Ogni anno ciascuno di noi può scegliere
dove e come passare le proprie vacanze
LA SCELTA DI UN' ESTATE
UNA MANNA DAL CIELO
di Giovanni Bonacci
Irlanda,
Umbria, Abruzzo… Spesso mi capita di riassumere così le mie vacanze a chi mi
chiede cosa abbia fatto negli ultimi tre mesi, eppure queste vacanze sono state
molto, molto di più per me e per qualche mio caro amico.
Ripensandoci, mi sembra incredibilmente profetica la frase detta dalla mia prof. di Italiano a giugno che suonava grosso modo così: “Ho stima di voi per quello che siete e vi auguro di trascorrere al meglio queste vacanze, sapendo che alla vostra età tre mesi possono significare moltissimo”. Di fatto così è stato e questo periodo tra giugno e settembre mi è servito incredibilmente tanto.
Dovendo
fare un’analisi personalissima di questa estate, desidero iniziare dicendo che
il periodo immediatamente successivo alle scuole è sempre stato critico per me,
vuoi perché si ha troppo tempo per pensare, vuoi perché si scaricano le
tensioni accumulate in nove mesi; mi capitava, in poche parole, di farmi
prendere da momenti di eccessivo abbattimento o da strani pensieri che non sto
qui ad elencare visto che toccano argomenti assai vari e lontanissimi fra loro,
fatto sta che quest’anno ho deciso una volta per tutte di essere più forte di
me stesso e di imparare gradualmente ed ordinatamente a domare e riordinare i
miei pensieri sia per vivere più serenamente quei tre mesi (che sono una manna
dal cielo!) sia per essere meno apprensivo e più concentrato durante l’anno.
Non
è stata cosa facile, ma ad aiutarmi sono state le persone che avevo accanto e
le situazioni. A partire dalle due settimane trascorse in Irlanda (che
meriterebbero da sole ben più di un articolo) è stato un crescendo di
entusiasmo e di input positivi che mi hanno dato la giusta carica per
riaffrontare questi nove mesi che mi attendono.
Tutto è sembrato fondersi a meraviglia, lo svago più puro e disinteressato, gli attimi di condivisione con il mio migliore amico, ed i momenti di… di… vabbè, ci siamo capiti! Ogni tassello di questo mosaico è stato fondamentale per farmi capire tante cose e per rendermi ancor più convinto di quanto bello sia essere insieme senza aspettarsi troppo dall’altro. Semplicemente tendendo le mani e raccogliendo tutto il possibile.
NEL TACCO D' ITALIA
Le atmosfere di un viaggio
L’Italia
è un florido paese dell’Europa, una penisola a forma di stivale mi pare di
ricordare dalle scuole elementari. Lo “stivale” può essere banalmente
diviso in tre parti: il ricco Nord, il discreto e ignavo Centro e il discusso
Sud.
Io
a Nord ho una Zia.
Al
Centro ci vivo.
Al
Sud non c’ero mai stato prima di quattro anni fa: qualche giorno a Santa Maria
di Leuca in Puglia e poi viaggio in Calabria, per inseguire una compagna di
università.
La
Calabria è splendida. Sole, mare, gente calma che passa i torbidi pomeriggi
d’estate su una sedia in piazza nei paesi, e tante case in costruzione che
forse non finiranno mai di costruire. La Calabria è un castello a strapiombo
sul mare ed una ferrovia ad una sola corsia. è
il sapore forte della cucina e la tenera dolcezza degli anziani
calabresi.
In
Puglia ci sono ritornato quest’anno , ancora S.Maria di Leuca. Arrivare da
Roma a Bari è facile, tutta autostrada. Ma da Bari inizia il viaggio vero. Le
strade si fanno più strette, ma sempre ben percorribili. Scompaiono, alla
vista, gli ostacoli montuosi, ovunque sembrano crescere fichi d’india ed
iniziano a fare la loro comparsa bassi muretti a “secco”.
Io
in Puglia ho trovato un mare che era un tutt’uno con il cielo. Intricati e
massicci ulivi nelle aride campagne. Affascinanti casette di sassi affacciate
sul mare dette “pajare”. Un orizzonte sterminato che prima disorienta e poi
regala un ambito senso di libertà. Una bianca Otranto e un sempre vigile faro.
Le leggende dei pescatori, la “pizzica” e le voci di tutti i venti. In
Puglia sembra quasi che le persone, giovani e anziani , siano andate a scuola
dal mare. E, come il mare che sa dolcemente risalire il bagnasciuga e con vigore
erodere gli scogli, così i pugliesi ti accolgono dolcemente come un figlio e
con vigore erodono le tue certezze sommergendoti del loro straordinario modo di
vivere.
Per
me la vacanza è poter essere in movimento, lontano dalla vita quotidiana e
vicino a situazioni, forse, precarie ma forti.
Ognuno fa le sue esperienze e costruisce le proprie opinioni. Io l’educazione, l’accoglienza e la cultura che ho trovato nel tacco d’Italia non le ho trovate da nessuna altra parte.
A.R.