Ateismo
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F. Agnoli, Il Foglio, 01.05.08. Per
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20080501_agnoli_ateismo.pdf
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Io: «Ateismo» F. Agnoli, Il Foglio, 01.05.08. «In Cina da anni le bambine vengono scientemente eliminate, a milioni, con la diagnosi pre-impianto, l’aborto selettivo o l’infanticidio, creando scompensi demografici disastrosi. Una tale politica, secondo un’indagine del 2007 dell’Assemblea nazionale, determina la presenza di 23 suicidi ogni centomila persone, e di trenta milioni di depressi, in continuo aumento, in tutto il paese. […] Inoltre in Cina ci sono 200 milioni di migranti clandestini senza alcun diritto perché scampati dall’aborto forzato, e quindi “inesistenti” come il Mattia Pascal di Pirandello, a cui vanno aggiunti almeno 100 mila nuovi orfani ogni anno, per un totale di mezzo milione: “un record mondiale” (Corriere, 10 gennaio 2008), perfettamente in linea con la tradizione del comunismo ateo, che, distrutta la famiglia, annichilisce l’elemento più debole, cioè i bambini. In Cina, cioè, si ripete esattamente quanto avveniva nell’Unione Sovietica comunista, con il suo milione mezzo di aborti all’anno, e la presenza, già nel 1918, di una marea di orfani, oggi stimati tra i due e cinque milioni (Avvenire, 2 giugno 2006). A tutto questo si aggiunga quello che la Laogai Research Foundation, guidata in Italia dall’ottimo Toni Brandi, ha denunciato nel suo “Cina, traffici di morte” , in cui si accenna agli oltre mille campi di concentramento disseminati nella Cina comunista , e si descrive come migliaia di reni, fegati, cornee di condannati a morte siano “veduti sul mercato degli organi umani in Cina e nel mondo” ». |
Rassegnina |
Marcia verso Pechino
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Abbiamo
tutti negli occhi le immagini della repressione cinese in Tibet e delle
manifestazioni di protesta che hanno accompagnato il percorso della fiaccola
olimpica in tutto il mondo. Niente di nuovo, nonostante il forte impatto
mediatico: le violazioni dei diritti umani in Cina sono all’ordine del
giorno e vengono sistematicamente praticate su larga scala. È questa la
situazione di un Paese dove vige un regime totalitario, normalmente definito
“comunista”, patria di un nuovo ateismo scientifico. L’Occidente ha reagito
con studiata indignazione: invocando la retorica dei diritti umani (come se
questo bastasse a far cessare le pratiche di morte dall’oggi al domani) e
subito accontentandosi dei formali e generici impegni presi da Hu Jintao.
Sappiamo tutti infatti quanto pesino sugli equilibri geopolitici mondiali
interessi economici come quelli legati alla “macchina di Pechino 2008”,
ormai inesorabilmente in moto. Su una cosa però non si può non riflettere. Come si può parlare di “diritti umani” dove manca l’affermazione della dignità dell’uomo, di ogni singolo uomo? Non bisogna dimenticare che sarebbe impossibile pensare a una Carta fondamentale dei Diritti dell’uomo senza il riconoscimento della centralità della persona. Ma, con buona pace di tutti, non esiste “persona” senza religiosità: o l’uomo dipende dal flusso dei suoi antecedenti materiali ed è una semplice rotella di un ingranaggio economico sociale, oppure dipende da qualcosa d’Altro, che sta all’origine del flusso delle cose, oltre esse, e per questo è irriducibile ad ogni potere. Da questo punto di vista, tra Occidente e Cina le distanze si sono accorciate. Una tacita complicità mira a negare il fondamento della dignità dell’io e a censurare quei luoghi e quei fatti che promuovono una coscienza autenticamente religiosa, unico argine alla prepotenza del potere. |