Gruppo Biblico di Evangelizzazione

V Incontro:
La croce : potenza di separazione
 


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5.1 Siamo tutti peccatori

Fin qui abbiamo operato una distinzione tra peccato e peccati, intendendo questi ultimi come una conseguenza di un principio di rottura interiore, detto peccato o iniquità. Abbiamo visto che esso è originato dal rifiuto di riconoscere Dio come Dio e noi come sue creature, e che tale principio è operante anche ai giorni nostri. Ma occorre fare ancora qualche distinzione: in Rm 3,23 è scritto che TUTTI HANNO PECCATO. Nessuno, tranne Gesù Cristo, è stato giusto fino in fondo; tutti hanno commesso peccato. Ma da che cosa viene questa certezza ? Forse Paolo poteva conoscere tutti gli abitanti della terra, del passato del presente e del futuro ? O forse è talmente pessimista da non credere che ci possa essere qualche persona per bene ? No, la spiegazione viene più avanti: in Rm 5,19 è scritto che tutti siamo stati costituiti peccatori in Adamo, cioè in quanto discendenti di Adamo.

Non solo alla nostra nascita ci è stato trasmesso il nostro codice genetico che ci individua come esseri umani, ma anche un "codice spirituale" in base al quale tutti noi siamo peccatori, nessuno è escluso (1 Pt 1,18-20). Cioè, secondo la Bibbia, non siamo peccatori in quanto pecchiamo, ma viceversa, pecchiamo in quanto siamo peccatori. Essere peccatori fa parte della nostra natura. Io mi chiamo Giampaolo Pancetti, sono un Pancetti, non perchè me lo merito, o viceversa perchè ne abbia una qualche colpa, ma sono un Pancetti in quanto discendente di tale famiglia. Posso andare all'anagrafe e cambiare il mio nome e cognome, ma rimarrò sempre un Pancetti, i miei geni provengono dai miei genitori, non posso cambiare la mia costituzione.

Non c'è niente che possiamo fare per cambiare la nostra natura; nessuna filosofia, nessuna opera buona, nessuna religione, può cambiare la mia costituzione fisica e spirituale.

C'erano 3 persone desiderose di raggiungere la Sardegna: parte il primo, corre, si slancia e fa 2 metri dal molo; il secondo prende una rincorsa più lunga e riesce a saltare 3 metri: non ha raggiunto la Sardegna, ma è già contento di aver superato il primo. Infine salta il terzo, che era un vero campione di nuoto, e compie 7 metri dal molo: si sente soddisfatto per aver distaccato il secondo di ben 4 metri. Passò un guardia-costa, e chiese che cosa stessero facendo in mare; quando seppe che volevano raggiungere la Sardegna con un salto, non andò in collera con loro, non li lodò per gli sforzi fatti, per tutta la buona volontà che ci avevano messo in questa loro opera: semplicemente li prese e li portò al manicomio.

Quando viviamo nella condizione naturale, cioè non cristiana, viviamo sotto il dominio del peccato (Rm 3,9 Rm 5,6  Rm 6,17): siamo cioè schiavi del peccato. Dove sta dunque la nostra libertà ? Possiamo davvero dire che l'uomo naturale è libero difronte alla scelta tra bene e male ? A questo riguardo la Bibbia è piuttosto chiara: le affermazioni contenute in Rm 6,17 e Mt 7,13-14 mostrano che la libertà spirituale umana è posta all'interno della legge del peccato; quando spriti malefici agiscono sul nostro spirito le nostre risorse di contrasto sono ben limitate, e molto spesso cediamo alle tentazioni. Allo stesso modo a causa della legge di gravità ogni oggetto viene attratto dalla Terra. La causa ultima della caduta di un oggetto non è la nostra distrazione o incapacità, ma la legge di gravità. I nostri sforzi possono concentrarsi nello studio della statica e della dinamica in modo da conoscere e sfruttare tale legge, ma questa non viene annullata. Una casa sta in equlibrio grazie ad un complesso studio di statica; ma appena viene un terremoto, essa si incrina o crolla (Mt 7,26-27).

La nostra libertà di azione, in senso assoluto, dipende dalla nostra libertà di potere: ma la realtà ci dice che viviamo sotto la legge (=dominio) del peccato. E' possibile annullare tale legge ?

Per la riflessione:

Riassumi con un breve frase i seguenti versetti:

1. Rm 5,19 :

2. Rm 3,23 :

3. Rm 6,23 :


5.2 Tre tipi di uomini

Nella prima lettera ai corinzi (cap 2,10-16 cap 3,1-4) Paolo definisce 3 categorie di uomini: l'uomo naturale, il cristiano carnale e il cristiano spirituale.
 

Immagine rappresentante l'egoismo
L'uomo naturale è colui che non ha accettato il Vangelo della salvezza in Gesù; non è propriamente l'ateo, ma piuttosto colui che vive come se Dio non esistesse, vive secondo la natura, cioè secondo i propri istinti, siano pure essi positivi o negativi. Egli non vuole accettare di dipendere da un Dio, specialmente dal Dio di Gesù Cristo, non riesce a capire il modo di agire dei cristiani e tanto meno di Dio stesso. Per lui, tutto ciò è follia, esiste solo la sua ragione, il suo modo di vedere e giudicare le cose. Certamente può avere un grande rispetto per Dio, per i cristiani e per ciò che professano, ma per lui sono perdita di tempo, annebbiamento del cervello. Egli capisce l'errore, ma non il peccato e quindi non può neanche capire il valore salvifico del sangue e della croce di Cristo. 
L'uomo spirituale, al contrario, non è tanto colui che privilegia le cose spirituali a quelle materiali, essendo anche quest'ultime dono di Dio, ma piuttosto è un cristiano che vive dominato e rivestito di potenza dallo Spirito Santo: oserei dire che questo è il vero cristiano, in cui cioè Cristo vive e regna. Parleremo più a lungo di che cosa significhi esattamente essere dominati dallo Spirito: per ora ci basta conoscere tale classificazione e vedere in quale di queste possiamo porci. Il cristiano spirituale non può essere giudicato, nè da se stesso, nè dagli altri uomini, nè da Satana, nè da Dio, perchè Dio lo ha salvato, lo ha giustificato,ha inchiodato il suo peccato sulla croce di Cristo e per lui non esiste più giudizio. Egli non può peccare gravemente perchè è dominato dallo Spirito; certamente non è perfetto, anche lui, come essere umano può sbagliare o commettere piccoli peccati, peccati veniali, ma il centro della sua vita è sempre Cristo, amato nei fratelli. Il cristiano spirituale ha, nonostante le circostanze, una gioia interiore che gli deriva dalla certezza di essere amato da Dio, non tanto per i suoi meriti, ma per la fede nella Sua Parola.
Immagine rappresentante Cristo al centro
Immagine rappresentante l'egoismo Infine c'è il cristiano carnale: è una persona generalmente infelice, perchè ha già sperimentato che cosa significhi la vera vita cristiana, promessaci da Gesù, ha già sperimentato la comunione con Dio e ha poi perso il contatto con Lui e non sa più come ritrovare quella comunione perduta. Eppure non potrà mai più essere soddisfatto dalla vecchia maniera di vivere e, nella sua ricerca di felicità e di esaudimento, la sua vita è diventata egocentrica invece che cristocentrica. Di conseguenza è diventato ancor più confuso e deluso e non sa che cosa fare a tale proposito. Non sa vivere per fede; vive basandosi sulle sue impressioni. Invece di avere fiducia, vuole provare. Non sa smettere di essere carnale, nè sa come fare per divenire un cristiano spirituale. L'unico che gli può consentire un cambiamento è, naturlamente lo Spirito Santo, che può aprirgli gli occhi sull'amore di Dio e sul modo in cui è stato salvato.

 

Questi 3 tipi di persone possono essere riassunte in 2: gli immanenti e i trascendenti.
 

IMMANENTI
(L'uomo naturale e il cristiano carnale)
Sono coloro che sono bloccati dal loro problema, dalle loro impressioni e sensazioni: sono al centro della loro vita e tutto ruota intorno a loro. Non riescono a giudicare il mondo al di fuori della loro esperienza e delle loro sensazioni.
TRASCENDENTI
(cristiano spirituale)
I trascendenti trascendono ogni cosa: non si fermano davanti all'incomprensione di un versetto o di una vicenda, la trascendono, vanno oltre, non entrano in crisi, ma sanno trasformare il male in bene in quanto Cristo stesso è posto al centro della loro vita, ed Egli li decentra verso i fratelli.

Per la riflessione:

Quale descrizione si avvicina maggiormente alla tua situazione spirituale ? Sei immanente o trascendente ?


5.3 Come in Adamo, così in Cristo

Abbiamo già visto come ogni essere umano è di per sè peccatore e questo accade non perchè individualmente egli sia particolarmente malvagio, ma perchè la sua natura è fondamendamentalmente peccaminosa. Questo non significa che ogni essere umano sia cattivo o costretto a peccare, ma solo che la sua tendenza naturale è verso il peccato, perchè questa è la sua natura. Perchè avviene questo? La Bibbia ci spiega che questo accade perchè siamo in Adamo (Rm 5,19). Oggi abbiamo una mentalità troppo proiettata verso l'individualismo, questo non è solo un andare contro Dio, ma contro la natura che ci ha fatti per dipendere materialmente e spiritualmente gli uni dagli altri. C'è quindi una continuità della vita umana, un'unità che non possiamo rifiutare se vogliamo capire ciò che Dio può fare in noi. Facciamo un esempio: essere in Adamo non significa essere stati materialmente nell'Eden, ma soltanto virtualmente in quanto suoi discendenti. La nostra vita la dobbiamo a lui. Se mio nonno fosse morto all'età di 3 anni, io sicuramente non sarei mai nato, perchè sono un suo discendente: così io ero in mio nonno, ancora prima di nascere. Questo modo di ragionare non è dei teologi, ma della Bibbia stessa (Eb 7). Nello stesso modo tutti siamo in Adamo e abbiamo ricevuto una natura adamitica, cioè fondamentalmente peccaminosa.

Tuttavia in Rm 5,12-21 non si parla solo di Adamo, ma anche di Cristo. In Adamo riceviamo tutto ciò che è in Adamo; nel Cristo riceviamo tutto ciò che è in Cristo. In Adamo tutti sono perduti. Attravereso la disobbedienza di un uomo noi fummo tutti costituiti peccatori. Per mezzo di lui entrò il peccato e attraverso il peccato la morte, sia quella spirituale che fisica, e con essa ogni genere di malattie e ingiustizie. Ma ora un raggio di luce è stato gettato sulla scena. Attraverso l'ubbidienza di un Altro noi possiamo essere costituiti giusti. Dove il peccato abbondò, la grazia abbondò magiormente,e come il peccato regnò dando la morte, così può la grazia regnare attraverso la giustizia dando la vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. La nostra disperazione è in Adamo; la nostra speranza è nel Cristo.

Ma come è possibile che tutti noi siamo in Cristo? Infatti nessuno è suo discendente, perchè Gesù non ha preso moglie e quindi non ha generato. Come è possibile quindi divenire in Cristo?

Inoltre oggi c'è qualcuno che è in Cristo? Se così fosse, se tutti i cristiani fossero in Cristo, allora avrebbero ricevuto la sua natura divina e non peccherebbero mai, mentre dove giro gli occhi vedo imperfezione e ingiustizie di ogni genere.

E' bene porsi queste ed altre domande per non fare del cristianesimo una filosofia o una utopia, ma una realtà: Gesù non è venuto per darci degli insegnamenti morali (anche questo), ma è venuto per metterci concretamente in grado di vivere da veri Figli di Dio, degni di questo nome, è venuto per salvare tutto il mondo. Nei prossimi paragrafi e capitoli cercheremo di trovare la risposta alle domande poste.

Per la riflessione:

1. Riporta il seguente versetto Rm 5,19:

2. Leggi attentamente Eb 7,1-10: in che modo Paolo dimostra che Melchisedek è più grande di Levi?


5.4 Il mezzo divino della liberazione

Dio aborrisce all'idea che i suoi figli possano essere impuri e incatenati al peccato: <<Che diremo dunque? Rimarremo nel peccato? Dio non voglia!>> (Rm 6,1-2). Se questo è il desiderio di Dio, Egli deve aver anche preparato un mezzo potente di liberazione dal dominio del peccato. Questo è il nostro problema: siamo nati peccatori, come possiamo eliminare l'eredità del peccato? Il Sangue di Gesù Cristo non può farci uscire da Adamo. Non ci resta che un solo mezzo: poichè siamo entrati nella razza di Adamo attraverso la nascita, non potremo uscirne se non attraverso la morte. La morte è il segreto della liberazione (Rm 6,2). Ma come possiamo morire? Non certo cercando di ucciderci, in quanto la vita stessa è dono di Dio. Occorre solo riconoscere che Dio ha già risolto il nostro problema in Cristo. Questo è stato riassunto nella dichiarazione successiva di Paolo <<Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?>> (Rm 6,3). Dunque, se Dio ha provveduto alla nostra morte in Cristo, occorre che noi siamo posti in Lui affinchè questo avvenga. Come possiamo essere posti in Cristo? Ciò sarebbe impossibile per noi, non potevamo farlo, ma Dio lo ha compiuto per noi: ci ha messi nel Cristo (1 Cor 1,30). Sia lodato Iddio! Non ci ha dato la preoccupazione di cercare un mezzo di liberazione per essere nel Cristo. Dio lo ha fatto per noi. Che cosa dovremmo fare dunque noi? Accettare per fede questa verità: siamo già stati battezzati in Cristo e solo accettando Gesù come nostro Signore consapevolmente e per fede, tutto ciò inizia ad avere effetto per noi (ne riparleremo).

Quando il Signore Gesù era sulla Croce, noitutti siamo morti, non individualmente, perchè non eravamo ancora nati, ma complessivamente, virtualmente, siamo morti in lui, perchè eravamo in lui (2 Cor 5,14). Quando Egli fu crocifisso, noi tutti siamo stati crocifissi con lui. Facciamo un esempio: prendiamo un pezzetto di carta. Esso ha una sua identità completamente diversa da un libro. Ora poniamo il pezzetto di carta dentro il libro e facciamo conto di spedire il libro in Francia. Non ho spedito il pezzetto di carta, ma il libro e la tassa che si deve pagare è per il peso del libro, sostenzialmente. Che cosa avverrà del pezzo di carta? Può avere una sorte diversa da quella del libro ? No! Dove andrà il libro, andrà il pezzo di carta. Se lascio cadere il libro in un fiume, anche il pezzo di carta cadrà e sarà perso; se lo riprendo prontamente anche il pezzetto di carta sarà salvo. Nello stesso modo ognuno di noi è il pezzetto di carta, insignificante, ma nel <<libro>> che è Gesù Cristo acquistiamo grande importanza: siamo morti e risorti in lui, perchè eravamo in lui. Non siamo morti con lui, ma in lui. La nostra morte non si aggiunge alla sua, ma è nella sua. Domanderemo dunque a Dio di essere crocifissi anche noi per essere liberati dal peccato? Mai! perchè lo siamo già stati in Cristo. Il fatto che siamo morti in Cristo non è semplicemtente una posizione dottrinale, ma una realtà eterna ed innegabile.

Per la riflessione:

1. Dai un titolo ai seguenti versetti:

- Rm 5,19 :

- Rm 6,3 :

- 1 Cor 1,30 :

- 2 Cor 5,14 :

2. In che modo siamo liberati dal dominio del peccato?

3. Che cosa significa essere in Cristo ?


5.5 Quello che la sua morte e la sua resurrezione rappresentano e comprendono

Quando il Signore Gesù morì sulla croce, versò il suo Sangue per espiare i nostri peccati e soddisfare la giustizia e la misericordia di Dio. Soltanto il Figlio di dio poteva compiere quest'opera. Perchè questo? Perchè così è! Egli è morto come mio rappresentante, come mio sostituto (Gal 2,20). Quando diciamo per me non significa propriamente in mio favore, quanto al posto mio. Questo è molto importante per capire quanto Dio ci ami e quale potente mezzo di liberazione abbia operato per ciascuno di noi.

Nella maggior parte dei casi per indicare questo viene usata la parola giustificazione o identificazione. Ma identificazione, per quanto corretta, potrebbe far pensare che l'iniziativa sia nostra, che siamo noi a sforzarci di identificarci con il Cristo morto sulla croce. E' invece all'opposto: è il Signore che ha incluso noi nella sua morte; non sono io che mi identifico per essere incluso nella sua morte, ma è Dio che mi ha incluso nel Cristo, è qualcosa che Dio ha compiuto, è la sua giustificazione: cioè ci ha resi giusti. Non giusti davanti ai suoi occhi, ma giusti nella realtà: non si tratta di un fatto soggettivo, ma oggettivo.

Andiamo oltre: Gesù in 1 Cor 15,45-47 viene chiamato <<l'ultimo Adamo>> e anche <<il secondo uomo>>. Le Scritture non parlano di lui come del secondo Adamo e non parlanomai di lui come ultimo uomo. Questa distinzione è importante perchè conferma una verità di gran valore: come ultimo Adamo il Cristo riassumo in sè tutta l'umanità; come secondo uomo diviene il capostipite di una nuova razza. Troviamo dunque una doppia unione, una relativa alla sua morte e l'altra relativa alla sua resurrezione. In primo luogo la sua umione con la razza come <<l'ultimo Adamo>> iniziò storicamente a Betlemme, per terminare sulla croce e nella tomba. Per essa Egli ha raccolto in sè stesso tutto ciò che era in Adamo per portarloal giudizio e alla morte. In secondo luogo, la nostra unione con lui come <<secondo uomo>> inizia dalla resurrezione per terminare nell'eternità (=assenza di tempo), perchè avendo nella sua morte messo da parte il primo uomo, in cui il disegno di Dio non fu compiuto, Egli risorse come Capo di una nuova razza di uomini, nella quale quel disegno sarà alfine pienamente realizzato. Così, quando Gesù fu crocifisso sulla Croce, fu crocifisso come l'ultimo Adamo. Tutto ciò che era nel primo Adamo fu raccolto e distrutto in lui. Noi compresi. Come ultimo Adamo ha cancellato la vecchia razza. Nella sua resurrezione Egli avanza come un secondo uomo, ed anche qui noi siamo compresi (Rm 6,5).

Noi siamo morti in Lui quando era l'ultimo Adamo; viviamo in Lui ora che è il secondo uomo. La Croce è così lapotenza di Dio che ci fa passare da Adamo al Cristo.

Questa dunque è la salvezza = liberazione dal peccato e vita in abbondanza.

Per la riflessione:

1. In che senso Gesù è nostro sostituto? (Gal 2,20)

2. Che cosa significa che Gesù è l'ultimo Adamo e il secondo uomo? (1 Cor 15,45-47)

3. In che cosa consiste la salvezza ?


5.6 Vivere nella signoria di Gesù Cristo (Robert Munger)

5° episodio : C'è qualcosa di morto in questa casa!

Un giorno, Lo trovai mentre mi aspettava alla porta. C'era una sguardo frenante nei Suoi occhi e mentre entravo mi disse :

- "C'è un odore particolare in questa casa: c'è qualcosa di morto, qui in qualche posto; è di sopra, sono sicuro che è nel guardaroba".

Immediatamente seppi di che cosa stesse parlando. Si, c'era un piccolo guardaroba lassù sul pianerottolo. In quell'armadio sotto chiave, avevo una o due cose personali che non volevo che Cristo vedesse: sapevo che erano cose inutili e nocive e le volevo per me stesso e le desideravo al punto da aver paura di ammettere che erano lì.

Andai su con Lui e, mentre salivamo le scale, quell'odore divenne sempre più forte. Egli mi indicò la porta. Io non potevo nascondere che mi sentivo irato. Gli avevo dato accesso alla biblioteca, alla sala da pranzo, al salotto, alla sala-hobby, alla sala-giochi e adesso mi stava chiedendo di aprire il piccolo armadio. Dissi dentro di me:

-"Questo è troppo e non voglio darGli la chiave!".

Leggendo il mio pensiero, Egli disse:

-"Se pensi che starò qui al secondo piano con questo odore, sbagli: io me ne andrò fuori, sotto il portico".

Vidi che stava per scendere le scale e il mio risentimento crollò. Quando si giunge a conoscere Cristo, la peggior cosa che possa accadere è sentire che la sua presenza svanisce. Dovevo arrendermi.

- "Io ti darò la chiave", risposi dispiaciuto, "ma Tu dovrai aprire l'armadio e pulirlo; io non ho la forza per farlo".

- "Dammi solamente la chiave", disse, "consentimi di prendere cura dell'armadio ed io lo farò".

Per la riflessione:

1. Perchè, secondo te, qull'odore non era stato sentito prima ?

2. Perchè, solo adesso, sembra che anche il protagonista senta quell'odore ?

3. Che cosa spinge il protagonista ad arrendersi a Gesù ?

4. Il protagonista si è pentito, in che modo risolve il problema dell'armadio ?


5.7 Conclusioni

Per la riflessione:

- La religione, la filosofia, la teologia, la psicologia, la scienza, ... certamente hanno inciso molto sul modo di pensare e di vivere degli uomini, ma sono riuscite a dar vita ad una umanità rinnovata nell'amore profondo ?

- L'uomo ha bisogno di salvezza, intesa come piena realizzazione, gioia profonda, vita in abbondanza, liberazione da ogni tipo di schiavitù spirituale, materiale ed economico-sociale, e dalla schiavitù della morte fisica e spirituale ?

- L'uomo ha dimostrato di essere in grado, con i propri mezzi, di ottenere pienamente tale salvezza ? Ha bisogno di un intervento dall'esterno ?

- L'uomo ha solo bisogni di tipo materiale, o ha anche bisogno di essere appagato spiritualmente ?

- Secondo la Bibbia la morte di Gesù di Nazareth avvenuta circa 2000 anni fa, ha a che vedere con la nostra vita attuale. In che modo ?

- Che cosa significa biblicamente la frase "Gesù è morto per noi " ? Scrivi la citazione di alcuni versetti in cui si parla del senso della morte di Gesù, detto il Cristo, cioè l'Unto del Signore, il RE.
 


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