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Ho già detto che, non di rado, ci si può imbattere in registrazioni compilate in lingua latina. Per la mia personale esperienza l'uso, o il non uso, di questa lingua non è dettato esclusivamente dal periodo epocale nel quale stiamo eseguendo le ricerche, ma, piuttosto (ne sono convinto) dal grado di istruzione che aveva lo scrivano che ha effettuato la registrazione, e poco importa se era il Parroco stesso oppure se era un semplice curato. Ricordo che la celebrazione di un matrimonio è soggetta alle "pubblicazioni", periodo durante il quale chi è a conoscenza di motivazioni che si oppongono alla celebrazione stessa, può (o deve) renderle note. Per rendere più chiaro qual era il potere di imposizione della Chiesa sulla vita dei comuni cittadini riporto, a questo proposito, quanto ho trovato su una pubblicazione di matrimonio del 1860 circa, apparsa in una Parrocchia ligure: “… Semai alcuno sapesse che ha questi due futuri sposi vi fosse qualche canonico impedimento è obbligato a manifestarlo sotto pena di peccato mortale.” Consultando le registrazioni di matrimonio ho incontrato un'altra frase non proprio semplicissima. é la frase che contiene la parola tribus. Ho trovato questa espressione almeno tre volte, in occasioni e in formulazioni un poco differenti l'una dalle altre. Le tre forme sono riportate di seguito. tribus denunciationibus præmisis = premessa la notifica al popolo (proveniente da un atto di matrimonio trovato in una Parrocchia dell'Emilia, manoscritto, d'inizio 1900); denunciationibus omnibus præmisis tribus = premessa la notifica a tutto il popolo (provenienza: da atto di matrimonio recuperato in una parrocchia del Veneto, del 1775 circa, manoscritto); præmissis tribus denunciationibus = premesso l’annuncio al popolo (contenuto in un atto di matrimonio recuperato in una parrocchia del Veneto, del 1775 circa, manoscritto). |
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