AnchePOESIA

... alcuni lavori (3)

di Marco Saya

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"... alcuni lavori" è una raccolta di opere dell'autore. Questa è la terza e ultima parte. Leggi anche la prima e la seconda.

Ritorno a dire che l’amore si
Rinnova nello scazzo quotidiano
Di quando ti svegli e fuori ti
Aspetta quella donna che
Alla fermata ti guarda e sorride
Per il pensiero che potrebbe essere
Diverso e poi scendi prima sperando
Che il mattino successivo quel sorriso
Ti dia il buongiorno e scenda assieme a te!

Mi piace osservare una direzione
O l’altra o un’altra ancora oppure
Pensare che non ci sia perchè il
Puntino è tra tanti puntini e
Ciascuno guarda il proprio
E la bussola indica le vere coordinate...

E...parliamo un pò di questi anni
Ammuffiti e sotterrati dalla noia
Di chi si non si dà pace al grigiore
Di un cielo, una volta azzurro, che
Non si guarda più perchè attraversiamo
Strade con sguardi abbassati e un cane
È l’unico animale che riusciamo
Ad accarezzare perchè i morsi li
Abbiamo già presi da altre bestie
Che ringhiano e vomitano parole
E non si riconoscono più
E più non si amano
E più sono soli
Aspettano sempre di essere morsi
Di mordere perchè la dentiera ancora tiene
E gli anni passano così...
Tra i contorni di una forma e il nulla dentro il vuoto

Ci si lamenta di tutto e di tutti
Perchè non capiscono che il silicone
Non allunga la vita e le rughe dentro
Ci corrodono assieme alla Coca light
E allora ci si lamenta di un tale che
Non riesce a darti l’amore chiuso
Nell’ottuso egoismo di soddisfare
Una voglia primordiale e di nuovo
Ci si lamenta degli altri sbagliati
Nel pilotare un’arca che affonda
Perchè il mare è mosso e il
Conducente ti butta a mare perchè
Non sai nuotare!


Ci si lamenta di NOI

La poesia è semplicemente un modo
Di essere, di vivere, di sentire quel
Soffio che giorno dopo giorno spinge
Il respiro a fermare il tempo

Il tempo stabilirà i nuovi riequilibri
E cio che oggi è triste domani sarà
L’inganno di un momento come gli altri...

Quanta presunzione e quale arroganza
Nell’esercito dei soldati semplici
Che all’assalto di vuote trincee
Piantano una bandierina prima di
Morire pensando di essere stati liberi
Un cecchino spara qua e là
Ogni tanto ci prende e il sommo
Artefice di tutto questo sistema i conti...
E chiude la cassa prelevando quei quattro soldi!

Non ci faccio niente con il tuo voler bene!
Non mi basta
Non mi aiuta

Solo...

M’affossa!

Quando leggo alcune poesie
La tristezza mi assale
Per lo spreco di Infiniti che limitano
Il finito di chi ha ben poco da dire!

Come è triste comunicare così
Un sms sanziona il solito epilogo
Almeno una volta non c’erano
Cellulari che allungavano l’agonia
Di futili parole e cresce la disperazione...

Cosa dire?
Non permetti al tempo di essere uomo
Il domani, un nemico da abbattere
E con esso l'amore di chi ti vuol bene
Cosa dire?
Appena mi rimetto in pista
Scatta la vendetta ( lontana ) per chi ti ha sempre offeso
Il domani...uno schiaffo quotidiano da cui difendermi!
Continuamente...
Che non merito e non posso restituire all’antico mittente!
Cosa dire?
La sofferenza di essere assieme così!
La sofferenza di essere comunque soli
Sensazioni condivise di due estranei...
Cosa dire?
Più niente...
Ora
Dimmi tu...
Domani...

E così ci risiamo...
Ancora qualche giorno e si
indossa il vestitino della festa
per uno sconosciuto che è
nato per caso, per caso se
ne è andato ,poi è ritornato
ma noi non ritorniamo, ci fa
piacere pensare che la morte
è vita nell’immaginario collettivo
di un profumo della Lacoste con
un bel culo di un nuovo dio
che al posto di una capanna
si adagia su un comodo sofà
e il bue e l’asinello di quel presepe
ci guardano e tristemente sorridono
perchè la storia non ci ha cambiato...