Laico |
Si butta dalla finestra abbracciato al figlio in
coma
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di Luciano Gulli, |
Laico: «Si butta dalla finestra abbracciato al figlio in
coma», di Luciano Gulli, Il Giornale, 26 settembre 2002 |
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La
mentalità oggi è, quanto meno, confusionaria e contraddittoria.
Sembra tutto uguale, cioè
lecito.
Ognuno difende il suo - cosa
ovvia -, ma sembra non interessato a scoprire se sia vero o no.
Il prestigioso storico Hobsbawn si ostina a vantarsi comunista
nonostante “particolari” come i gulag; il regista del film Magdalene
con un colpo di frusta annulla mille anni di storia irlandese; il parroco
del paese emiliano dove è successa la tragedia del piccolo Jacopo, si limita
a commentare. Nella confusione, c’è qualcosa che vale? Chi si attacca alle idee non è un uomo ragionevole, ma un uomo ideologico, perché un ideale non è l’affermazione ostinata di un proprio pensiero contro tutto e contro tutti, ma è qualcosa che dura perché porta la speranza che promette. La storia è il luogo in cui l’ideale si fa conoscere, perciò: l’ideale del comunismo si è rivelato un’ideologia perché è stato distruttivo; pensare che essere laici significhi essere anticristiani è un preconcetto ideologico, perché altrimenti non si spiegherebbe come mai la cattedrale della laicissima New York possa essere dedicata al santo irlandese Patrizio. Per essere laici bisogna essere ragionevoli: disposti a riconoscere quello che accade, fino al punto da mettersi in discussione. La sfida per tutti, anche per noi che siamo cristiani, è quella di essere laici. Per esempio, quel prete anziano sopra citato si è dimostrato veramente laico, nel pregare, perché ha riconosciuto che non c’era commento o analisi che tenesse. Ci poteva essere solo una domanda di pietà a chi poteva rispondere. |
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