Terrorismo |
«I terroristi e la soglia dell’odio»
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di Elie Wiesel |
Terrorismo:
«I terroristi e la soglia dell’odio», di
Elie Wiesel, Corriere
della Sera, 12 settembre 2002 |
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Leggendo
gli editoriali usciti in occasione dell’anniversario dell’11 settembre,
si può notare che tutti ripetono più o meno le stesse cose di un anno fa.
Leggere per credere. Tuttavia, vale la pena di riportare alcune
dichiarazioni. Lo sviluppo delle analisi dopo l’11 settembre non è granché. Le frasi riportate di uomini grandi e importanti, sono il nucleo di dichiarazioni di intenti magari “nobili” che, alla fine, nella sostanza, non cambiano nulla. Tutti, gli americani e noi, abbiamo bisogno non di discorsi che leniscano con programmi universali più o meno associati a promesse di vendetta, ma di speranza che la vita non si arresti alla tragedia. Altrimenti, tutto sa di precario, come dice Umberto Eco («Breviario dei politici su Popper e Platone», L’Espresso, 12 sett. 2002) riassumendo il pensiero di Popper: «È impossibile dimostrare che il tale dice la verità, ma sarà sempre possibile dimostrare che ha detto una bugia». L'aria che si respira è un’aria incerta e per questo infelice. Il problema è che la verità, per essere tale, deve essere più forte della morte. Gli uomini una simile verità non la possono inventare, possono solo desiderarla e riconoscerla quando si manifesta. In Cristo si è manifestata come grande mistero del bene che vince sul male. Quello che manca di più, nelle parole e negli atti degli uomini grandi e piccoli (cioè anche tra noi), è proprio il Mistero. La speranza è molto di più dell’aritmetica: può accadere - anzi accade - di più di quello che si prevede. Ci vuole l’occhio che sappia vedere dove e come: questo è l’aiuto più grande di cui abbiamo bisogno noi, che abbiamo vissuto l’11 settembre americano e tanti altri 11 settembre. |
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