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INCUBI

di Lyon

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Il ventunesimo capitolo

22

Ok, mi arrendo! Sarò pur capace di ragionare filosoficamente, ma in fatto di critica letteraria sono ad un gradino appena sopra un ragioniere contabile. Giudico belle queste poesie, ma evito di chiedermi se la struttura ritmica dei versi o l'uso della metrica siano corretti. Posso lasciarmi trasportare dal vortice di sensazioni che la poesia sembra evocare dal nulla, ma l'influenza è relativa, dura poco allo stesso modo della droga. Si, forse ho capito il problema: l'assuefazione. Se un pensiero, una sensazione, un nervo ti colpiscono in misura straordinaria ed irripetibile, come nel caso di quelle poesie, in futuro avrai un fortissimo desiderio di rievocare quella sensazione, ma inutilmente: solo la droga potrebbe imitare quell'effetto tanto agognato! E così tanti finiscono nelle mani degli spacciatori e del giro criminale.
Accidenti, che filosofia del cavolo! Per criticare una poesia mi affido alla metafisica, che è poesia essa stessa e non spiega nulla, talmente incomprensibile com'è la sua logica! Guardo Giulia e mi sorride. Ha già letto i miei pensieri, e io adesso leggo la sua risposta: un disinteresse totale per l'analisi critica! Perché mai scervellarsi inutilmente per qualcosa che serve solo per cogliere l'attimo sfuggente prima che finisca nell'oblio? La spontaneità dei sentimenti è la guida più sicura per le emozioni, il di più è una forzatura.
Ok, ok, ok! Una comunicazione telepatica ha sostituito un dialogo verbale, per cui adesso non c'è più niente da dire! No, forse una cosa c'è. È il turno di lei ricordarmelo: " Immagino che sarai stanco, lo vedo dai tuoi occhi che si stanno richiudendo lentamente. Purtroppo è questo l'unico legame con il mondo materiale, la stanchezza! In un mondo psichico sono aboliti i concetti "nutrimento", "abitazione", "tempo". Il sogno di tutti i poeti! Sei stanco, ma scommetto che non ricordi più com'è dura la sensazione della fame anche se è da tanto tempo che non mangi. E quanto tempo? ".
Ride! Deve essere così buffa la situazione? Mi sento in uno di quei film demenziali, dove la gente ride senza motivo alcuno e poi arriva l'eroe e punisce l'insana allegria perché peccaminosa. Mah, la parodia dei moralisti. Accidenti, sono di nuovo fuori tema. La presenza di quella donna non mi fa più ragionare. Ne sono innamorato? Ne sono attratto? Non posso più scrivere alcun diario. Ho bisogno di riposarmi un po'. Sono stanco. Oh si, forse è la stanchezza che mi fa sragionare e non l'amore.
Lei si alza e mi accompagna al piano superiore in una delle stanze da letto riservate agli ospiti. Dopo chiude la porta per pudore e se ne va, sento i suoi passi risuonare nel corridoio. Sono così stanco che effettuo una delle magie che tutti i bambini sognano: quella di tramutare il vestito che indosso in un pigiama. Il pigiama è di lana grezza perché fa freddo. Me ne accorgo quando sento la pelle pizzicare lievemente al contatto con il tessuto. Intanto mi sono infilato dentro le coperte e aspetto di dormire. Quanto ci vorrà?

Il ventitreesimo capitolo