Il quattordicesimo capitolo
15
Rivedo il contorno di
ombre che occupano rapidamente il terreno intorno a noi. Rivedo
le figure orrorifiche evocate dal sonno della ragione. Sempre
le stesse, ossessivamente le stesse. Quando la coscienza cede
il passo all'istinto non c'è motivo di controllare quello
che in tanti anni della tua esistenza hai solo tenuto a freno,
cambiando comportamento ogni giorno. Pensi solo ad una cosa,
all'oggetto che odi, che hai odiato e sempre odierai. Non c'è
posto per pensieri, riflessioni, sogni.
Un vento gelido si sussegue all'afa. L'afa si sussegue al vento
gelido. Il vento dopo l'afa, l'afa dopo il vento. Una successione
inarrestabile, in un ritmo senza respiro. L'individuo accanto
a me tiene gli occhi chiusi, non capisco perché. Ma capisco
che il vento sembra solo sfiorarlo. Ha a che fare con gli occhi
chiusi? Dovrei chiuderli anch'io, ma non ci riesco. Le immagini
davanti mi ipnotizzano.
Una capra, uno sciame di mosche, un gruppo di piante carnivore,
una legione infernale di diavoli notturni. Uno spettacolo già
visto, ma ogni volta ancora più impressionante. Esiste
solo una differenza fra la prima volta e la seconda che avverti
il dolore fortissimo ad ogni parte del corpo: la seconda ci hai
fatto il callo, non ti spaventa più.
Ho già avuto esperienze del genere, perché prima
ancora di pensare alla massima "dalla tragedia alla farsa"
l'incubo si arresta perplesso, le ombre restano immobili qualche
secondo per riflettere. Infine si scagliano ancora più
potenti di prima, nello sforzo di vincere la mia resistenza.
Un tentacolo spunta dal buio della notte eterna per divorarmi
un dito. È questione di poco, poi il tentacolo si ritrae.
Immediatamente ne spunta un altro che mi divora il naso. Un altro
ancora si appiglia al ginocchio,: destro o sinistro? Non riesco
ad appurarlo. Percepisco solo il dolore, molto più vivido
del solito. Vedo un altro tentacolo, ho solo una frazione di
secondo per riflettere su come reagire. Gli occhi chiusi! Grande
sforzo, uscire dall'ipnosi e sbattere le palpebre!
Altro dolore, altro sangue. Poi nulla più. Il formicolio
delle ombre si affievolisce. Infine si ritira! Passano alcuni
secondi di vuoto assoluto prima di avvertire una lieve pacca
sulle spalle. Per la sorpresa riapro gli occhi. Davanti a me
c'è il mio compagno di sventura che sorride.
"Vedo che ha compreso il segreto per restare invisibile
in questo non-luogo!".
Invisibile? Ma che sta dicendo?
Il sedicesimo capitolo |