Fede |
La
“martiriomania” Il
premio nobel Rita Levi Montalcini dice che oltre alle epidemie
da agenti infettivi, ce ne è un’altra: la “martiriomania”,
che deriva non «da un eccesso di aggressività per autodifesa
ma da un eccesso di devozione trascendentale» (caratteristica
questa, tipica dell’uomo e non degli animali). «Rivolgo un
appello ai più alti esponenti della società umana perché
siano attuate iniziative urgenti, a livello internazionale, e
si creino con estrema urgenza radicali cambiamenti sociali e
culturali (...). Rivolgo un appello a tutti gli appartenenti
al genere umano (...)». Eccetera.
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di Rita Levi
Montalcini |
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Sembra
a Rita Levi Montalcini (e non solo a lei) che l’unica idea di
Dio esistente sia quella dell’estremismo islamico. IIl commento di Ratzinger a riguardo della confessione è una risposta più che sufficiente alle affermazioni un po’ allarmanti del premio nobel: la fede nel Dio di Cristo è l’esatto contrario del delirio trascendentale e nello stesso tempo è l’esatto contrario di quello che può essere delirio della conoscenza. La conoscenza infatti, non salva l’uomo per due motivi: primo, perché è sempre insufficiente; secondo, perché l’uomo è terribilmente incoerente e la sua prima incoerenza è proprio quella conoscitiva, ovvero quella per cui l’uomo, essere limitato, si pretende arbitro del mondo e del destino degli altri. Basti pensare al nazismo o al comunismo, e a tutte le tragedie che hanno gravato sul ventesimo secolo e che purtroppo gravano anche sui primi anni di questo. Ancora, ci sono due modi fondamentali attraverso cui l’uomo pensa di essere Dio: uno è quello di ritenere che Dio sia d’accordo con lui; l’altro è quello di ritenere che Dio non esista, per cui l’uomo diventa giudice di tutto. Mentre la “verità vera” è che Dio esiste, che l’uomo è peccatore e che Dio ha voluto farsi uomo per salvarlo. «Donna non piangere», ha detto Gesù alla vedova di Nain, cui era morto il figlio. «Uomo, ragazzo, non piangere», ha detto don Giussani agli ultimi Esercizi spirituali di Comunione e Liberazione. All’uomo, alla donna, al ragazzo, che non cadono nel delirio trascendentale né in quello della conoscenza; che sono realisti; che riconoscono la propria condizione - com’è, piena di limiti - è offerta la possibilità di salvarsi, cioè la speranza che la felicità si ricostituisca, cioè tutto. |
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