PrimiPASSI

INCUBI

di Lyon

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Il dodicesimo capitolo

13

Dai primordi alla scoperta dell'agricoltura:
- gli uomini vivevano in piccole comunità di cacciatori nomadi, di non più di 100 elementi ciascuna;
- le risorse base erano la caccia e la raccolta dei frutti selvatici;
- i continui spostamenti tra un luogo e l'altro costringevano le donne a trasportare i piccoli non autosufficienti, e dato che ogni figlio è un peso, il parto avveniva ogni due-tre anni, cosicché se la donna rimaneva di nuovo incinta in quest'arco di tempo era molto probabile che la gravidanza non venisse portata a termine o che il figlio venisse ucciso o abbandonato;
- la caccia e le piccole guerre tra le comunità fungevano da fattore di selezione dei maschi in età adulta, perciò per evitare lo squilibrio pochi maschi/troppe femmine, le pratiche di infanticidio di cui sopra penalizzavano soprattutto le bambine;
- la bassa natalità era indice dello stato di salute degli uomini preistorici, infatti resti di scheletri certificano che l'altezza media dei maschi raggiungeva i 177 cm mentre quella delle femmine si attestava sui 165 cm.

Dalla scoperta dell'agricoltura allo scoppio della Rivoluzione industriale:
- la necessità di coltivare i campi spinse gli uomini a crearsi delle comunità più ampie che vivono in un territorio ben preciso da difendere, questo territorio diventa di conseguenza sacro, "la terra promessa da Dio";
- il 90% della popolazione viveva nel villaggio rurale, mentre le città erano grandi capitali o importanti luoghi commerciali, dove i borghesi vivevano grazie al surplus alimentare che si riusciva a ricavare dal suolo;
- il passaggio dal nomadismo all'agricoltura aveva indebolito l'apparato fisico dell'uomo: l'altezza media era passata da 177 a 165 cm per i maschi e da 165 a 153 cm per le femmine, chiaro indice dell'alta mortalità, specialmente per i bambini;
- la necessità di numerose braccia per coltivare i campi e la mortalità infantile avevano spinto tutte le comunità a massimizzare la capacità riproduttiva delle donne, che perciò avevano due soli compiti in queste comunità: procreare, mantenere e accudire i figli;
- Malthus ha individuato esattamente la dinamica del ciclo demografico del sistema patriarcale: eccesso di popolazione, insufficiente risposta al fabbisogno alimentare e conseguente carestie, indebolimento fisico della popolazione e conseguente scatenamento di pestilenze micidiali che falcidiavano la popolazione per oltre 1/3, il surplus alimentare che si realizzava per deficit demografico favoriva un ritorno all'alta prolificità, il ritmo di incremento demografico era superiore a quello alimentare, fatalmente si ritornava al punto di partenza;
- in queste comunità la guerra aveva un motivo ben preciso: la conquista di nuovi territori, per rispondere all'insufficiente risposta alimentare, oppure all'eccesso di popolazione (lo "spazio vitale", i cui ultimi teorizzatori in Occidente sono stati i nazisti), o ancora alla difesa del proprio territorio dall'assalto dei nemici vicini e lontani, e vi è una definizione che ben rende l'idea di un simile sistema codificato, lo "scontro tra civiltà", civiltà antiche, civiltà egizia, civiltà romana, civiltà occidentale, civiltà islamica, civiltà cinese, civiltà indiana, civiltà Amerinda ( Maya, Aztechi, Inca);
- in un simile caos l'unico modo per garantire lo scopo primario del mantenimento e della riproduzione degli individui ("crescete e moltiplicatevi") era la dittatura, intesa come predominanza dei doveri sui diritti, e che fondava il suo potere su tre valori morali, Dio, patria e famiglia;
- Dio, ovvero la religione, è secondo Hitler il livello più basso che possa raggiungere la filosofia: ogni religione presenta una propria concezione filosofica del mondo, ma essendo questa molto semplice affascina e attrae le masse popolari; perciò uno Stato che voglia assicurarsi l'obbedienza della plebe deve essere padrona anche dei riti religiosi: era il caso di tutti i sistemi patriarcali;
- la patria si identificava con la forza e i miti del popolo prescelto da Dio: tutti i membri dovevano sacrificare il proprio interesse in nome dell'interesse della comunità, ovvero coltivare la terra, combattere per difenderla, venerare i santi e gli eroi del passato che avevano fatto grande la nazione, ecc;
- la famiglia si presentava come l'unità primaria per eccellenza del sistema patriarcale: tutta la vita di un individuo ruotava intorno alla famiglia e nulla più. Rispetto per gli anziani, famiglia estesa, matrimonio combinato, subordinazione della donna, di nuovo predominanza dei doveri sui diritti, ecco gli attributi della famiglia patriarcale di cui certamente anche i tuoi nonni avranno vissuto l'esperienza.

Dalla Rivoluzione industriale fino ai giorni nostri:
- in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone avvennero dei fatti straordinari: l'intera struttura patriarcale subì delle rivoluzioni a getto continuo, in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Italia, in Austria… La classe borghese ha avuto la possibilità di imporre la propria visione del mondo, i valori morali cambiarono: da Dio, patria e famiglia si passò a denaro, educazione e divertimento;
- l'avvento dell'agricoltura meccanizzata spinse le masse contadine a migrare verso la città. Risultato: oggi il 90% della popolazione dei Paesi capitalisti vive in città, mentre solo il 10% vive in campagna;
- grazie al potenziamento dell'apparato economico e militare, i nuovi Stati industrializzati hanno creato vasti imperi coloniali. Le colonie non avrebbero più avuto una propria storia, fino almeno alla seconda guerra mondiale;
- parallelamente, il progresso medico-scientifico, eliminando le cause croniche delle carestie e pestilenze, aveva contribuito a ridurre la mortalità, soprattutto infantile; la riduzione delle nascite, logica conseguenza della riduzione della mortalità, avvenne molto più lentamente perché i guadagni di vita vennero avvertiti come tali solo in un tempo molto più lungo; risultato: nel periodo che va dalla riduzione della mortalità alla riduzione effettiva della natalità, chiamato dagli storici "transizione demografica", la popolazione dei Paesi industrializzati si moltiplicò per quattro. Nei Paesi in via di sviluppo, che come detto iniziarono ad avere un ruolo sulla scena mondiale a partire dalla decolonizzazione, questo processo è iniziato solo in questi ultimi decenni, in misura più rapida ma altrettanto problematica, dato che il moltiplicatore è superiore a sei e il rallentamento delle nascite non è ancora concluso;
- assistiamo nel XX° secolo all'avvento di un quarto tipo di società, tanto idealizzato dai filosofi della corrente di sinistra, da Platone a Rousseau a Marx. Mettiamo da parte le discussioni sul comunismo idealizzato, e osserviamo perché il comunismo reale ha fallito: fino a Stalin, il problema principale fu l'interruzione dei rapporti tra città e campagna, perché la distribuzione della terra ai contadini fece crollare la produzione e non assicurò più l'eccedenza alle città, che soffrirono molto la fame, e parallelamente le fabbriche non erano stimolate a produrre con efficienza perché la loro gestione si era burocratizzata e non erano stimolate dall'assenza di forniture alimentari e di macchinari moderni; con la Guerra Fredda le cose si stabilizzarono su questo punto, ma la decisione di far prevalere gli investimenti militari su quelli economici fece collassare l'intero sistema;
- in quest'arco di tempo possiamo classificare diversi tipi di guerre: quella rivoluzionaria per rovesciare il sistema di potere aristocratico, quella patriarcale per il dominio in Europa e nel mondo, quella coloniale per l'accaparramento di materie prime e la conquista dello spazio vitale legata al boom demografico, e quella comunista (o meglio tra comunisti e capitalisti).

Il mondo contemporaneo:
- È inutile ripetere che i Paesi in via di sviluppo stanno seguendo una loro via verso il capitalismo, grazie alla globalizzazione, e con tutte le conseguenze del caso: boom demografico, urbanizzazione, migrazioni, inquinamento, ecc. Per cui passiamo direttamente al discorso sulle guerre. Ecco un breve excursus di quanto presumibilmente è successo in questi anni.
- Gli Stati Uniti vogliono creare il mercato mondiale e pensano di non trovare ostacoli sul loro cammino, dato il clima di generale euforia dell'epoca. Ma la fine della guerra fredda ha provocato un altro fenomeno: il risveglio della cultura patriarcale nei vari continenti. E con il nazionalismo locale, è tornata la guerra patriarcale: contese territoriali, alta prolificità, pulizia etnica, integralismo religioso, dittatura, ecc. Gli Stati Uniti devono rallentare nel loro obiettivo, per non creare troppi squilibri. E così procedono col bastone e la carota: la carota degli interessi economici e il bastone della diplomazia politica.
- Meglio essere prudenti e vivere alla giornata, passo dopo passo: in Jugoslavia è troppo pericoloso agire, ma quando c'è la possibilità di scalzare il regime di Milosevic per aggiungere un tassello al mercato mondiale non si fanno scrupoli ad agire. I conflitti patriarcali in Kashmir e Medio Oriente sono troppo pericolosi, meglio aspettare e creare il capitalismo nei Paesi confinanti confidando nell'effetto trascinamento. Ecco che l'Islam fa passi avanti verso la modernità. Piccoli passi, ovviamente, per non rompere anche lì l'equilibrio del terrore. In Colombia, Nepal, Cecenia e Timor Est - che potremmo catalogare come guerre moderne, per l'instaurazione dell'ordine sociale - non è possibile trovare nessun dittatore che rifiuti la modernità, e pertanto la diplomazia è lenta nel frenare i massacri. Meglio puntare sull'economia. Ma intanto le vittime crescono a dismisura. In Somalia si può agire, perchè lì, come nel resto dell'Africa, il conflitto è tribale, e pertanto non minaccia nessun equilibrio mondiale. Ma il conflitto tribale è molto più difficile da gestire, ed infatti dopo il fallimento (sanguinoso) gli Stati Uniti si fanno più prudenti.
- Ma ecco un'altra sorpresa: Saddam Hussein, dittatore residuato del sistema patriarcale, applica la guerra di conquista e rinuncia alla mediazione del capitalismo per appropriarsi dei pozzi petroliferi kuwaitiani. Gli Stati Uniti intervengono perchè costretti, ma alla fine lasciano in sella Saddam Hussein proprio per restare fedeli alla linea della prudenza attuata fino ad allora: meglio non fare fretta agli arabi nella loro via verso la modernità. Nel frattempo Saddam Hussein, nella scelta tra la modernità - pertanto la rinuncia al trono - e il rispolvero della tradizione patriarcale araba, sceglie la seconda soluzione. Risposta: l'embargo, e pazienza per le vittime.
- Intanto la strada verso la modernità è avviata. Ma l'attentato dell'11 settembre capovolge il quadro: si può continuare ad aspettare sulla via del mercato mondiale? La migliore difesa è l'attacco, recita un comandamento di guerra. E così abbiamo l'Afghanistan, e adesso l'Irak. In questo scenario, come fa notare lei, non si riesce a classificare i buoni e i cattivi: i sistemi patriarcali applicano la guerra e reprimono le minoranze in nome della pulizia etnica, gli Stati Uniti vogliono il mercato mondiale e non si fanno scrupoli quando è necessario.

Ecco un breve riepilogo globale della storia dell'uomo:

Periodo

Occidente

Oriente

Vicende storiche
Scelte procreative

… - 10.000 a.C.

Nomadismo

Nomadismo

Lotta per la sopravvivenza

Infanticidio femminile

10.000 a.C .- 1700

Tradizione

Tradizione

Scontro tra civiltà

Alta natalità / alta mortalità

1700 - 2000

Modernità

Tradizione

Rivoluzioni in Occ./Colonialismo

Transizione demografica

2000 - …

Modernità

Modernità

Globalizzazione

Pianificazione

Il quattordicesimo capitolo