PrimiPASSI

SI SVEGLIO' E PORTO' DENTRO IL LATTE

di Immagini&Parole

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Il primo capitolo

2

Ore 7: 00

Manuel mangiò del pane e qualche merendina tenuta da parte. Bevve molto latte. Fine merendine. S'ingozzò di latte e si intristì a osservare una strada deserta. Un quartiere residenziale dove di mattina passava a stento qualche autovettura. Manuel s'ingozzò nuovamente di latte e si bloccò ad osservare un vecchietto che non riusciva ad attraversare.
BASTA CLACSON diceva costui
Mani nelle orecchie
BASTA
Manuel scese e lo pregò di salire qualche minuto da lui. Gli offrì del latte. Il vecchietto si rilassò rapidamente mentre beveva.
"Dicono che sono malato di mente. I miei figli. Sono in vacanza."
"Lei dove abita?"
"Non me lo ricordo."
"Beva, beva che le verrà in mente."
"Non ci voglio tornare. Sono solo, ho troppe difficoltà a stare da solo."
"Matteo, beva che una soluzione la troveremo."
"Lei conosce qualcuno che può fare tornare a casa i miei figli?"
"Purtroppo no."
"Può accompagnarmi a casa ha un mezzo."
Manuel non rispose. Scosse lentamente il capo.
"E' stato gentile a invitarmi a salire, mi sento molto più calmo."
"Sente ancora clacson che suonano Matteo?"
"No, Manuele te l'ho detto. Mi sento meglio e mi sono ricordato dove abito."
"Chiamiamo un taxi che la possa accompagnare a casa?"
"Io preferirei passare la notte qui."
"D'accordo."

Matteo era fisicamente sciupato. Manuel lo aiutò ad addormentarsi nel suo letto. Gli mancava la
musica. Mise IL CIELO IN UN STANZA a volume molto basso. Trasparente.

Ore 9:30

Arrivano due agenti della polizia municipale. Rino e Sandro. Manuel li conosce. Mi serve un favore. Dice. Ho delle cose da fare e vorrei che voi vi interessiate ad accompagnare il vecchietto a casa. Manuel noi siamo di turno oggi. Rino. Ci prendiamo un giorno di malattia, dice Sandro. Fatelo per mia madre. Rita? Rino sputò a terra. Lo facciamo per te. Ti cacci sempre nei guai. Disse Rino. Sei un po' come tuo… Sandro strattona Rino per un braccio, lui tace di colpo.
Vai a lavorare Rino. Disse Manuel. Ricordati, si lamentò Rino: chi ti accarezza vuole l'anima… Rino e Sandro accompagnano il vecchietto a casa. Manuel promette che lo sarebbe andato a trovare spesso con un po' del suo latte. Manuel non ha patente. Rita non ritiene opportuno che lui guidi.
Matteo stringe la mano a Manuel e dice, chi trova un amico trova un tesoro.
Manuel si sentì gelare dentro. Annuisce.

NTA: Rino e Sandro convincono facilmente Rita ad essere più compassionevole con Manuel. Rita ha eccessivi sensi di colpa. Pare convincersi.
10: 15

Ore 10:15 Autobus pieno di giovanotti destinazione mare. Tutti con lo zaino in spalla
e uno splendido sorriso impiccicato sulla faccia. Tutti felici. Apparentemente. Tutti al mare. Sicuro.
Non c'è neanche un vecchietto da prendere amorosamente in giro, Manuel guarda Veronica che parla con altri amici e si sente triste. Non si dicono niente, i due. Prendono il sole, l'uno accanto all'altra. Fanno il bagno assieme senza preoccuparsi affatto delle loro sensazioni: Senza dire niente. Gli amici di Veronica sono tutti allegri e seducenti, puliti dentro e belli fuori, come l'acqua di Miss Italia e Manuel mentre prende il sole si sente inferiore.
"Non è meglio di starsene a girovagare in cerca di un lavoro che non verrà mai?"
"Mi stai compatendo?"
"No." Lei mente. Manuel lo sa.
"Quello è il mio ex."
Dice Veronica indicando un tale magrissimo e Mr. Spiaggia.
"Rocchettaro?"
"No. Però insegna musica in un'associazione."
"Metallara?"
"Sì." Classica.
Manuel non fa amicizia con nessuno. Vorrebbe baciare Veronica. Ma non lo trova sensato. Lei probabilmente lo bacerebbe ma questo non risolverebbe la sua mancanza. Sull'autobus guarda la foto del padre e vorrebbe strapparla. Sorride e non lo fa. "Ti telefono." Dice a Veronica alla sua fermata. "Come vuoi, scemo." Dice lei. Manuel ritorna a casa e riceve un assegno dalla portiera. E' intestato a lei. Me lo gira? La portiera fa ridere Manuel. Questo è l'ultimo dice lui e se lo mette in tasca. E' ben vestito. Sa come si chiama la ragazza che fa pagare il condominio? Perché non glielo chiedi? Sei fissato? Ho bisogno d'affetto. Carmela. Non mi piace. E' un nome bellissimo. Si fa chiamare Carmen. Ora devo salire, comunque le girerei l'assegno certe volte. La portiera accenna un sorriso. Hai mangiato Manuel? Poco. Ma ho la casa piena di latte. Perché non cerchi di saziarti con qualcosa di diverso? E' un invito a pranzo? No, un consiglio. Carmen è sua figlia? Abita al secondo piano, è una studentessa. Ah.

Ore 18: 00
Manuel chiama Rino e chiede informazioni su Matteo. Rino risponde che non sa niente, chiamalo: ecco numero e indirizzo. Manuel gli scrive una lettera che non spedirà mai.

Caro Matteo,
ti auguro e sono sicuro che i tuoi figli torneranno presto. E una corta estate fredda, ma siamo fortunati. Viviamo. Sognamo. Mangiamo.Soprattutto viviamo. I tuoi figli sono giovani e hanno bisogno di distrarsi. Sii paziente. Hai me. Ce la caveremo. Chi trova un amico trova un tesoro.

Manuel telefona a Matteo e gli legge la lettera che ha scritto. Matteo lo ringrazia per averlo aiutato e dice che Rino e Sandro sembrano proprio dei ragazzi pazienti, come lui.
"Manuele sei buono. Hai un solo vizio, sogni troppo."

Manuel chiama sua madre e la ringrazia per l'assegno.
Ti ho trovato un lavoro, dice lei.
Quale?
Factotum in una clinica psichiatrica. Ci vuoi provare?
Quale clinica? E chi è l'uomo che vive con te?
Alle solite. Centinaia di domande. Con me non vive nessun uomo. E' una clinica molto seria. Vogliono farti una visita e darti la possibilità di impegnarti in qualcosa. Che ne pensi?
Io lavoro Rita. Lavoro per un ristorante piuttosto chic. Famiglia Primigi.
Solite stupidaggini. Lavoro. Mi dispiace di averti fatto sentire ancora più in colpa per tutto quello che ti ho detto su tuo padre. Me lo dici da una vita e io non l'ho mai conosciuto. Manuel la vita non è un sogno, è un po' un manicomio. Andiamoci assieme in questa clinica, provaci. Lavoro, grazie. Manuel saluta Rita e riattacca il telefono.
"Prenditi questi farmaci Manuel, ti faranno essere un po' meno insicuro." Dice la dottoressa della clinica dopo una breve visita. Rita gli schiaccia l'occhio. La dottoressa scrive. Nome e Cognome?
MANUEL GRANDE. Codice fiscale. Manuel non lo ricorda ma la dottoressa ride. Non ha importanza, cerchiamo qualcuno che ci dia una mano a risolvere piccole cose. Un factotum. Può interessarti? Manuel guarda Rita che annuisce. Manuel rifiuta. Troppo facile, brontola, prendo i suoi farmaci anche se non so che effetti avranno su di me e continuo a tentare di risolvere da solo le mie fisime. Rita solleva le spalle. Rassegnata.

MANUEL STRANISSIMO
Passa le sue mattinate in una clinica dove fa qualche commissione
Aggiusta qualche neon, ripara qualche serratura, collabora alla sostituzione di sbarre che si rompono facilmente.
Fa molti colloqui con sua madre e la dottoressa
Nei colloqui si finisce sempre per parlare di suo padre
A Manuel questo non piace.
Deve sopportarlo
IL CIELO IN UNA STANZA
E' una corta estate fredda.
La sera parla con Matteo.
Matteo gli dice che i suoi figli sono molto rocchettari.
Gli dice che gli vuole bene e che gli mancano e che si sta affezionando anche a lui.
Rino, Sandro e Rita lo vanno a trovare spesso e gli portano il latte che lui preferisce.
Quello di Manuel.
IL CIELO IN UNA STANZA
Nell'ultimo sogno di Manuel ci sono Pietro e un sacco di donne bellissime. Pietro sorride.
La foto di Manuel si trasforma in una colomba, anche Manuel diventa bellissimo e bianco appare una luce formidabile e bianchissima e quando si sveglia capisce che il suo sogno è appena cominciato. Che il tempo non si ferma mai. Non scade mai.
Dolori. Sogni. Tempo.

La sera, quell'estate, Manuel ha socializzato con due semibabbei della clinica che sono patiti di musica italiana. Strimpellano qualcosa con una vecchia chitarra e il biondino ha una voce discreta.Canta dall'età di dodici anni. La sua prima canzone è stata di natura storica.
PUNICHE SVREX.
Riarrangiata col suo impianto dj non è affatto male. Manuel gli ha cambiato il titolo col loro permesso e ha scritto un paio di testi curiosi. Lui beve latte. Loro
preferiscono la birra. Non prendono psicofarmaci. Manuel sempre di meno. Dopo tre settimane di duro lavoro e due di quella sottile amicizia si sono trovati in una discoteca ad esprimersi, a gettare fuori le loro creazioni. ACIDO PUNICO: si chiama così il gruppo. Il biondino con gli occhi un po' troppo vicini ha una voce strepitosa, da professionista. Lo strimpellatore di chitarra, Michele, non è proprio il massimo. Manuel scrive scopiazzando qualche testo e sta imparando a usare il mixer.
Era ½ DJ ormai.
Quella sera vede Veronica bere con un tipo asciutto e seducente al bancone del locale. Dopo la sua esibizione. "Mi piace come bevi?" Le dice avvicinandola e fregandosene del tipo asciutto. Questi ride. Daniele. Si presenta. Manuel. Veronica si toglie gli occhiali e lo squadra a lungo. "Sei ingrassato, Manuel." Sorride. "Ho visto la tua esibizione." Il tipo asciutto sorride. "Vorrei parlarti senza di lui." "Ho capito vuoi sfogarti."
"Comunque puoi parlare anche davanti a me con la mia ragazza."
"Preferisco da solo."
"Non sei il suo tipo."
"Magari lo è che ne sai."
Veronica si alza e abbraccia Manuel. "Domani si va a mare assieme?"
"Tutti e due perché no?"
"Sei pazzo?" tuona Daniele.
"Non direi. Mi è sempre piaciuta Veronica. Ha un modo sexy di salire sull'autobus e di bere."
Daniele si allontana congedandosi con una stretta di mano. Veronica: figurati, chi cacchio se ne frega. Sono contenta di rivederti. Hai messo gli occhiali? Sì. Ha la BMW, dico bene? No. Se continui a farmi domande su di lui però mi metto a piangere. Cosa mi dovevi dire? Mi chiedo perché non mi hai più chiamato. Io pensavo che fra di noi non poteva nascere niente di sensato. Ecco tutto. Per te è sensato cosa? Amarsi…. Non ci sai fare con le donne, Manuel, sei un tipo interessante ma con le donne…(pausa)…non sei adatto a me… Scusa, ma a me piace essere subito chiara. Manuel prova a baciarla e lei lo allontana con una certa veemenza. Sei impazzito. Ora devo andare, dice lei. Addio. Addio. Dice Manuel.

Il terzo capitolo