Libertà |
«Cari studenti, È una
lettera sulle recenti agitazioni scolastiche. L’autore
accetta l’ipotesi che gli studenti in sciopero (anche
della fame) non siano classificabili secondo gli schemi
tradizionali (fascismo, comunismo, etc…); fa un appello
accorato alla libertà e alla considerazione dei fatti come
sono, contro il monopolio di Stato e le vecchie trite
nostalgie del «gioco politichese e sindacalese». |
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di Luigi
Amicone, Per leggere l'articolo fai click su: 20011130_amicone_studenti_digiuno_libert.pdf |
Libertà:
«Cari studenti, siete a digiuno di libertà», di Luigi Amicone,
Il Giornale (30 novembre 2001) |
Commento: |
Sembrerebbe
che la grande confusione dei tempi inciti l’io, nel senso della singola
persona e del gruppo a cui la persona ritiene di appartenere, a farsi la
domanda sulla propria identità. La risposta tuttavia appare assai labile,
esortativa e senza un riferimento cogente, che indichi esplicitamente
l’identità e l’appartenenza in termini non reattivi, ma originali. Bisogna, invece, assolutamente rispondere alle preoccupazioni vere di Amicone e di Dabray: come si possa essere liberi e come l’approdo alla fede non contraddica la ragione. Si distingue la posizione ebraica, che giustamente, anche se con un certo dubbio, pone la realizzazione della libertà nell’obbedienza a Dio, cioè alla verità. Il dubbio deriva dalla percezione che la verità non può essere soltanto una legge. E infatti Vittadini - nel suo articolo su La Stampa (29 novembre 2001), «Contro il Dio serpente» - suggerisce come «rinascita», come modo di ritrovare la propria identità, la semplicità e la popolarità di un gesto come la colletta di generi alimentari per i più poveri, recentemente promossa dalla Compagnia delle Opere. Questo è un piccolo gesto di condivisione che, se svolto in tutte le sue implicazioni, richiama chi lo compie a rendersi conto che la vita è fondamentalmente bisogno e quindi domanda. L’identità non è una “sicumera”, ma una domanda, una domanda che sa che Chi risponde non è soltanto una legge e una morale, ma un fatto di gratuità. Quattro milioni di italiani hanno dimostrato che una certa idea di Chi risponde ce l’hanno. Tutto ciò è molto “cristiano”, deve diventare consapevole, soprattutto in noi. |
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Rassegnina |
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