«Mio figlio è Down.
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La Stampa, 11 febbraio 2004 Per leggere l'articolo fai click su: 20040211_lastampa_miofigliodown_vogliodivorzio.pdf |
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Ragione: «Mio figlio è Down. Voglio il divorzio», La Stampa, 11 febbraio 2004 |
Rassegnina |
La ragione decide
astrattamente che cosa vale, cosa ha diritto di esistere, ma... «Io so solo
che l’uomo fa tutto quello che può, in attesa che il suo destino gli si
riveli» (L’ultimo samurai)
Il Giornale, 10 febbraio 2004 Analizzando l’etica di Kant: «Ragione è per lui una facoltà dell’animo di determinare qualcosa da sola, senza l’ausilio dell’esperienza. Basti l’esempio della motivazione con cui pensa di giustificare la non punibilità dell’infanticidio “d’onore”: il figlio nato fuori del matrimonio è nato fuori della società, quindi non ha diritto alla protezione della società. Siamo nel campo del diritto, non dell’etica, d’accordo, ma vedete un po’ a quali storture può andare incontro un uomo “di principi”». |
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Nel
pensiero di Kant si ritrova perfettamente la mentalità di oggi: la
ragione decide astrattamente che cosa vale, cosa ha diritto di esistere. Sul
piano dell’etica, la conseguenza - come si evince dagli articoli riportati -
è pericolosa: lo schema ideologico giustifica i mezzi. Si può fare tutto e
non esiste limite alcuno, se non quello legale. Come suggerisce Mathieu, un
uomo “di principi”, se vive solo di quelli, è un uomo “storto”, perché
riduce la realtà a quelli e si riduce a vivere per quelli. Ne L’ultimo samurai, attualmente nelle sale cinematografiche, il protagonista a un certo punto dice: «Io so solo che l’uomo fa tutto quello che può, in attesa che il suo destino gli si riveli». Fare tutto quello che si può; non tutto quello che si vuole. Il destino; non il proprio progetto. Certo, non è facile accettare, vivere, un destino drammatico (come quello del padre del figlio Down), ma è troppo facile rifiutare - a volte ammazzare - ciò che rende faticosa la vita. Alla faticosità del vivere non c’è alternativa. Ci può essere solo la speranza di un bene e di una positività che la nostra ragione desidera, ma non afferra; che scopre come notizia vera e presente, benché lontanissima, cioè imprevista: bisogna avere il coraggio di accettare questa notizia. |