciò che è gradito al Signore” Ef. 5,10

di Antonio Cusumano

Domenica 17/03/2009

Sorelle e fratelli carissimi,

noi siamo in guerra! Noi affrontiamo una continua battaglia nella fede, non contro uomini fatti di carne, ma contro le potenze delle tenebre che attentano alla nostra vita spirituale.

La "guerra santa", acquista il significato più esplicito di battaglia spirituale tra la Luce, che è Dio e le tenebre, rappresentate dal diavolo e dal mondo che è sotto il suo dominio.

A proposito di questa battaglia spirituale tra il bene e il male, dice il Concilio Vaticano II: "Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta cominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio" (Gaudium et Spes, 37).

Nel  Nuovo Testamento, appare sulla scena dell'umanità la Luce vera che vince le tenebre del mondo, il Messia di Dio, Gesù Cristo, e si manifesta ancora di più il carattere tutto spirituale delle battaglie del popolo di Dio. La componente politica è completamente assente nel genere di combattimento che Gesù  intraprende nella sua vita terrena e nel combattimento a cui invita i suoi discepoli. Gesù combatte da solo, guidato carismaticamente dallo Spirito di Dio, contro potenze malvagie, che non sono solo di natura terrena. Il diavolo è il suo principale nemico. Egli lo tenta nel deserto, ma su di lui Gesù riporta una strepitosa vittoria. Contro il diavolo Gesù si scontrerà direttamente, vincendolo nei numerosi ossessi da lui liberati.

Infine con la morte in croce di Gesù arriva la vittoria definitiva contro il principe di questo mondo: "Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo [il diavolo] sarà gettato fuori" (Gv 12,31). Gesù combatterà poi contro scribi e farisei, portando allo scoperto la malvagità delle loro intenzioni e delle loro opere. Combatte altresì contro l'incostanza e la poca fede della gente nei suoi confronti, contro la mentalità terrena e carnale degli uomini, incapace di elevarsi alla comprensione del regno, che è venuto a portare sulla terra. Da solo combatte contro tutti. Solo l'unione con il Padre lo sostiene. Anche i suoi discepoli in alcuni momenti gli sono d'ostacolo nella sua missione, perché non la comprendono e vorrebbero impedirla:

Mt16[21] Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. 

Mt16[22] Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». 

Mt16[23] Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Si evidenzia così che l'avversario principale che Gesù combatte, dopo il diavolo, è il mondo, inteso sia come mentalità materialistica, che tutto valuta in senso mondano, sia come istituzione ben consolidata nel male, che rifiuta ogni appello alla conversione. Il combattimento di Gesù e dei suoi seguaci lungo i secoli è rivolto al trionfo della Luce vera sulle tenebre spirituali, che dominano in terra.

 

LA BATTAGLIA SPIRITUALE DEI CRISTIANI

Nella battaglia spirituale dei cristiani si perpetua la lotta di Gesù contro il potere delle tenebre.

L' avversario di Gesù, il diavolo, si manifesta nella Chiesa come il vero avversario contro cui i cristiani devono combattere con la forza che viene da Dio. Dice San Paolo: "Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano le regioni celesti" (Ef 6,10-12). E San Pietro: "Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi" (1 Pt 5,8-9).

I cristiani, avvolti dalla potenza dello Spirito, sono in grado di combattere e vincere le potenze del male, mettendo a nudo tutte le loro astuzie e liberando quanti sono in loro potere. Per questo compito così arduo però, essi devono essere ben rivestiti dell'armatura di Dio: "State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti della corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete dunque in mano lo scudo della fede, con il quale potete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito" (Ef 6,14-18). L' armatura del cristiano nel combattimento è del tutto spirituale, segno quindi della natura spirituale del combattimento, in cui è impegnato. Esso non è contro creature di carne, ma contro entità spirituali pervertite, che si lasciano vincere solo da energie spirituali e divine.

Il combattimento del cristiano è anche contro il mondo, che è sotto il potere del maligno. Egli riporta vittoria su di esso, quanto più la sua anima sarà pura da ogni vizio mondano, e vivrà nel mondo senza essere del mondo, secondo le parole di Gesù :

Gv17[15] Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. 

Gv17[16] Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 

Il combattimento del cristiano è infine contro la carne e le sue concupiscenze. Se è arrivato allo stato perfetto di discepolo di Cristo, egli "ha crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Gal 5,24). Ormai appartiene a Cristo e la sua vita è solo nello Spirito, al contrario della vita nel mondo, che è tutta nelle passioni carnali. Fin quando questa vittoria completa sulla carne e le sue concupiscenze non è attuata, il cristiano deve continuamente mortificare in sé ciò che appartiene alla terra: "fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quell'avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono" (Col 3,5).

In conclusione, è nel credente in Cristo che si manifesta la gloriosa vittoria di Dio sulle potenze del male, vittoria che passa attraverso un combattimento, in cui è coinvolta la libertà e l'impegno del credente fino allo spasimo, fino allo spargimento del sangue, se necessario. La vittoria sarà di Dio.

ALCUNE SFIDE DEL NOSTRO TEMPO

Voglio indicare quelli che a mio parere sono alcuni combattimenti dei credenti oggi contro il mondo. Infatti questo combattimento, poiché avviene in forma visibile, anche se implica una lotta contro potenze invisibili sopratemporali, acquista un volto storico diverso da epoca in epoca. Le forze malefiche che operano nel mondo sono sempre le stesse, quelle indicate da San Giovanni: la concupiscenza della carne, degli occhi, del potere (cfr. 1 Gv 2,15-16), ma esse si esprimono in modo prepotente in alcune manifestazioni tipiche di mondanità, diverse a secondo delle epoche. Ai nostri giorni quali sono queste manifestazioni? Ne indico due: lo strapotere della vita del MONDO  in opposizione alla vita dello spirito, che viene da Dio, e la corruzione della vita a livello semplicemente fisico e umano.

La lotta tra la vita del mondo e la vita spirituale

In tutti i tempi il programma del diavolo è quello di impedire a che gli uomini arrivino a godere di questa vita, in cui c'è la loro salvezza. Ai nostri giorni questo impedimento ha raggiunto dimensioni molto potenti per l'invadenza della vita  del mondo a tutti i livelli. Come Dio offre agli uomini la vita spirituale, cosi il diavolo offre ad essi la vita mondana. Nella Bibbia è detto in molti modi che Dio, per far vivere agli uomini la vita spirituale, li conduce a vivere nel deserto. Questo avvenne nell'antica alleanza, ma è anche il regime spirituale della nuova alleanza: "Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente" (Ap 12,13-14).

Attenzione per deserto non intendo io qualcosa di negativo ma come il luogo dove Dio ci conduce per parlarci! Nel deserto spirituale di cui parla questo testo, si vive lontano dal serpente e dalla vita mondana e ci si nutre del pane del Cielo, in cui c'è la vera vita. La vita spirituale, in tal modo, cresce rapidamente verso la sua perfezione.

La vita mondana, soprattutto ai nostri giorni, è l'esatto contrario del regime di vita descritto dall'Apocalisse. Si vive a contatto strettissimo col serpente. Possiamo vedere in due fattori la causa determinante dell'esplosione della vita mondana, che si registra ai nostri giorni.

1)    il rinnovato interesse verso la magia e le pratiche occulte,

2)    il diffondersi di nuove forme di religiosità, sia all'interno della Chiesa sia al di fuori di essa, in cui si coltiva un falso misticismo proveniente dal diavolo e non da Dio.

Oggi assistiamo al sorgere di un'opposizione al Cristianesimo, che non è di natura politica, a cui bisogna rispondere con un impegno politico. La sfida viene da atteggiamenti interiori, improntati a pseudo-misticismo e a dottrine arcane e religiose non cristiane, antiche e moderne, con cui tanti oggi cercano di riempire il vuoto spirituale, prodotto dal razionalismo e dal materialismo.

Se Cristo è Dio, il diavolo, suo avversario, è un angelo, uno dei più alti nelle sfere celesti. Egli è quindi capace di presentare agli uomini altre forme di falso misticismo. In esse è presente il suo potere d'inganno, con cui avvince e seduce, attirando folle intere dietro falsi veggenti e falsi mistici, maghi e indovini, alla ricerca di cose sensazionali per risolvere i problemi della vita.

Al tempo del dominio dei Greci nell'area mediterranea, sorsero da Israele figli empi che persuasero molti dicendo: "Andiamo e facciamo lega con le nazioni che ci stanno attorno, perché da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali". Parve ottimo ai loro occhi questo ragionamento; alcuni del popolo presero l'iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà di introdurre le istituzioni dei pagani. Essi costruirono una palestra in Gerusalemme secondo le usanze dei pagani e cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza; si unirono alle nazioni pagane e si vendettero per fare il male " (1 Mac 1, 11- 15).

Il popolo santo in quei tempi sperimentò un tentativo di radicale secolarizzazione della sua vita ad opera del paganesimo trionfante, favorito da israeliti infedeli all'alleanza, che in tal modo pensavano di portare bene alla loro nazione. Il tentativo fallì per la violenta reazione dei fratelli Maccabei, che, forti nella fede, condussero alla restaurazione dell'alleanza con Dio tutto il popolo santo.

I nostri giorni, da un punto di vista spirituale, non sono molto diversi dai tempi dei fratelli Maccabei. Richiedono forti personalità spirituali per contrastare la secolarizzazione della vita, così diffusa, mediante una nuova evangelizzazione.


Dice Papa Benedetto XVI (Enciclica Veritatis Splendor) “Urge allora che i cristiani riscoprano la novità della loro fede e la sua forza di giudizio di fronte alla cultura dominante e invadente: "Se un tempo eravate tenebra - ci ammonisce l'apostolo Paolo -, ora siete luce nel Signore.

Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente...

Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi" (
Ep 5,8-11 Ep 5,15-16 Cfr. 1Th 5,4-8).

Urge ricuperare e riproporre il vero volto della fede cristiana, che non è semplicemente un insieme di proposizioni da accogliere e ratificare con la mente. E' invece una conoscenza vissuta di Cristo, una memoria vivente dei suoi comandamenti, una verità da vivere. Del resto, una parola non è veramente accolta se non quando passa negli atti, se non quando viene messa in pratica. La fede è una decisione che impegna tutta l'esistenza. E' incontro, dialogo, comunione di amore e di vita del credente con Gesù Cristo, Via, Verità e Vita (Cfr.
Jn 14,6).

Comporta un atto di confidenza e di abbandono a Cristo, e ci dona di vivere come lui ha vissuto (Cfr.
Ga 2,20), ossia nel più grande amore a Dio e ai fratelli.

San Paolo dichiara: "Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" (Gal 1,10b). E poi ritorna ad esortarci: "Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso persino parlare" (Ef 5,10-12). Egli confida che i cristiani siano "capaci di correggere l’un l’altro" (Rm 15,14), ci esorta a correggere gli altri con dolcezza e umiltà (Gal 6,1), di accettare gli ammonimenti di coloro che ci sono preposti nel Signore, come pure di correggere gli indisciplinati (1Ts 5,12.14), di ammonire fraternamente (2Cor 2,7; 2Ts 3,15).

Dobbiamo condannare apertamente le opere delle tenebre per cercare solo ciò che è gradito a Dio. Quel che induce al peccato ed è peccato già in sé è il falso rispetto umano, di cui peccò già Adamo (Gn 3,6.12). Non solo non dobbiamo subirlo, ma dobbiamo essere profeti veri che si regolano secondo la parola di san Paolo: "Non conformatevi alla mentalità di questo secolo (mondo), ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto" (Rm 12,2). Non seguendo i falsi profeti, accomodanti, che tentano di praticare sconti sulla dottrina e la morale di Cristo, per piacere agli uomini, dispiacendo a Dio, dal quale verranno giudicati, al quale dovranno rispondere (cfr. 2Cor 5,10; Rm 14,10-13; Gal 6,4-5), perché "responsabilità" vuol dire questo.

Non preoccupiamoci di proclamare la Verità anche se qualcuno si scontenterà di noi e ci insulterà…Gesù ha proclamato: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande e la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi" (Mt 5,11-12).

Allora rileggiamo il testo di Efesini dal cap. 4,20

Ef 4,20-21 Non così voi avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti secondo la verità che è in Gesù
L'espressione originale è più forte: "voi non così avete imparato Cristo". "Imparare Cristo" non significa quindi solo imitare la condotta di Gesù, il suo modo di pensare e di agire, ma "Imparare Cristo" è avere gli occhi del cuore illuminati dalla sua presenza-amante, dal suo fascino che immette di continuo nella storia energie salvifiche. Si tratta dunque di "dare ascolto" a Lui (a tutto il suo messaggio) e lasciarsi ammaestrare da tutta la verità della sua persona divina che però si è fatta "carne": in una vita pienamente umana, come la nostra.

v. 22 Per questa verità che è in Gesù dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dentro le passioni ingannatrici
vv. 23-24 Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
Perché dice "spirito della vostra mente"? Secondo la migliore esegesi si tratta della nostra facoltà intellettiva chiamata qui "spirito" in quanto aperta all'influsso dello Spirito Santo. Si tratta dunque del pensare con criteri di fede, pensare da cristiani opposto alla "vanità del pensare del mondo". Interessante! Il rinnovamento, il diventare "uomo nuovo" investe anzitutto l'ambito del pensare: la mente. v. 25 Perciò bando alla menzogna: dite la verità al vostro prossimo, perché siamo membra gli uni degli altri.
vv. 26-27 Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sulla vostra ira e non date occasione al diavolo
C'è un adirarsi che non è peccato: quello scattare improvviso e momentaneo nel contrasto di opinioni e di sentimenti. L'importante è che l'ira non perduri. Perché se non è prontamente superata (prima che "tramonti il sole") dà adito al diavolo (il "divisore" per eccellenza) che si vale di questa passione per incrinare e rompere tutti i rapporti fraterni.

v. 28 Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani per farne parte a chi si trova in necessità
Può stupire che anche tra i primi cristiani ci fossero ladri. È però opportuno riflettere come ci siano molti modi di rubare. Anche la trascuratezza, la pigrizia nel proprio lavoro come nel gestire le realtà pubbliche è furto.

v. 29 Dalla vostra bocca non esca nessuna parola cattiva, ma piuttosto quelle buone che servono alla necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano
vv.29-31 Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio col quale foste segnati per il gran giorno della redenzione. Scompaia da voi ogni amarezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza insieme a ogni forma di malignità
Da un punto di vista strettamente teologico come si può parlare di "rattristare" lo Spirito Santo di Dio? Egli è l'AMORE e dunque la GIOIA sostanziale all'interno della Trinità. Ma qui Paolo parla col suo cuore di uomo al nostro cuore. Dare gioia e non dispiacere a una Persona che ci ama e a cui dobbiamo moltissimo qualifica il nostro essere uomini. Del resto quel che Paolo qui ci chiede di far scomparire è ciò che distrugge la pace e la gioia del nostro vivere: quella pace e gioia che (l'abbiamo visto) sono in noi il frutto dello Spirito.

v. 32 Siate anzi benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi perdonandovi a vicenda come Cristo ha perdonato a voi in Cristo.
È Gesù stesso che lo ha chiesto con un imperativo che ci spalanca agli orizzonti di Dio. "Siate misericordiosi com'è misericordioso il vostro Padre" (Lc 6,36). "Amate i vostri nemici, se davvero volete essere figli del Padre vostro che è nei cieli" (Mt 5,44 ss)

5,1 Fatevi dunque imitatori di Dio quali figli carissimi e camminate nella carità nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
La meta è molto alta: imitare Dio!

v. 8 Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce
Il passaggio dall'essere stati tenebra ad essere "luce nel Signore" dice che è avvenuta una "nuova creazione"; è nato l'uomo nuovo in Cristo che è la luce del mondo (cf Gv 1,5; 8,12). Ecco perché anche dei cristiani è detto: "Voi siete la luce del mondo" (Mt 5,14). Quanto all'espressione "figli della luce" è importante ricordare che è una tipica espressione semitica per esprimere un'intima appartenenza. Già nella sua prima lettera, Paolo aveva scritto ai Tessalonicesi: "Voi tutti siete figli della luce e figli del giorno" (1 Tess 5,5). Certo, provenire dalla luce, essere noi stessi luce scandisce una grande dignità; però quanto c'impegna!

v. 9 il frutto della luce consiste in ogni sorta di bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore.

In Gal 5,22, si ha un termine molto significativo: "frutto" Gal 5[22] Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 

Gal 5[23] contro queste cose non c'è legge.

 

La tenebra ha opere non frutti !!! Gal 5[19] Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 

Gal 5[20] idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 

Gal 5[21] invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. 

E le opere della carne sono opere infruttuose, anzi devastanti. Un esegeta dice: "Quelle opere che vivono di tenebra generano e diffondono solo tenebra e quindi il nulla nullificante" (H. Slhier). Il "frutto" della luce è un fruttificare che viene dallo Spirito Santo su quell'albero vivo che è Cristo e il suo Vangelo. È un fruttificare ogni sorta di verità: ciò che risponde alla realtà del progetto di Dio, e proprio per questo diventa ogni sorta di giustizia (=santità), la quale si manifesta in bontà e benevolenza. Norma e misura di questo fruttificare che cos'è in concreto da parte nostra? L'esaminare, scegliere e decidersi per quello che è gradito a Dio, indipendentemente da quello che può piacere a noi stessi o agli altri.

 

Gal 5[16] Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 

Gal 5[17] la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

 

Gal 5[18] Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. 

 

Gal 5[24] Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. 

Gal 5[25] Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 

"Dopo aver cominciato con lo Spirito…" (Gal. 3, 1)

Iniziare nello Spirito…noi vogliamo fare di più: vogliamo continuare nello Spirito. Potrebbe darsi che il nostro problema sia lo stesso dei Galati? Per cosa S.Paolo li rimproverava? Per la loro poca di fede! Considerate le sue dure parole:

" Gal 3[1] O stolti Gàlati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso? 

Gal 3[2] Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? 

Gal 3[3] Siete così privi d'intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? 

Gal 3[4] Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! 

Gal 3[5] Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?”

 Questo brano ti parla? Non è la tua "osservanza della legge" che ti qualifica per essere uno strumento dello Spirito per la comunità. E' la grazia di Dio e la tua fede in Cristo. Oppure hai raggiunto un punto nell'esercizio dei carismi in cui ti senti troppo a tuo agio? Rifletto sul fatto che ogni volta che acconsento a un dono carismatico, come la profezia o il discernimento, esso richiede un atto di fede. Non si riduce tutto a routine. E per evitare che lo diventi il Signore qualche volta ci scuote.

Dove sono i tuoi occhi? La tua mente e il tuo cuore?

Le sorprese dello Spirito.

Papa Giovanni Paolo II diceva: "Ogni qualvolta lo Spirito interviene lascia le persone meravigliate, sorprese. Egli fa accadere eventi di sorprendente novità: Egli cambia radicalmente le persone e la storia". Quand'è l'ultima volta che siete rimasti "sorpresi, meravigliati"?

"Esaminate voi stessi se siete nella fede" (II Cor. 13, 5)

Al fine di evitare che i meravigliosi carismi scompaiano, in mezzo a noi, dobbiamo ritornare a ciò che abbiamo imparato all'inizio…"Riconoscere a Dio la Sua potenza" (Sal 68, 35), per esercitare la fede piena di attesa. Da piazza San Pietro durante la veglia di Pentecoste del 1998 le parole del nostro Santo Padre risuonavano così: "Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accettate, accogliete con gratitudine e obbedienza i carismi che lo Spirito mai cessa di concederci!" E quale può essere l'obbedienza se non l'obbedienza della fede?

Come ottenere una fede che ci faccia vedere ciò che è gradito a Dio?

"Insieme con Maria, la Madre di Gesù" (Atti 1, 14)

Dice Patti Mansfield: “Noi abbiamo Qualcuno che può aiutarci a ottenere questa fede piena di attesa e il Suo Nome è Maria. Ciò che appartiene a una madre è condiviso gratuitamente con i suoi figli. Chiediamo che la fede piena d'attesa di Maria possa essere nostra. Si, Maria, donaci la tua propria fede che permette allo Spirito Santo di agire in noi e di adombrarci con la Sua Potenza. Impariamo da nostra Madre un atteggiamento di preghiera, umiltà e servizio così da non guastare la bellezza del lavoro di Dio”.

Ci puoi trovare ogni settimana riuniti il Sabato dalle ore 19.30 alle ore 20.30 presso la Chiesa Beata Maria Vergine Mediatrice di tutte le Grazie in Via Alcide De Gasperi a Favara (Ag) -Italia.

E-mail: gesumisericordioso@libero.it