Per riflettere sui momenti di "incontro-scontro" a livello generazionale

DI CHI SIAMO FIGLI?

 

 

COSA NON MI PIACE DEL RAPPORTO TRA GIOVANI E ADULTI

di Giovanni Bonacci

 

L’idea iniziale dell’articolo che state leggendo era quella di mettere in risalto cosa non mi piace del mondo degli adulti, tuttavia non potendo fino in fondo capire o concepire alcuni comportamenti, perché ho come tutti i quindicenni una visione della vita molto distante dalla vostra, imposterò il tutto su: cosa non mi piace del rapporto tra giovani e adulti. Ritengo che i difetti non scaturiscano tanto dal fatto che ci sono troppe differenze per essere in sintonia, quanto dal fatto che si pensi questo. Si riesce a trovare motivi di disaccordo in ogni comportamento, in ogni idolo ed in ogni affermazione nostra o vostra senza rendersi conto che in realtà sono l’una (la nostra) la conseguenza dell’altra (la vostra).

Spesso un grandissimo motivo di scontro scaturisce dal diverso modo di porsi nei confronti della vita e delle persone tra generazione e generazione eppure senza ombra di dubbio se al giorno d’oggi si sono perse molte regole e molte inibizioni comportamentali questo non si deve solo a noi, ma ad un lento, ininterrotto percorso intrapreso nella seconda metà degli anni ‘60 che continua tutt’ora. Se oggi il tale cantante o il tale regista (osannato dalla maggior parte degli adolescenti) ha un modo di interpretare e descrivere la realtà particolarmente più smaliziato o semplicemente più duro rispetto ai suoi colleghi di 30 anni fa, questo scaturisce da un vostro cambiamento iniziale che si è evoluto fino ai giorni nostri. Per dirla brevemente ogni particolare “della nostra cultura”, buono o cattivo che sia, deriva da voi adulti.

In particolare di noi giovani non condivido il desiderio incontrollato di essere sempre e comunque diversi da voi ed il pensare che ogni vostra affermazione rappresenti un modo di vedere la vita antico ed avulso dalla società. Di voi, d’altro canto, desidero biasimare il modo in cui sottovalutate le nostre speranze ed i nostri progetti per il futuro per quanto apparentemente irrealizzabili: so bene che voler diventare attori, scrittori, giornalisti o sportivi non è facile, richiede piuttosto capacità, costanza ed una buona dose di fortuna, tuttavia piuttosto che stroncarci dicendoci di rimanere coi piedi per terra potreste a volte spronarci dicendoci che sì, tutto ciò va sudato, ma che non è qualcosa di inarrivabile o fuori portata. Il ritratto che ho fatto di noi giovani è quello insomma di persone forse troppo protese verso il futuro, persone facili alle illusioni; ho invece creato un’immagine degli adulti estremamente priva di sogni e sempre pronta a ridestare chi ne sta facendo. Si potrebbe concludere constatando che, come si dice, “la verità sta nel mezzo”. Cerchiamo quindi di tenderci le mani gli uni gli altri e, come due aspetti di una stessa realtà, lavorare insieme per garantire un futuro migliore.

 

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