Due testimonianze per guardarci attorno nel quotidiano

e per riflettere su noi stessi

PER RICORDARE CHE LA "MISSIONE" E' ANCHE QUI

 

 

Non dimentichiamo una "piccola" missione

nella vita di tutti i giorni

di Giovanni Bonacci

 

Nella vita di tutti i giorni io quanto posso fare per chi mi sta vicino? Si, lo ammetto! Non è una domanda molto originale, anzi, vista la moltitudine di ipocriti che se lo chiedono è ormai di una banalità disarmante. Ma quante volte se ne trova la risposta? Un parere personale? Poche, pochissime. Siamo troppo presi dal tran tran quotidiano per renderci conto che spesso meriterebbero un po’ di attenzione anche le persone che ci stanno più vicine: amici, mariti, mogli, parenti, fate voi!

Ricordo con fastidio una grigia mattinata domenicale: seguivo la messa dal fondo della chiesa ed al mio fianco era in piedi un signore distinto, sulla cinquantina, occhiali da sole, giaccone pesante ed una figlioletta di 6-7 anni appoggiata col capo sulle sue ginocchia che gli stringeva le manone con affetto.

D’un tratto lei si gira: “Papà mi prendi in braccio?”.

“Dai, stai buona, papà sta sentendo la messa!”

“Papà, hai detto qualcosa?”

“No, no, stai tranquilla, dai!”

E così via… La bambina faceva moine nel disperato tentativo di farsi quantomeno notare, e lui, che aveva seguito tutta la messa, aveva preso l’Ostia ed aveva sillabato con dedizione ogni parola del “Credo” non la degnava nemmeno di uno sguardo, di una carezza, di niente. Sicuramente tanti padri hanno i suoi stessi difetti e quegli stessi uomini, da figli (sempre in carriera, sempre compassati, per carità!) mica potranno badare ai loro anziani genitori; troppi impegni… In fondo il mondo è fatto a scale: c’è chi scende e c’è chi sale… (E chi rimane indietro si attacca, vero?). Beh, facciamo una cosa, anche se nessuno (o quasi nessuno) sa se nella vita ha uno scopo, una missione, nel nostro piccolo tentiamo di volgere lo sguardo verso chi ci è vicino, visto che alle volte presi dai casi nostri ce ne infischiamo!

P.S. Spero che gli uomini compassati e in carriera non se la prendano, non c’è nulla di personale… 

 

Ci hanno evangelizzato

(articolo apparso sul periodico Adesso n. 29 Estate 2003)

 

Calcoliamo freddamente una Missione, così come si calcolano le entrate e le uscite di un’azienda: “dare e avere”.

Guardiamo alle Missioni come si guarda il grafico prospettico dei progetti di un’industria: quanto si è ottenuto? Pensiamo alle Missioni e subito appare alla mente il volto del bambino povero, la casa rabberciata alla meglio della famiglia nella miseria nera, le condizioni inumane di interi villaggi, dove l’acqua, per non dire la luce, non solo non è mai arrivata ma neppure si pensa che potrà un giorno esserci. 

Per noi la Missione coinvolge tutto, non solo un lontano villaggio guatemalteco; coinvolge innanzitutto il nostro cuore e poi il cuore di chi ha bisogno di amore; coinvolge quei bambini a La Granadilla, ma coinvolge anche i nostri ragazzi italiani: non è Missione anche qua? Non abbiamo bisogno di speranza cristiana in questo nostro mondo ricco, dove l’unica speranza è quella di vincere al super-enalotto? Non abbiamo bisogno di orizzonti nuovi qui dove le uniche grandi prospettive sono racchiuse in una crociera più o meno esotica? Ecco la gioia di un mini-progetto attuato, stimolo per altri ben più grandi: le ragazze e i ragazzi italiani che sono venuti con noi sono stati “evangelizzati” dai bambini guatemaltechi. Commentava Chantal all’aeroporto di Madrid, sulla strada del ritorno: “Noi, che possiamo soddisfare tutti i nostri capricci, siamo sempre insoddisfatti; loro, che non possono soddisfare neanche le loro esigenze primarie, sono sempre felici!”.

Don Carlo Sansonetti

Dell’Associazione “SULLA STRADA” onlus

attiva in un villaggio Maya del Guatemala e in Angola

Per informazioni:        www.sullastradaonlus.it

 

 

 

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