Il Cappellone |
Perpetuo(1), magazzini(2), fitti ad tempus per terreni, orti(3), botteghe in affitto triennale (macelleria, pizzicheria, verdura e sale), una taverna(4), tappeti(5), forni(6) panatica; capitali a censo redimibili; persino animali(7). Chi i
protagonisti di tale fondazione e continua regia? Forse la famiglia Volpe,
i cui esponenti troviamo come mastri, revisori di conti, (1)
Nel quindicennio dello scorcio del '600, e per diversi anni ancora, le
case in affitto prevalgono
nettamente su quelle date a censo. Le voci d'entrata spesso registrano il mutamento
di possesso (ducati (X) per la casa che fu di (Y)". Quanto alle zone
del centro abitato, la quantità delle case possedute dall'Università,
segue in ordine decrescente quelle di più antica urbanizzazione: via
Nunziatella, Cittadella, Canale, Borgo, Piazza, e così via sino alle case
rustiche.
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Lo stesso ricco Monastero dei Domenicani si serve della Cappella per il
suo magazzino per grano. (3)
Nei bilanci di fine '600, per l'orto al Chianiello s'introitano 12 ducati.
Per altri orti sei e quattro ducati. (4)
La taverna, in località Canale, che dà l'entrata di 15 ducati, agli
inizi degli anni '90 del '600 subisce una ristrutturazione costosissima
(condotte d'acqua, tetto, mangiatoia) per adeguarla ali bisogni di
alloggio di uomini ed animali che affollano le fiere locali, in
competizione con un'altra taverna che possiede il feudatario. (5)
La Cappella possiede già a fine '600 due trappeti. Uno, detto "il
trappito vecchio alle Colonne, è fittato ad tempus alla famiglia Volpe
per un canone perpetuo irrisorio, un ducato annuo, per il quale non spende
ducato alcuno per la manutenzione (questo trappeto compare già di natura
privata nel 1506, quale lascito dei Vescovo di Lacedonia a suo nipote
Pirro de Laudisio; cfr. Archivio Storico dell'Abbazia di Montevergine, b.
3, fascicolo Gesualdo, sottofascicolo "lascito di terre e case del
vescovo di Lacedonia al nipote Pirro de Laudisio"). li secondo, il
più nuovo ed usato dalla comunità cittadina (“Possiede presentemente
un'altra casa sottana per uso del suo trappeto, o sia centimolo di olive,
sito nel luogo detto la Nunziatella.", Stato discusso del 1805), è
quello per il quale l'Università spende diversi ducati annui per tenerlo
in efficienza e per darlo in uso semigratuito alla comunità. E' fra i
migliori trofei dell'Università, sottratto da tempo immemorabile ai
diritti proibitivi dei feudatario. (6)
I forni sono più di tino nel solo centro abitato, senza alcuna
limitazione per forni domestici nelle campagne. (7)
Nei bilanci degli anni 1684‑1700 troviamo annualmente voci simili
alla seguente del 1684-85: "6 ducati per vendita di otto pecore e
tiri montone venduti da Antonio Festa per ordine del Governo
(dell'Università)".
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