L'essenziale speranza |
I filosofi del pensiero refluo
Annuale Festival della Filosofia a Modena, quest’anno intitolato
“Sulla vita”. Riassunto dell’intervento di Galimberti: «L’essenziale è
comunque liberarsi dalle “cieche speranze”, di quelle “macchine del
desiderio infinito” che sono la carota eterna che quegli smidollati
dei cristiani si lasciano dondolare davanti al muso per non sentirsi
troppo mortali». |
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di Sergio Claudio Perroni Il Foglio, 26 settembre 2003 Per leggere l'articolo fai click su: 20030926_perroni_filosof_pensier_refluo.pdf |
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Infinito «I filosofi del pensiero refluo», di Sergio Claudio Perroni, Il Foglio, 26 settembre 2003. |
Rassegnina |
La
rivoluzione più potente è quella che grida l’Infinito come meta
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È
ricominciato un altro anno; è ricominciata la vita routinaria di
sempre. Noi che cosa ci aspettiamo? Meglio tarpare i nostri desideri - come
suggerisce Galimberti - così da evitare una sicura delusione? Meglio sognare
la fantascienza che regolarmente ci è fatta immaginare dai più guru fra gli
scienziati? Ce ne scusi il professor Haseltine, ma noi non vogliamo la
longevità dei batteri, perché ci sentiamo più esigenti dei batteri. Noi
vogliamo l’eterna felicità, che non c’è in questo mondo, se non nella forma
di promessa, di iniziale esperienza. Cominciare il lavoro di un anno
accentua il sentimento della vita come attesa del massimo, dell’infinito,
del Paradiso. Il Papa in effetti, pur così malato, non sembra mai alla fine,
proprio perché instancabile nel desiderio del massimo per sé: per la sua
vita in terra, infatti, continua a progettare viaggi; per la sua vita
nell’al di là continua ad aspettare e immaginare il faccia a faccia con
l’autore del nostro destino, Dio. La vita non ci sta in una definizione,
come forse pretenderebbero i filosofi riuniti a Modena. La vita non ci sta
da nessuna parte, perché nessun fronte, nessun affetto riesce a compierci, a
farci pensare di essere arrivati, di poterci fermare, di riposarci. La rivoluzione più potente è quella che grida l’Infinito come meta e questa terra come strada, sterrata, accidentata e in salita. |