Il ventesimo capitolo
21
Mi sento impacciato in
quell'immobilità assoluta a cui mi costringe il divano.
Non so se se n'è accorta anche lei, perché non
sembra farci caso: mi guarda come se si aspettasse qualcosa da
me, un gesto, una parola, un sorriso
Ma io sto fermo, dentro
di me sudo copiosamente. Non so come reagire, aiuto! Cerco nella
mia mente una scusa per uscire dall'impasse, ma mi sembra di
scrutare il vuoto. Un black-out mentale
poi la lampadina
si accende, ricordo la ballata macabra sui deliri umani. Balbetto
qualcosa:
"Quella
quella poesia, come recitava? "Furore
cieco si diffonde
". L'hai scritta tu?".
"Oh si, mi diletto a recitare versi. Prima di essere catapultata
su questo luogo misterioso, era il mio passatempo preferito.
Se vuole leggere qualche versetto
". Intanto mi passa
dei fogli. Faccio scorrere le dita su quelle pagine corrose dal
tempo e dall'umidità. La prima poesia che mi capita si
intitola "Musica
":
Un brivido arriva dentro
il cuore,
facendo sentire il buio della solitudine,
con la morte addosso fin dal principio
dell'esistenza tra l'indifferenza
della natura immutabile nel tempo,
con un inizio vorticoso nel pensiero
del mistero che ci accompagna,
e una fine nel sommo fulgore
delle fiamme dell'inferno terrestre.
Ritmo della vita a suon
di musica
si affaccia nel gioco del destino,
con amore e dolore guardie del tempio
dove sensazioni infinite coinvolgono
l'animo vissuto sempre nel vuoto
nel quale cadono le stelle dell'Universo,
quando non c'è più l'illusione
di vivere come le altre nel sogno
realistico del destino umano beffardo.
E' notte fonda nel mondo,
prigione
dell'uomo fin dagli albori del pensiero
quando l'incomprensione senza fine
si annidava nel cosmo fantastico,
con i suoi variopinti colori
e le sfumature del mistero sovrano
artefice di un profondo rinnovamento
nello sguardo e nel sorriso dell'amica
vicina quando il senso della vita
sembra volare laddove manca la luce:
spirito dell'amore se si riuscirà a vederlo
dentro i tuoi pensieri indecifrabili
sentendo qualcosa di diverso e fantastico.
"Davvero bella,
esprime il sentimento più profondo dell'anima. Eppure
non assomiglia, nello stile, all'altra!".
"Oh si, queste poesie sono il frutto di un periodo di meditazione
mentre ero a riposare in un casolare di montagna. Quella di cui
parli tu fa parte del gruppo di ballate scritte in questo non-luogo,
e traggono ispirazione dagli individui che hanno periodicamente
oltrepassato il varco verso il mio mondo, o dalle atmosfere che
circondano la mia illusione. "Musica
" è
dedicata a te e ai tuoi pensieri, un girovagare senza senso nei
meandri della mente. Ho seguito il tuo dialogo con quel docente,
e confesso di non averci capito poi molto. Quando parlava uno,
sembrava convincente. Poi l'altro afferma un'idea contraria,
e sembra altrettanto convincente. Non mi diletto di filosofia,
anche se dovrebbe esserci qualche parentela con l'arte poetica.
Le mie nozioni sono limitate ai concetti religiosi di altruismo,
solidarietà, uguaglianza, Paradiso e Inferno. Ma cosa
speravate di costruire con quelle costruzioni filosofiche astruse?
".
"Onestamente? Nulla! Alla fin fine, ognuno è rimasto
con le proprie idee. Non stiamo recitando la dialettica socratica,
dove si arriva ad una conclusione certa, ma nemmeno arriviamo
a definire un mondo migliore, se questa frase ha ancora un senso.
La verità a cui si può arrivare non oltrepassa
il nostro subconscio, ciò che comprendiamo intuitivamente.
Il di più sarà impossibile definirlo.
Ma forse c'è un'altra spiegazione. Forse un ruolo lo abbiamo
recitato, un ruolo distruttivo. Perché, vedi, se la storia
dell'uomo non oltrepassa il determinismo a cui è portato
il suo cammino, allora continueranno ad esserci dittatori, eroi,
santi, criminali, politici, senza che si possa contestare il
fatto, e ognuno cercherà di tirare acqua al proprio mulino
appoggiandosi alla retorica propagandistica. Al loro seguito
ci saranno le masse fanatiche che cercheranno di rosicchiare
gli avanzi del Capo Supremo. Se tutti questi personaggi agiranno
in maniera meccanicistica, dovranno necessariamente trovare una
giustificazione nell'affermare se stessi e distruggere il resto.
Ma siccome un simile comportamento è solo illusorio, il
problema sta nel dimostrarne la fallacia. E da qui deriva l'analisi
filosofica che si è evoluta in questo non-luogo.
In fin dei conti anche noi, io, il docente, il goblin e gli altri,
tiriamo i fili della storia, come marionette che si dilettano
nella partita a scacchi con la morte. Cerchiamo di distruggere
qualsiasi giustificazione all'ideologia del potere e al suo abuso
a scapito degli altri. Cerchiamo una risposta all'eterna domanda:
"Come trovare un linguaggio inutilizzabile dall'oppressore?".
Non so quanto potremo continuare con questo gioco. È come
stuzzicare un lupo per addomesticarlo.
Il pezzo più forte della nostra scacchiera è che
nessuno, pur raffigurandosi una propria posizione nel mondo,
conosce effettivamente le vere direttrici della Storia, per cui
resta subordinato al lavoro cosciente dei filosofi, anche se
alcune loro idee vengono considerate ripugnanti. Finché
siamo vivi, possiamo continuare nell'opera di distruzione filosofica,
altrimenti pazienza: è come se non avessimo preso nessuna
iniziativa. Nulla ha un valore per davvero!".
"Proprio complicato! Capisco perché la filosofia
non sia il mio ramo, preferisco esprimere le mie sensazioni in
forma di ballate
Ecco, per esempio, leggi questi versi
dedicati alla tragedia delle Twin Towers!".
Inferno
Fiamme fulgenti nel loro innaturale fervore,
si espandono nel mondo dove la vita non muore.
Oggetti costruiti nel silenzio dell'abisso immenso
si inchinano alla potenza del dio del dolore intenso.
Scintille di fuoco nel
boato che segna la fine
della speranza, si distaccano dal mito delle mine.
Panico è nell'inferno di cristallo del mondo di cartapesta,
prigione dell'uomo fin da quando la morte s'è desta.
Scappano i sogni nell'aldilà
delle illusioni sovrane,
laddove è impossibile immaginare azioni sane.
Resterà nella storia l'impronta dei demoni di fuoco,
venuti da chissà quale cosmo nel vivere roco.
Nel futuro che non sarà
più si mescolano sensazioni,
portate dal vento nell'attimo sfuggente delle illusioni.
Risate folli nella mente dell'umano stato arriveranno,
laddove un barlume di speranza resisterà nell'anno.
Caos
Frantumano le parole nel mondo delle illusioni,
fantasmi voleranno nel cielo stellato per la Morte;
il tutto è racchiuso nella potenza dei suoni,
venuti ad annunciare l'arrivo del Carro della sorte.
Nell'Aldilà del
cosmo corrono Odio e Amore,
in una battaglia di cui nessuno conosce la fine,
non il destino che guarda l'uomo nel suo cuore,
ma neppure il principe delle tenebre assassine.
Nell'abisso immenso creatosi
nell'eterno nulla
precipita la casa dipinta nel sangue umano,
unico sostegno dei demoni della mente, culla
del sommo orrore mai sazio e senza mano.
Conflitto aperto nel
cuore della mente,
apre spiragli di luce sulle sue condizioni;
illusioni e realtà ballano con il niente
venutosi a creare nel mondo delle visioni.
Il ventiduesimo capitolo |