Nicola Calipari, lo 007 italiano morto per salvare la vita a Giuliana
Sgrena
«“Le nostre vite sono
spendibili. Le vostre no.” Si capisce l’emozione di Cremonesi nel
riferire queste parole (dette da Calipari). Perché dimostrano che quel
“sacrificio” di Calipari non è stato improvvisato o quasi
involontario, ma era stato messo - da gran tempo - nel novero delle
possibilità, come un suo dovere. |
||
Antonio Socci Il Giornale, 7 Marzo 2005 Per leggere l'articolo fai click su: 20050307_socci_cuore_ritrovato1.pdf |
||
Sacrificio: «Nicola Calipari, lo 007 italiano morto per salvare la vita a Giuliana Sgrena. Il cuore ritrovato», di Antonio Socci, Il Giornale, 7 Marzo 2005 |
Rassegnina |
L'esperienza stessa di
Calipari ci testimonia che vale la pena implicarsi nella realtà con tutte le
sue incoerenze e contraddizioni, fino al sacrificio di sé
|
||
|
Venerdì 4
marzo la notizia della tanto attesa liberazione della giornalista del
Manifesto, Giuliana Sgrena, è stata seguita dall’annuncio della
tragica morte di Nicola Calipari, esponente del Sismi, protagonista
dell’operazione. Di fronte al dramma della morte di un uomo, esito
disgraziato di una situazione di guerra difficilmente controllabile, ci ha
molto impressionato come il Manifesto ed altri giornali compagni,
nonostante l’iniziale contraccolpo umano dato dall’imprevedibilità del
sacrificio di una vita, non abbiano perso l’occasione di sfruttare e
distorcere i fatti per fomentare il solito “antiamericanismo”, avvalorando
così le proprie tesi politiche. È il solito, vecchio vizio della cultura di derivazione marxista, per cui, data una tesi precostituita sulla realtà, tutti i fatti vanno ricondotti ad essa. È il folle fascino dell’ideologia: un pensiero che, illudendosi di risolvere a priori la realtà, vorrebbe togliere di mezzo la fatica di viverla. Questa posizione favorisce una preoccupante deresponsabilizzazione in ogni ambito della vita e, proprio per questo, rimane sterile. L'esperienza stessa di Calipari ci testimonia che vale la pena implicarsi nella realtà con tutte le sue incoerenze e contraddizioni, fino al sacrificio di sé: tale decisa presa di posizione e dedizione totale stanno alla base di qualsiasi tentativo di costruzione. La propria vita, la società e la storia cambiano a partire da questa mossa della libertà, che è responsabilità di ognuno: se questo è l’unico modo per costruire, allora anche noi desideriamo spenderci. |