Elezioni presidenziali
americane
«Una valanga di oltre 58
milioni di voti conservatori consegna per altri quattro anni la Casa
Bianca a George W. Bush, consente ai repubblicani di rafforzare il
controllo della Camera e del Senato». |
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La Stampa 4 novembre 2004 Per leggere l'articolo fai click su: |
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Europa «Elezioni presidenziali americane. Una valanga storica. Oltre 58 milioni i voti per il Presidente», La Stampa, 4 novembre 2004 |
Rassegnina |
L’Europa
negando la propria storia e la propria tradizione opta per le libertà
zapatere
Una valanga
storica. Oltre 58 milioni i voti per il Presidente |
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Bush ha
vinto le elezioni con una quantità di voti che mai nessuno ha avuto
nella storia americana. Sembra un paradosso ma l’America, terra delle libertà, vota per un presidente che propone valori che restringono quelli che l’Europa sbandiera come “diritti civili” da conquistare: aborto, unioni tra gay e manipolazioni genetiche. L’America, cioè, ha voluto riaffermare un’identità, apparentemente illiberale ma da cui tutte le sue libertà, storicamente, sono nate. L'Europa pare andare per tutt’altra strada: negando la propria storia e la propria tradizione opta per le libertà zapatere e festeggia la firma della carta costituzionale ma, come dice Galli della Loggia, «Ci sarebbe il problema storicamente inoppugnabile, che i diritti umani nascono nell’ambito della cultura e della civiltà giudaico-cristiana». Posto che due differenti maggioranze (una popolare, l’altra istituzionale) hanno premiato due diverse immagini di libertà, come giudicare tra le due? Il criterio è che la libertà si sottometta alla realtà e ne ricerchi il significato, cioè la verità, e sia disposta ad aderirvi. Per questo la posizione che ha assunto l’Europa non è conveniente, cioè non corrisponde all’esigenza più elementare che ci sia, la possibilità di realizzare sé stessi. Da questo punto di vista nell’Europa dei venticinque gli esempi si sprecano. |