Crocifisso se è la legge
a decidere
«Certo, ci piacerebbe che sparissero dai muri italiani la menzogna
omofobica, il peccato, la discriminazione verso il diverso, le
discriminazioni di Ratzinger o del cardinale Caffarra contro la donna
e contro gli omosessuali, il crocifisso contundente che offende la
scienza, la croce come strumento di guerra. Ma noi italiani abbiamo
già tolto al crocefisso le abominevoli aggressività dei crociati, dei
conquistadores, dei missionari che vorrebbero portare il paradiso in
terra, e ne abbiamo fatto il suggello delle qualità della nostra
generazione, la generosità, la ricerca di attenuanti per i
disgraziati, la mano tesa». |
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Francesco
Merlo La Repubblica, 17 novembre 2004 Per leggere l'articolo fai click su: 20041117_merlo_crocifisso_legge_decidere.pdf |
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Crocifisso: «Crocifisso se è la legge a decidere», Francesco Merlo, La Repubblica, 17 novembre 2004 |
Rassegnina |
Il Crocifisso
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In questi
giorni la Corte Costituzionale sta discutendo se sia lecito o meno
esibire il crocifisso nei luoghi pubblici. Secondo Francesco Merlo sì,
depurandolo dalle brutture e dagli errori di quelli che l’hanno seguito e
attribuendogli i suoi buoni sentimenti. Finkielkraut nota acutamente che questa religione disincarnata, privata degli uomini, è il preambolo di un buonismo che sa dare agli altri solo la propria coerenza e moralità, le quali alla fine risultano ben poca cosa. Gli esempi citati della vedova Coletta, della mamme del Movimento per la Vita e di Lorenzo Crosta riguardano non la donazione di idee, ma la donazione di sé; non la presunzione di essere a posto, ma la consapevolezza di non esserlo, tant’è che si ha bisogno di qualcuno che ci salvi dando, a sua volta, la sua vita per noi. Il Crocifisso, appunto. Questa consapevolezza è il cristianesimo: non idea morta, ma tradizione viva dell’Occidente. |